

Attualità
Neonato morto, lo sfogo della madre: “Ho chiesto aiuto ma non mi hanno ascoltata, ora pretendo giustizia”
La vicenda del neonato morto soffocato dopo il parto all’ospedale Pertini di Roma, ha monopolizzato l’opinione pubblica nelle ultime settimane, dividendosi tra chi dava colpe alla madre e chi invece ai sanitari che l’avevano lasciata sola.
Pertanto, a due settimane di distanza da quel drammatico giorno, la madre ha deciso di parlare, in quest’intervista al ‘Corriere della Sera’:
“Ero ancora molto stanca, piuttosto provata dal parto, dopo 17 ore di travaglio, il 5 gennaio. Per due notti, quella dopo aver partorito e quella successiva, sono riuscita a fatica a tenere il bambino vicino a me. Ero stravolta, ho chiesto aiuto alle infermiere, chiedendo loro se potevano prenderlo almeno per un po’, mi è sempre stato risposto che non era possibile portarlo nella nursery. Lo stesso è accaduto la notte di sabato. Anzi, mi sentivo peggio dei giorni precedenti. Ho chiesto ancora di prendere il bimbo, non l’hanno fatto. Due notti ho resistito, l’ultima ero davvero affaticata. ‘Non è possibile’, mi è stato risposto ancora una volta”.
Poi, ha proseguito: “Quella notte sono crollata, non ce la facevo proprio. Da quel momento non ricordo più nulla. All’improvviso, nel cuore della notte, sono stata svegliata dalle infermiere: il bimbo non stava più nel letto con me. Senza dirmi una parola, mi hanno fatto alzare e mi hanno portato in una stanza vicina: lì mi hanno comunicato che il bambino era morto. Non ricordo che fosse presente una psicologa, e nemmeno che mi abbiano dato una spiegazione più approfondita. Di sicuro, non mi hanno detto com’era successo. Non ho capito più niente, mi è crollato tutto addosso. Forse sono anche svenuta”.
Infine, conclude: “Ho realizzato a poco a poco. Non ricordavo niente di quella notte. Non capisco come sia potuta succedere una cosa del genere: ho chiesto aiuto per 3 notti di seguito al personale del reparto in cui ero stata ricoverata. Non mi hanno ascoltato. Due giorni dopo, il 10 gennaio, ho firmato le dimissioni e sono tornata a casa. Ora pretendo giustizia”.
Attualità
Napoli. Linea 1 chiusa per prove tecniche, che cosa c’è da sapere per limitare al massimo i disagi previsti per domani

Si preannuncia una giornata più complicata del solito quella di domani, mercoledì 1 febbraio, per gli utenti della linea metropolitana 1 di Napoli. L’intera tratta, infatti, sarà interrotta per delle prove tecniche sul materiale rotabile. Il servizio sarà sospeso dalle 9.15 alle 13.15 sull’intera linea da Piscinola a Garibaldi e in entrambe le direzioni. La ripresa del servizio è prevista per le 13.15, con le stazioni che potranno essere riaperte al pubblico alle ore 13.05. “I passeggeri – fa sapere Anm – sono invitati a verificare gli orari e le informazioni sul trasporto pubblico prima di partire per evitare eventuali ritardi o inconvenienti”.
Attualità
Caso plusvalenze, richiesta di risarcimento danni alla Juventus: “I tifosi devono essere tutelati”

Class action contro la Juventus per il caso plusvalenze, con l’associazione Codici che avanza una richiesta di risarcimento danni.
A tal proposito, ecco le parole del Segretario Generale di Codici Ivano Giacomelli:
“La vicenda è nota a tutti, ma a nostro avviso finora si è parlato poco delle conseguenze per i consumatori. Il danno causato dall’ormai ex dirigenza bianconera, infatti, non riguarda solo il campionato di Serie A, ma anche i tifosi che hanno sottoscritto un abbonamento o hanno acquistato biglietti per vedere singole partite. Sono stati danneggiati. Per questo devono essere risarciti, come chiediamo con l’azione che abbiamo deciso di avviare”.
Poi, rincara la dose Carmine Laurenzano, avvocato di Codici:
“Chi si abbona, chi va allo stadio, lo fa anche perché crede nella prospettazione della forza della squadra che tifa. Oggi, invece, emerge che i bilanci sono falsati. I 15 punti di penalizzazione inflitti alla Juventus per la Serie A, a cui potrebbe far seguito una sanzione in campo europeo, derivano dal fatto che la dirigenza ha falsato la prospettazione del club. Una condotta talmente grave, da pregiudicare gli esiti del campionato. Di fronte alla falsa prospettazione della realtà, riteniamo che i consumatori, in questo caso i tifosi della Juventus, debbano ottenere una riduzione del prezzo dell’abbonamento o del biglietto acquistato, se non addirittura la risoluzione del contratto ed il rimborso integrale. Crediamo che questa sia la strada da seguire nel caso plusvalenze, e come associazione siamo pronti a percorrerla per tutelare i consumatori, coinvolti e danneggiati dal comportamento scorretto della dirigenza della loro squadra del cuore”.
Attualità
Caso Cospito, parla Nordio: “No alla revoca del 41Bis”

Continua a tenere banco il caso Alfredo Cospito, il detenuto anarchico in sciopero della fame da 103 giorni, la cui vicenda è giunta nella serata di ieri sul tavolo del Consiglio dei ministri.
In particolare, il governo negli ultimi giorni, ha dovuto rispondere a diversi sviluppi del caso:
-La salute del detenuto, le cui condizioni continuano a peggiorare a causa dello sciopero della fame;
-La situazione giudiziaria, con la Consulta chiamata a decidere sulla pena dell’ergastolo ostativo e sul regime di 41Bis, previsti per il reato a lui ascritto;
-L’ordine pubblico, con i molteplici atti intimidatori della rete anarchica dentro e fuori i confini nazionali.
A tal proposito, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, ha così dichiarato:
“La tutela della salute di ogni detenuto costituisce un’assoluta priorità, anche se le ragioni che hanno determinato l’autorità giudiziaria a proporre e confermare il regime detentivo, di cui all’articolo 41Bis attualmente in essere a carico di Alfredo Cospito, e nel pieno rispetto dell’autonomia di valutazione della stessa autorità giudiziaria, la Corte di Cassazione è chiamata a prendere una decisione in merito nel prossimo mese di marzo”.
Pertanto, per la parte di sua competenza, il ministro Nordio “ritiene di non revocare il regime di 41Bis”, considerando soddisfacente il lavoro svolto dall’Amministrazione Giudiziaria, per quanto concerne la tutela della salute del detenuto, con il trasferimento presso il carcere di Opera, “munito di adeguati presidi sanitari”.
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