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Caso Cospito, parla Nordio: “No alla revoca del 41Bis”

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Continua a tenere banco il caso Alfredo Cospito, il detenuto anarchico in sciopero della fame da 103 giorni, la cui vicenda è giunta nella serata di ieri sul tavolo del Consiglio dei ministri.

In particolare, il governo negli ultimi giorni, ha dovuto rispondere a diversi sviluppi del caso:

-La salute del detenuto, le cui condizioni continuano a peggiorare a causa dello sciopero della fame;

-La situazione giudiziaria, con la Consulta chiamata a decidere sulla pena dell’ergastolo ostativo e sul regime di 41Bis, previsti per il reato a lui ascritto;

-L’ordine pubblico, con i molteplici atti intimidatori della rete anarchica dentro e fuori i confini nazionali.

A tal proposito, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, ha così dichiarato:

“La tutela della salute di ogni detenuto costituisce un’assoluta priorità, anche se le ragioni che hanno determinato l’autorità giudiziaria a proporre e confermare il regime detentivo, di cui all’articolo 41Bis attualmente in essere a carico di Alfredo Cospito, e nel pieno rispetto dell’autonomia di valutazione della stessa autorità giudiziaria, la Corte di Cassazione è chiamata a prendere una decisione in merito nel prossimo mese di marzo”.

Pertanto, per la parte di sua competenza, il ministro Nordio “ritiene di non revocare il regime di 41Bis”, considerando soddisfacente il lavoro svolto dall’Amministrazione Giudiziaria, per quanto concerne la tutela della salute del detenuto, con il trasferimento presso il carcere di Opera, “munito di adeguati presidi sanitari”.

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La Cassazione francese nega l’estradizione di 10 ex Brigatisti

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La Cassazione francese ha confermato il rifiuto della Francia all’estradizione dei 10 ex Brigatisti degli anni di piombo in Italia.

In particolare, per i dieci, di cui otto uomini e due donne, il Tribunale transalpino aveva già negato l’estradizione chiesta dall’Italia il 29 giugno scorso. Tuttavia all’epoca, il presidente francese Emmanuel Macron, dichiarò che “quelle persone, coinvolte in reati di sangue, meritano di essere giudicate in Italia”.

Pertanto Adriano Sabbadin, figlio del macellaio ucciso nel 1997 in Veneto ad opera dei Proletari Armati di Cesare Battisti, ha così commentato la decisione della Cassazione:

“Qual è la mia reazione..? Sono dei disgraziati, perché non c’è giustizia così!. E’ tuttavia una decisione che ci aspettavamo dalla Francia. Ci dicano allora, i giudici, quali sono i colpevoli? Ci sono dei morti sulla coscienza di queste persone”.
   

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Evadono il Fisco per 20 anni tramite girandola di società: 22 arresti

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Salvatore Bordo è il presunto capo di un’associazione per delinquere, che avrebbe gestito una rete di consorzi e cooperative solo per evadere il Fisco per circa 20 anni, e così parlava intercettato col sistema del trojan:

“Troviamo un marocchino, qualcosa, facciamo firmare che ha portato via tutto da qua ..e svuotiamo tutto da qua”.

Inoltre, un altro indagato, gli diceva nel maggio 2022:

“Trovare qualcuno che magari torna al suo Paese, ritira le cose e se ne va”.

Tuttavia, il giudice Luca Milani ha spiegato che il sistema creato dai 22 arrestati, ha prodotto “un danno di vaste dimensioni nei confronti dell’Erario e ha inquinato il mercato del lavoro in settori nevralgici, con conseguenze disastrose per l’intera economia”.

In particolare, tra gli amministratori di fatto di alcune società, come presunti prestanome, c’erano anche due cinesi, moglie e marito titolari di un bar tabacchi a Milano. Pertanto, è considerata emblematica questa intercettazione, nella quale Bordo è a colloquio con un avvocato, il quale così spiegava alle cooperative del settore:

“Devono necessariamente operare in evasione di imposta. Non paghi l’Iva e non paghi questo e non paghi quell’altro, e ti trovi con un buco così in petto, devi solo saltare, o devi studiare il sistema come uscirne da ‘sta partita ..butti i soldi a bordo e dopo bruci ..questa è tutta la logica”.

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Campania, entra in chiesa e urina nell’acquasantiera: “È una vergogna”

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Ha dell’incredibile quanto avvenuto a Cervinara, in provincia di Avellino, presso la chiesa di Sant’Auditore Vescovo, dove un uomo ha urinato nell’acquasantiera.

Pertanto, non si è fatta attendere la replica di Stefania Cioffi, presidente dell’associazione ‘A Croce Salus di Cervinara’, che ha così commentato l’episodio:

“Di fronte ad un atto così disgustoso, quasi vengono meno le parole. È una vergogna, è inaccettabile che certe menti perverse continuino ad oltraggiare un luogo di culto; perché a prescindere dal credo religioso, la cosa che mi indigna di più è la mancanza di rispetto per dei luoghi sacri, dove viene oltraggiata non solo la nostra parrocchia ed i nostri parroci, ma vengono oltraggiati i nostri ricordi, le nostre radici, i nostri valori, i nostri progetti. Non so quali siano i propositi di queste menti perverse, ma di una cosa sono certa: che come associazione e come singoli cittadini, oggi vogliamo dire basta”.

Poi, continua: “Esprimiamo tutto l’appoggio e la solidarietà ai nostri parroci, ma soprattutto ci impegniamo e ci impegneremo alla riqualificazione di luoghi abbandonati, all’attuazione di progetti sul e per il territorio, ad occasioni di crescita individuale e culturale. La nostra piazza, la nostra gente, la nostra Cervinara, non dovrà mai più essere rappresentata da certi avvenimenti. Che il nostro tempo di Quaresima continui all’insegna della preghiera e dell’amore. Portiamo avanti propositi di condivisione, comunione e di crescita, e vi aspettiamo”.

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