

Calcio
Napul’ è mille culur’: il tricolore torna all’ombra del Vesuvio
Napul’ è mille culur’ cantava Pino Daniele, e ieri lo è stato, con una città completamente tinta d’azzurro che ha gridato al mondo il proprio riscatto, il proprio senso di appartenenza. E lo ha fatto alla sua maniera, con il folklore che l’ha sempre contraddistinta, con i fuochi d’artificio a coprire il cielo fino all’alba, per una notte attesa 33 anni.
Questa vittoria ci riporta alla mente il sapore di un calcio antico, che avevamo quasi dimenticato. Quello in cui Davide batte Golia, il Sud sovrasta il Nord, che rappresenta la rivalsa di un popolo troppe volte vessato e maltrattato.
È stata la vittoria di un gruppo straordinario, costruito dalla guida sapiente del presidente De Laurentiis e dalle intuizioni del Ds Giuntoli, oltre che dall’ostinazione tipicamente toscana di Luciano Spalletti, calatosi fin da subito nella realtà partenopea e capace di forgiare la squadra a sua immagine e somiglianza, forte anche nelle difficoltà. Nonostante i calciatori meritino tutti una standing ovation, voglio citarne solo 3 che a mio avviso hanno reso possibile questo sogno:
L’imprevedibile Kvaratskheila, vero colpo a sorpresa di quest’estate e autentico trascinatore con le sue giocate e i suoi dribbling ubriacanti, avvolto nella bandiera della sua Georgia negli spogliatoi di Udine e in lacrime per un traguardo storico. ù
Il dominatore Osimhen, protagonista con i suoi gol e la sua voglia di spaccare le difese avversarie, sempre pronto a caricarsi la squadra sulle spalle nei momenti più difficili, autore della rete che vale il titolo.
Il capitano Di Lorenzo, emblema e leader di un gruppo umile e coeso, affamato di vittorie e unito verso un unico obiettivo: riportare il tricolore all’ombra del Vesuvio. Bravi ragazzi, ci siete riusciti. Complimenti al Napoli campione d’Italia.
Attualità
Napoli si prepara alla festa scudetto, De Laurentiis su Luis Enrique: “E’ un grande allenatore, ma pensa alla Premier”

Fervono i preparativi per la festa scudetto del Napoli, in programma domenica 4 giugno allo stadio Maradona. Intanto, il presidente Aurelio De Laurentiis, ha così parlato nel corso di una lunga intervista rilasciata al TgR Campania:
“Il 4-3-3 è il nostro modulo, assolutamente da continuare. Abbiamo dei giocatori straordinari, che vogliamo tenere. Abbiamo sul tavolo una decina di allenatori che abbiamo verificato e che possono cimentarsi o si cimentano con il 4-3-3. Stiamo verificando un momentino chi potrebbe essere la persona più adatta per continuare questo ciclo, che abbiamo aperto e che io voglio continuare. Io voglio ancora seminare. Abbiamo bisogno dell’appoggio di tutti i tifosi e dei napoletani. Quando uno crea un ‘twist’, un cambiamento, ci possono essere dei momenti che però non devono spaventare, perché tutto serve per migliorarsi. Noi andremo avanti come abbiamo sempre fatto in tutti questi anni. Siamo l’unica squadra italiana che da 14 anni è in Europa. Questo la dice lunga anche sulla scelta dei tanti allenatori. Il vantaggio è che io non so giocare a calcio, ma so fare l’imprenditore. Io non mi lascio trasportare dal sentimentalismo, anche se sono un grande sentimentale. Devo essere razionale a mille e quindi devo verificare, parlando, intervistando, capendo. Poi è chiaro che mi posso anche sbagliare. Fino ad ora, però, abbiamo sbagliato raramente. E spero che anche questa volta faremo centro”.
Poi, sulla questione allenatore ha aggiunto:
“Luis Enrique è un grande allenatore, ha fatto molto bene al Barcellona, ma credo che abbia in mente la Premier League. Noi competiamo con tanti altri campionati, che a volte come l’Inghilterra, sono più attraenti del nostro. Noi a volte diciamo: ‘Guardate che se andate in Inghilterra non mangerete come a Napoli, se aprirete la finestra non vedrete il golfo ma la nebbia’, però poi queste sono chiacchiere. Il problema è che il ‘conquibus’ che possono ottenere in Inghilterra è più allettante”.
Poi, prosegue parlando di futuro: “Io non devo competere con il passato, io ho sempre guardato al futuro. Quello che è stato fatto nel passato però, serve sempre di stimolo per fare meglio. Io non gioco da solo il campionato, gli altri non staranno a guardare. Bisogna vedere come si rinforzeranno. Noi dobbiamo cercare di avere la Dea bendata dalla nostra parte soprattutto in Europa, perché nei sorteggi ci si gioca tutto. Faremo del nostro meglio per accontentare i tifosi, che sono il nostro vero bene. Noi lavoriamo per loro e loro devono starci accanto. Non devono avvilirsi se qualcosa non dovesse andare per il verso giusto, perché comunque si modificherà, ci risolleveremo da qualche sbaglio. Bisogna solo essere uniti, perché così possiamo arrivare ovunque”.
Chiosa finale dedicata alla festa scudetto di domenica:
“Io vorrei tutti i napoletani allo stadio domenica, a me dispiace moltissimo. Si è parlato di 250mila, ma credo siano molti di più. La Rai, però, è venuta in nostro soccorso e trasmetterà questa grande festa dalle 21.00 in poi, che potranno guardare anche in 10 milioni. Sarà una festa che verrà vista anche nelle altre parti del mondo, grazie anche a Rai Italia. Ci saranno tanti ospiti, cantanti, attori, De Martino condurrà con la sua classe e simpatia. La gente si divertirà e si farà coinvolgere. Abbiamo voluto privilegiare Napoli e la canzone napoletana. Ci saranno Gigi D’Alessio, Nino D’Angelo con il nuovo inno, Emma, Arisa, Stash, Clementino, Enzo Avitabile e poi ci saranno tanti attori che verranno a raccontare questo sentimento”.
Calcio
“Mi ha chiesto di andare, mi ha detto che aveva dato il massimo” De Laurentis a Che tempo che fa

Il tono è sommesso, ma le stoccate sono sempre sulla punta della lingua. Il sorriso di Spalletti è beffardo, l’emozione per lo scudetto conquistato con tanto anticipo resiste al caldo e alle giornate che preludono all’addio. Luciano resta lo specchio del suo Napoli, che al Dall’Ara vive di folate, non va a caccia dei record e si arrende alla foga del Bologna che invece vuole ancora scalare la classifica. Il Napoli squadra è appagato ma stanco, mentre De Laurentiis è in grande spolvero e ruba la scena a poche ore dalla partita nel salotto di Fabio Fazio: «Sono stato il primo a credere nello scudetto e a comprare i giocatori per Spalletti». Già, l’allenatore che va via. «Che dovevo fare — insiste Aurelio — mi ha chiesto di andare, mi ha detto che aveva dato il massimo, voleva un anno sabbatico e io sono generoso». Svela così l’incontro a cena di qualche settimana fa quando si dissero addio. Motiva il divorzio. La replica di Spalletti non si farà attendere.
La squadra ha pareggiato una partita che poteva vincere — il doppio vantaggio glielo avrebbe consentito — ma che poi poteva anche perdere perché la squadra di Thiago Motta non si accontenta e va alla ricerca forsennata del gol beffa fino al recupero. La ciliegina sulla torta dello scudetto è la doppietta di Osimhen, che si porta a quota 25 in campionato e blinda la vetta della classifica cannonieri. «Diventerà un top player, sarà il più forte che ho allenato», confessa Lucio che ha lo sguardo perso nella commozione. E che poi passa a parlare di Kim: «Spero che resti al Napoli il prossimo anno». Sta andando via Lucio, e si coccola i suoi uomini fino alla fine.
Riprende il guizzo felino quando il discorso scivola su De Laurentiis e sul suo ultimo monito («stare al Napoli è un privilegio non un obbligo»). «Non mi interessa — dice l’allenatore del Napoli — sono troppo concentrato a festeggiare col mio popolo e i miei giocatori». Nessuna polemica, ciò che si percepisce ancora una volta è la distanza dal presidente. Pure Aurelio è già oltre, aspetta il sì di Luis Enrique. Su Spalletti: «È un grande allenatore non uno che sceglie i giocatori». E annuncia: «Comprerò calciatori giapponesi».
Calcio
Questore di Napoli adotta dei provvedimenti di divieto di accesso nei confronti di alcune persone

Il Questore di Napoli ha adottato 7 provvedimenti di divieto di accesso alle manifestazioni sportive (DASPO), della durata di un anno, nei confronti di altrettante persone che, durante i servizi di filtraggio per l’accesso all’impianto sportivo, in occasione dell’incontro di calcio Ischia Calcio-Pompei dello scorso 19 marzo, erano state denunciate per possesso di artifizi in occasione di manifestazioni sportive poiché trovate in possesso di una barra metallica e di fumogeni.
Ancora, altri due daspo, della durata di cinque anni, sono stati emessi nei confronti di due napoletani che, poco prima della partita di Champions League Eintracht Francoforte-Napoli dello scorso 21 febbraio a Francoforte, avevano preso parte ai disordini tra i supporters locali e quelli partenopei presso un’area di servizio della città dove poi un agente tedesco era rimasto ferito ad una mano.
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