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Proprietario di una pasticceria “Caro energia del 500 per cento. Rischio di chiudere dopo 4 generazioni”

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“Dicono che il caro energia è colpa della guerra, ma io non ci credo. Gli aumenti sono cominciati un anno fa, molto prima della guerra in Ucraina”. Alessandro Gallozza è il titolare dell’omonimo Bar Pasticceria di corso Bruno Buozzi, la strada principale del quartiere Barra, a Est di Napoli. “Questo locale è sopravvissuto a due guerre mondiali – afferma – credo che stiamo tornando a quei livelli di vità, quelli bellici, stiamo scendendo rapidamente i gradini”

La pandemia, l’aumento delle materie prima, la riduzione dei guadagni. Il cambiamento lo si è avvertito circa 12 mesi fa: “Pagavo mediamente 700 euro a bolletta, potevamo arrivare a 900 nei mesi caldi, per l’uso del condizionatore, mai di più. Poi, il costo è cominciato a crescere. Siamo passati da 10 centesimi a chilowatt/ora a 82 centesimi. Ad agosto ho dovuto dilazionare una bolletta da 3.200 euro. E non è finita, la proiezione attuale sfiora i 4mila euro al mese. E’ un aumento del 500 per cento”

Basterebbero poche semplici azioni per aiutare il commercio: “Sarebbe necessario defiscalizzare le bollette, cioè eliminare tutti quei costi che non riguardano la spesa viva dell’energia. E poi, dovrebbero ridurre il cuneo fiscale per aiutare anche i nostri dipendenti. Troppa la differenza tra quanto paghiamo noi e quanto arriva nelle loro buste paga”

Ci sono giornate in cui Alessandro si sente schiacciato dalle preoccupazioni: “Non passa minuto che io non pensi a come ridurre le spese. Abbiamo trascorso un’estate senza accendere il condizionatore, facendo anche una pessima figura con la clientela. Sono consapevole che ogni decisione deve essere ponderata, perché anche un solo sbaglio può portarci alla chiusura. Non sono il solo, da queste parti tutti siamo in questa condizione e dopo l’autunno molte serrande chiuderanno per sempre”. 

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Uno squalo gli amputò la gamba, ma lui torna a surfare: “La vita è troppo bella per fare la guerra, perciò torno a fare wake”

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Era il 9 dicembre scorso quando il 20enne Matteo Mariotti veniva attaccato da uno squalo nelle acque dell’Oceano Pacifico, lungo la Gold Coast orientale dell’Australia.

In quell’occasione perse una gamba sotto al ginocchio, ma non si è mai arreso. Infatti a seguito dell’infortunio era stato ricoverato e curato all’ospedale Rizzoli di Bologna, ed ora dopo circa tre mesi è tornato su una tavola da wakesurf con la protesi.

Ecco quanto testimoniato da un video diffuso sui social:

“È impossibile descrivere a parole le emozioni provate in quegli istanti, posso solo consigliarvi una cosa: ‘credete in voi!’ Obiettivi che sembravano lontani anni luce, sono arrivati in un battito di ciglia e che dire… grazie!”

Poi, continua: “Grazie a chi ci ha creduto dal primo istante, grazie a chi c’è sempre stato e c’è tuttora, grazie a chi mi sta aiutando in quest’impresa e grazie anche a chi mi ha messo i bastoni fra le ruote… mi avete fatto capire che nulla e dico nulla mi butterà mai più giù! La vita è troppo bella per fare la guerra, è per questo che vado a fare wake”.

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Napoli, Gratteri in conferenza stampa: “Test psicoattitudinali anche a vertici di governo e PA”

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Nel corso di una conferenza stampa, il procuratore di Napoli Nicola Gratteri, ha così risposto alle domande dei giornalisti, soprattutto riguardo alla polemica sulla presenza all’università del cantante Geolier. Ecco le sue dichiarazioni:

“Non si è fatto il nome di nessuno, non mi sono scontrato con nessuno”.

Poi, riguardo l’invito a presenziare all’incontro degli studenti della Federico II con il rapper di Scampia, egli ha aggiunto: “L’ho appreso dalla stampa, ho 66 anni e non si invita una persona così, c’è modo e metodo”.

Poi, ha proseguito: “Il padre di uno studente mi ha chiesto cosa pensassi dei rapper invitati all’università e io ho mostrato disappunto in relazione a coloro che nei video inneggiano a violenza, mafie e droga. Non si è fatto il nome di nessuno, la stampa ha parlato di scontro, ma Gratteri non si è scontrato con nessuno. Sono il procuratore di Napoli e parlo con tutti, anche con l’ultimo degli ultimi, è una questione di stile e di comportamento e vorrei che noi tutti, che ci sentiamo istruiti e dei modelli, con i nostri comportamenti aiutassimo il territorio ad essere più libero ed evoluto”.

Per quanto concerne i test psicoattitudinali, egli ha aggiunto:

“I test psicoattitudinali? Se li vogliamo fare, dovrebbero essere fatti per tutti i settori apicali della pubblica amministrazione, per chi ha responsabilità di governo e per chi si occupa della gestione della cosa pubblica. Chi è sotto effetto di droga non solo può fare ragionamenti alterati, ma è anche ricattabile”.

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Napoli, ecco perché il ‘cielo giallo’ è nocivo per l’uomo

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Siamo a Napoli, dove nella giornata di ieri si è verificato un evento alquanto singolare. Infatti, c’è stato “un eccezionale afflusso di polveri di provenienza sahariana”.

Questo è quanto ha reso noto l’ARPAC, Agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania, la quale ha sottolineato come il fenomeno abbia causato “concentrazioni elevate di PM10 in molte località della Campania, misurate dalla rete di monitoraggio dell’agenzia ambientale regionale”.

Pertanto il fenomeno era visibile ad occhio nudo e resta visibile anche oggi. Tuttavia il problema concreto risiede nel valore altissimo di PM10 particolato, che è nocivo per l’uomo.

Infatti, nella città di Napoli una delle concentrazioni orarie massime è stata rilevata ieri alle 12 dalla stazione di Capodimonte – Osservatorio Astronomico, pari a 136 microgrammi per metro cubo. Volendo quindi fare un confronto con il limite fissato dalla normativa, esso è pari a 50 microgrammi per metro cubo.

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