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AFRAGOLA. Fondi PNRR Appalto di 8mln. Affidato e non sottoposto ad anomalia come da obbligo di legge.

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AFRAGOLA – Oramai il caso dell’appalto per la riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica di € 6.703.020,00 + iva affidato alla Costruzioni Cinquegrana srl sta diventando una telenovela. Siamo già alla terza puntata e quasi quasi dispiace che la produzione di questa soap sia targata Minformo, visto che gli afragolesi dovranno apprendere da questa testata tutte le stranezze e le coincidenze del caso. Ma andiamo ai fatti di quest’altro episodio.

Oggi ricorreva l’ultimo giorno utile per poter accedere ai fondi PNRR del progetto legato al bando di gara di cui sopra. Oltre questa data, se l’Amministrazione afragolese non fosse stata in grado di espletare, con tanto di affidamento, la gara pubblica, avrebbe perso l’accesso ai fondi e quindi anche ai futuri 15 milioni di euro.

Premesso questo, saltano subito agli occhi due enormi coincidenze, la prima è quella che stando a quanto riportato dalla tabella punteggi che hanno visto la ditta frattese mettere le mani sull’appalto, appare evidente che all’interno di questa gara pubblica ci fosse un’anomalia. Anomalia di cui la CUC (Centrale Unica di Committenza) è obbligata ad effettuare il giudizio di anomalia secondo l’Art. 97 comma 3 del Codice degli Appalti ma ciò non ha fatto e la seconda coincidenza è che non a farlo è stata la CUC di Nola, ossia quella centrale scelta proprio pochi mesi fa dall’Amministrazione Pannone con tanto di stupore e perplessità di chi non sapeva che forse, all’interno di questa centrale sarebbe stato comodo interloquire e far sapere, se non decidere, qualche scelta dal punto di vista amministrativo. Ma entriamo nel merito.

Secondo l’Art. 97 del Codice Appalti: “Gli operatori economici forniscono, su richiesta della stazione appaltante, spiegazioni sul prezzo o sui costi proposti nelle offerte se queste appaiono anormalmente basse, sulla base di un giudizio tecnico sulla congruità, serietà, sostenibilità e realizzabilità dell’offerta”. Il comma 3 prevede, invece che gli operatori economici sono tenuti a fornire alla stazione appaltante spiegazioni sul prezzo o sui costi: “quando il criterio di aggiudicazione è quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa, la congruità delle offerte è valutata sulle offerte che presentano sia i punti relativi al prezzo, sia la somma dei punti relativi agli altri elementi di valutazione, entrambi pari o superiori ai quattro quinti dei corrispondenti punti massimi previsti dal bando di gara”.

Ora, premesso che in presenza di offerte che risultino aver superato i quattro quinti del punteggio massimo previsto dal bando per i criteri qualitativi e quantitativi, la Stazione appaltante è, quindi, tenuta ad effettuare il giudizio di anomalia, mentre la scelta se procedere al giudizio è rimessa alla discrezionalità della stessa qualora elementi specifici inducano a ritenere che l’offerta non sia congrua, seria e sostenibile. La disciplina dell’art. 97, comma 3, Codice dei contratti pubblici è, del resto, espressamente richiamata dal Capitolato d’Oneri, al punto 11.7 rubricato “anomalia”, recante la disciplina dettagliata del sub procedimento di verifica dell’anomalia affidato al RUP coadiuvato, se ritenuto necessario, dalla Commissione.

Appare evidente l’illegittimità dell’operato della Stazione appaltante, la quale ha disposto l’aggiudicazione definitiva dell’appalto specifico senza sottoporre l’offerta di quest’ultimo alla verifica di anomalia prescritta sia dall’art. 11.7 del Capitolato d’oneri, sia dall’art. 97, comma 1 e 3, d.lgs. n. 50 del 2016. Ma come si verifica questa anomalia?

La Costruzioni Cinquegrana srl ha ottenuto un punteggio di 81.2 sull’offerta tecnica e 15 su quella economica. Ora fermo restando che per non essere giudicata anomala l’offerta non doveva superare i quattro quinti del tetto massimo stabilito in fase di pubblicazione di gara, vuol dire che considerando il tetto imposto dall’Amministrazione afragolese all’offerta economica pari a punti 85, l’offerta presentata dalla vincitrice non doveva superare i 68 punti. Così vale anche per il tetto imposto a quella economica che avendolo impostato a 15 punti – somma derivante da 10 per offerta economica più 5 dell’offerta tempo – la somma della vincitrice non doveva superare i 12 punti.

E come già ho anticipato in precedenza, a questo punto la CUC dei paesi nolani aveva per obbligo di legge, il dovere di verificarne l’anomalia. Ma c’è una coincidenza, l’ennesima, che fa pensare ad una forzatura in corso d’opera, ossia quella che se la Stazione appaltante avesse praticato il giudizio di anomalia, si sarebbe andati oltre la data di oggi e quindi persi non solo i fondi del PNRR ma anche l’opportunità per la città, per l’edilizia residenziale ma soprattutto per l’Amministrazione e per chi ha eterodiretto il tutto a partire dalla redazione del bando di gara. Tre indizi fanno una prova!

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AFRAGOLA. Il Sindaco Antonio Pannone vara la nuova giunta

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AFRAGOLA – Dopo aver effettuato l’azzeramento della giunta, per riottenere nuovi equilibri, date le evoluzioni avute in Consiglio Comunale, il Sindaco Antonio Pannone si appresta a formare la nuova giunta.

Da indiscrezioni raccolte da Minformo i formanti il nuovo esecutivo saranno: Chiara Nespoli, Perla Fontanella, Antonio Giacco e Pasquale De Stefano, confermati inoltre la vicesindaco Pina Castiello e Aniello Silvestro.

Nelle prossime ore sapremo di quali deleghe saranno investite.

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VIDEO – AFRAGOLA. Dopo il caso del bambino autistico, in un’altra scuola, bambini si sposano con l’assenso delle insegnanti e della dirigente

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AFRAGOLA – Se da un lato il comune normanno è passato alla ribalta nazionale per il deplorevole comportamento di una dirigente scolastica che allontana un ragazzo autistico dall’aula mentre si conversa sul fenomeno del bullismo, dall’altro lato c’è un’altra dirigente scolastica che non sa cosa fanno le proprie insegnanti a scuola durante il tempo di ricreazione.

È quanto successo al 3° Circolo Didattico Aldo Moro di Afragola. Durante i minuti di ricreazione, in una terza elementare, con l’assenso dell’insegnante che per l’occasione si è anche improvvisata cameramen e regista del momento, si è messa in atto la scena di un matrimonio eterosessuale tra due bambini, per i quali nei giorni scorsi era già trapelata la notizia del loro scherzoso fidanzamento in classe, con tanto di rito cristiano con un foglio a simboleggiare il Vangelo, marcia nuziale, scambio di fedi e lancio del bouquet.

La notizia è trapelata subito tra i genitori dei bambini poiché il video girato dalle insegnanti ha fatto subito il giro dei social, fino ad arrivare anche ai contatti della nostra redazione accompagnato dall’indignazione di alcuni genitori.

Premesso che l’indignazione dei genitori è più che giustificata in quanto l’età precoce dei bambini – stiamo parlando di fanciulli di otto anni ai quali si dovrebbero trasmettere ben altri valori – desta qualche preoccupazione, in merito allo sviluppo psicologico degli attori di quel video, inerente i potenziali quesiti o dubbi che possano sorgere nella mente di un bambino ignaro di tutte le realtà legate al pre e post matrimonio, come quella di una nascita di un bambino ad esempio, da sempre condizione quest’ultima presente nel loro immaginario, dato che essi stessi rappresentano il frutto di un matrimonio o di una unione sentimentale che dir si voglia.

Avallare, a quell’età, un legame affettivo con conseguente messa in scena dell’obiettivo finale di una relazione sentimentale è una scelta diseducativa che, per tanti motivi, va contro ogni principio pedagogico.

Al di là dell’aspetto psichico legato alla tenera età – un’età a cui non va assolutamente iniettato o promosso alcun principio di precocità sentimentale – c’è anche un aspetto morale a cui insegnanti e dirigenti scolastici hanno il dovere di adempiere ed è quello di cercare di mantenere la Scuola al di fuori della propaganda cattolico-cristiana, lasciandola nel suo recinto di Istituzione laica, seguendo, contestualmente, i principi della pedagogia moderna, la quale riconosce, attualmente in Italia, ben 15 modelli di famiglia, a partire da quella classica patriarcale – inscenata a scuola – oggi in minor numero rispetto alle altre quattordici, passando per le famiglie monosessuali, fino a terminare con le unioni civili e quindi le famiglie omosessuali.

Nel rispetto della laicità dell’Isituzione Scuola, qualche genitore si è rivolto alla dirigente scolastica per sapere se la stessa fosse a conoscenza di quanto stesse accadendo in quella classe, dopo alcuni tentennamenti, cadute di linea telefonica improvvise, la Prof.ssa Francescalaura Casillo, si ripropose di informarsi meglio con le docenti su quanto accaduto. A distanza di tre giorni, poiché il desolante evento si è consumato venerdì 22 Marzo scorso, la dirigente fa sapere che tale increscioso evento faceva parte del programma delle attività didattiche e i bambini stavano imparando cosa sia e come si svolge un matrimonio tra due persone. Come se per insegnare cosa sia stata la Seconda Guerra Mondiale si chiedesse ai bambini di portare elmetti e divise poiché all’indomani si inscena la guerra a bordo di carri armati.

Per questi motivi è bene precisare che laddove sia stata svolta realmente un’attività didattica e non di un maldestro tentativo di tutelare la sprovvedutezza delle insegnanti, non si è rispettata la laicità della scuola, dato che è andato in scena un rito cristiano, non si è tutelata la libertà di una potenziale sessualità dei bambini, dato che si è inscenato un matrimonio eterosessuale, di contra, così facendo, non si insegna ai bambini il rispetto per le altre tendenze sessuali (omo, trans, lesbo, etc.), non si è avuto il rispetto per l’età, precoce rispetto alla libertà sessuale – rischiando di inquinare l’ingenuità di qulche bambino con la malizia di qualcun altro, dato che nel video si vede chiaramente il gesto alquanto violento di un’amichetta degli sposi nel voler costringere i due “attorini” a baciarsi – e non si è avuto neanche rispetto per i genitori che hanno chiesto delucidazioni, dato che le attività didattiche non si svolgono durante il tempo concesso per la merenda.

Nella speranza che sia stata una leggerezza delle insegnanti dettata dalla voglia di passare dei momenti ludici con i propri alunni, i genitori indignati, più che dei maldestri tentativi di mascherare la realtà, avrebbero preferito sincere scuse con la garanzia che eventi incresciosi come questi non accadessero più per la tutela della psiche dei bambini e dell’Istituzione laica della Scuola.

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AFRAGOLA. Capitolato carente delle info necessarie. Revocato il bando di gara per la scuola dell’Addolorata

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AFRAGOLA – La sprovvedutezza della politica, inevitabilmente, si ripercuote anche nei settori. È notizia di oggi quella della revoca del bando di gara per la gestione della scuola dell’infanzia e primaria dell’Addolorata con modalità alquanto bizzarre e naif, come avrebbe detto un caro ex sindaco rimastomi nel cuore.

Il Comune di Afragola nella persona della Dott.ssa Pedalino pubblica un bando di gara per la gestione della scuola dell’infanzia e primaria dell’Addolorata con importo a base d’asta di € 570mila euro.

Il capitolato pubblicato però appare lacunoso e privo delle principali informazioni, utili agli operatori economici intenzionati a parteciparvi. Infatti nel capitolato non è chiarito se all’interno della struttura le suore, attualmente domiciliate in quell’immobile, dovranno continuare ad abitare quell’edificio oppure no. Non era specificato se si fosse trattato di gestione del servizio come riportato nel bando oppure una normale concessione dato che memori dell’affidamento appena concluso, il servizio constatava nella gestione mista tra privati e semiconvittori. Non solo. Ad una prima lettura del capitolato appare lampante anche la mancanza di informazioni circa le convenzioni statali sulla denominazione “paritaria” e a chi saranno destinati eventuali fondi ministeriali. Il capitolato inoltre era sprovvisto anche di costi di manodopera, utenze, Tari e tutto quello che riguardano le spese vive per una gestione di un immobile e del totale servizio. Insomma un capitolato carente di tutto quello che serve ad un operatore economico per potersi fare i famosi “conti della massaia” e stabilire se partecipare e in che percentuale effettuare il ribasso a base d’asta.

Galeotte sono state le numerose FAQ inviate da alcuni operatori economici al RUP del progetto che come spesso accade coincide con la Dirigente del Settore. Le copiose domande di chiarimento rivolte avranno messo in serie difficoltà il redattore del capitolato al punto tale da farle fare marcia indietro sull’intero iter burocratico, revocando di fatto il bando di gara pubblicato dalla Centrale Unica di Committenza dell’Area Nolana.

Un dato amministrativo desolante che denota tutta l’incapacità dei Settori nell’espletare un semplice servizio di indizione di incanto ad evidenza pubblica. Il quale avrebbe permesso all’Amministrazione Pannone di affidare in tempi rapidi il Servizio della gestione della scuola in città. Ma così non è stato.

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