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La prima Barbie con sindrome di Down, l’assessore Trapanese del Comune di Napoli: “Un giorno speciale per la mia Alba”

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È il momento delle Barbie. Il prossimo 20 luglio uscirà la pellicola dedicata alla bambola più famosa del mondo. Martedì, invece, la Mattel ha presentato la prima versione in assoluto della bambola Barbie che rappresenta una persona con la sindrome di Down. La nuova bambola fa parte della linea Barbie Fashionistas di Mattel, che mira a offrire ai bambini rappresentazioni di bellezza più diversificate e a combattere lo stigma delle disabilità fisiche.

Le precedenti Barbie Fashionistas hanno incluso una bambola con una protesi alla gamba, una con apparecchi acustici, un’altra con una sedia a rotelle e una con la vitiligine, una malattia della pelle che causa la perdita di pigmenti.

Per la nuova Barbie Fashionista, Mattel (MAT) ha dichiarato di aver lavorato a stretto contatto con la National Down Syndrome Society sulla forma, le caratteristiche, l’abbigliamento, gli accessori e la confezione della bambola per garantire che rappresenti accuratamente una persona con la sindrome di Down.

Questa condizione genetica influisce sulle capacità cognitive, causando difficoltà di apprendimento da lievi a gravi e caratteristiche facciali peculiari. 

«Questo significa molto per la nostra comunità, che per la prima volta può giocare con una Barbie che le assomiglia», ha dichiarato Kandi Pickard, presidente e amministratore delegato della NDSS. «Questa Barbie ci ricorda che non dobbiamo mai sottovalutare il potere della rappresentazione. È un enorme passo avanti per l’inclusione e un momento che stiamo celebrando».

Di recente la Mattel ha adottato un approccio più inclusivo nei confronti del suo iconico marchio Barbie, che ha 64 anni. Ma l’azienda è stata a lungo criticata per aver dato alle bambine un modello di corpo femminile con proporzioni non realistiche.

Per decenni dopo il suo debutto nel 1959, le bambole Barbie hanno continuato a essere di carnagione chiara, bianche, snelle, bionde, con una vita molto stretta, un seno abbondante e sempre in bilico su tacchi troppo alti

. «Il nostro obiettivo è quello di permettere a tutti i bambini di vedere se stessi in Barbie, incoraggiando allo stesso tempo i bambini a giocare con bambole che non assomigliano a loro stessi», ha dichiarato in un comunicato Lisa McKnight, vicepresidente esecutivo di Mattel e responsabile globale di Barbie & Dolls. McKnight ha dichiarato che l’obiettivo della Mattel con la bambola è quello di «contrastare lo stigma sociale attraverso il gioco».

Il gioco con le bambole, al di fuori dell’esperienza vissuta da un bambino, può insegnare la comprensione e costruire un maggiore senso di empatia”. Siamo orgogliosi di presentare una Barbie con la sindrome di Down per riflettere meglio il mondo che ci circonda e per promuovere il nostro impegno a celebrare l’inclusione attraverso il gioco”, ha dichiarato.

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Scomparsa nel Milanese la 29enne Giulia Tramontano: è al settimo mese di gravidanza

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Sono ore d’ansia e angoscia per la famiglia e gli amici di Giulia Tramontano, la 29enne di origini napoletane ma residente a Senago, nel Milanese, scomparsa improvvisamente dallo scorso sabato sera. La donna è al settimo mese di gravidanza, e secondo alcuni familiari avrebbe portato con sé soldi e passaporto.

Al momento, non si conoscono i reali motivi di questa fuga, anche se la famiglia esclude che si tratti di un allontanamento volontario. Infatti, la 29enne agente immobiliare, era sempre in contatto con familiari e amici, tranne che nella giornata di domenica, evento che ha messo in allarme i suoi cari che hanno subito denunciato la sua scomparsa.

Pertanto, Giulia è alta 1,68 cm, ha i capelli lunghi e biondi, oltre ad un tatuaggio sul braccio sinistro.

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Neonata abbandonata dalla madre fuori al Pronto Soccorso: i dettagli

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Vergognoso episodio avvenuto lo scorso 24 maggio a Milano, dove una neonata è stata abbandonata all’esterno del Pronto Soccorso dell’ospedale di Sesto San Giovanni. Si tratta del terzo caso in due mesi, dopo il ritrovamento del piccolo Enea nel giorno di Pasqua e quello della bambina abbandonata dalla madre in uno stabile dismesso.

A darne notizia, ci ha pensato l’amministrazione comunale di Sesto San Giovanni, che ha così scritto in una nota:

“La bambina è stata subito presa in carico dai medici ed infermieri dell’ospedale di Sesto, che le hanno prestato le prime cure necessarie dopo le ore trascorse fuori dalla struttura in stato di abbandono, per poi disporne il trasferimento nella stessa giornata all’ospedale Niguarda, dove si trova attualmente e risulta in condizioni di salute stabili”.

In seguito, il sindaco di Sesto San Giovanni Roberto Di Stefano, si è così rivolto alla madre:

“Faremo il possibile per assicurare che la bambina possa tornare dalla madre. Il nostro Comune ha predisposto una serie di progetti e misure di sostegno per dare supporto alle famiglie in difficoltà. Sul nostro territorio ci sono inoltre numerose realtà, che lavorano per risolvere queste storie tristi. La madre della bambina non deve avere paura e riconoscere la figlia, noi saremo al suo fianco, non verrà lasciata sola”.

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Mattarella riceve il premio Paolo VI: “Giusto devolvere la somma per i danni causati dall’alluvione”

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Dopo aver ricevuto da Papa Francesco il Premio Internazionale Paolo VI, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto rilasciare queste dichiarazioni:

“Vorrei chiedere all’Istituto Paolo VI, di destinare la somma collegata al premio alla comunità intitolata a Giovanni XXIII nata in Romagna. Alcune delle sue case d’accoglienza sono state gravemente colpite dall’alluvione dei giorni scorsi. Penso che con il premio più che la mia personale azione, si intenda e si è inteso indicare un modo di interpretare l’impegno nella società e nelle istituzioni, che in molti hanno praticato e sviluppato ispirandosi alla visione di Paolo VI e ai suoi insegnamenti, che tante volte ha espresso. E io spero di meritare la valutazione di averli bene interpretati”.

Ecco il commento di Papa Francesco:

“Sono lieto signor Presidente, di farmi strumento di riconoscenza a nome di quanti, giovani e meno giovani, vedono in Lei un maestro, un maestro semplice, e soprattutto un testimone coerente e garbato di servizio e di responsabilità”.

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