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Dopo tanto tempo si riaccende una speranza, gli operai della ex Whirlpool ritornano in fabbrica

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Abbracci e pacche sulle spalle tra i lavoratori per l’arrivo nel Cral aziendale. Ha già il sapore del riscatto, aspettando la riapertura dei cancelli di via Argine chiusi dal 31 ottobre del 2020. Nonostante la pioggia senza fine ci sono anche tante lacrime da parte degli ex operai della Whirlpool di Napoli perchè dopo tanto tempo si riaccende una speranza. Dopo il tempo trascorso, si ha come una “fumata bianca” da parte del ministero delle Imprese e del Made in Italy che ha sancito, definitivamente il passaggio dalla Zes Campania alla Tea Tek, azienda napoletana che si dedica al fronte delle energie rinnovabili che ha presentato un progetto di reindustrializzazione del sito e che ora è impegnata ad assumere i 312 operai con le stesse condizioni economiche e normative. Da quanto emerso nel corso dell’assemblea tenuta stamane gli operai e parti sociali firmeranno un nuovo contratto determinato fino il mese di ottobre 2023, ovvero l’ultimo mese di copertura della Naspi. Purtroppo però bisognerà attendere ancora un pò di tempo per ritornare a lavorare ci vorranno circa 9 mesi solo per installare i nuovi macchinari dove in precedenza c’erano delle lavatrici.

Questa volta però, il progetto c’è ed è concreto dopo tanti tentativi e la continua lotta operaia . Merito anche del lavoro svolto che si è dimostrato efficace. Il Commissario Straordinario del Governo della Zes Campania a gennaio del 2023 pubblica l’avviso, per l’individuazione di investitori a cui trasferire la proprietà, il cui è terminato lo scorso 26 aprile con il trasferimento del compendio produttivo ex Whirlpool, ufficializzato ieri al Mimit, «A prescindere dalle tempistiche – spiega fiducioso il segretario della Fim di Napoli, Biagio Trapani – si vede per la prima volta una prospettiva in questa vertenza: l’impressione che abbiamo avuto è quella di un’azienda che sa il fatto suo». Resta tuttavia «la necessità di accelerare i tempi, come chiede anche l’azienda, per stilare con le istituzioni un accordo quadro che traghetti tutti i lavoratori finalmente a regime nel 2025». Anno che potrebbe sancire la definitiva rivalsa delle tute blu. Il progetto green, illustrato ieri dal ceo di Tea Tek, è composto da tre parti essenziali:

  1. Riguarda la produzione di componenti metalliche per la realizzazione di inseguitori solari che dovrebbe impiegare, dal 2025, 172 lavoratori a regime pieno. Avvalendosi persino di una partnership con importanti produttori stranieri.
  2. “Porzione” consiste invece nella produzione di power skid per impianti fotovoltaici. La quale dovrebbe impiegare a regime altre 90 risorse, sempre a partire dal 2025.
  3. Potrebbe coinvolgere altri partner affiancandosi all’acquisizione di una fabbrica di trasformatori.

Infine, le rimanenti 50 unità provenienti dal bacino dell’ex Whirlpool andrebbero assunte nella creazione di un laboratorio di ricerca sulle tecnologie rinnovabili a cui sarà annessa una piccola linea di produzione per fotovoltaici stradali con il compito di sperimentare nuove soluzioni per le smart city. Gli investimenti della Tea Tek, per poter realizzare le tre attività, ammonteranno dai 25 ai 28 milioni di euro. Chiedendo un così detto sprint nella riconversionesi va a supportare l’azienda e al tempo stesso i lavoratori, attraverso il coinvolgimento di Invitalia per poter sostenere la formazione per riqualificare il personale e gli investimenti promossi dalla Tea Tek. «Confidiamo nel supporto delle istituzioni pubbliche – precisa Gianluca Ficco, segretario nazionale della Uilm – dal momento che questo progetto deve diventare realtà in tempi rapidi. Precisamente entro ottobre 2023, l’ultimo mese per i lavoratori di copertura del sussidio di disoccupazione. Pochi mesi quindi per convincere le istituzioni, Governo e Regione su tutti, a spalleggiare il progetto in ogni modo».

Intanto, in attesa di poter fissare la ristrutturazione dello stabilimento e la contestuale riorganizzazione del lavoro futuro, le sigle sindacali di categoria di Fim, Fiom e Uilm non nascondano la dovuta contentezza del momento che sa già di vittoria. «Oggi – evidenzia Barbara Tibaldi, segreteria nazionale Fiom – è un giorno che segna una grande vittoria per questi operai. Manca ancora un pezzo di lavoro da svolgere ma possiamo dire fin da ora che questo è un grande successo che può fungere da monito per tutto il Mezzogiorno dove occorre investire sempre di più, in modo pubblico e privato, per costruire prospettive per il futuro».

Per le tute blu, si preferisce vedere la riapertura dei cancelli, il che diventerebbe una vera e propria vittoria per tutta la città. «È la vittoria di Napoli – commenta, senza doverci pensare neanche per un secondo, l’Rsu di fabbrica e sindcalista Uilm Vincenzo Accurso – perché a guadagnarci sarà l’intero territorio. Ed è anche una risposta per tutto quello che sta succedendo nel Paese dove al Sud il lavoro scompare ogni giorno. Oggi possiamo dire che al Meridione si può resistere credendo nelle proprie forze». «Fin dal primo momento della nostra lotta – conclude Accurso – siamo andati contro un sistema volto a desertificare il Sud, impoverendo il territorio dove siamo nati e cresciuti. Oggi il nostro è sicuramente un riscatto personale ma la condividiamo con tutta la città. Con tutta quella Napoli che ha sempre dimostrato di poter valere».

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Roma-Fiumicino, l’onorevole Fassino denunciato per furto al duty-free dell’aeroporto

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Problemi in aeroporto per l’onorevole Piero Fassino, denunciato con l’accusa di furto di un profumo da 100 euro al duty-free a Roma-Fiumicino.

I fatti risalgono allo scorso 15 aprile, quando Fassino si trovava nel principale aeroporto romano in attesa di un volo per Strasburgo.

Tuttavia l’onorevole ha smentito tale notizia, poiché si sarebbe trattato di un semplice fraintendimento, visto che quando l’onorevole si trovava al duty-free per prendere un profumo alla moglie, gli è squillato il telefono e per rispondere avrebbe quindi appoggiato la confezione nella tasca del giaccone in attesa di andare alle casse.

A quel punto, forse distratto dalla telefonata e sovrappensiero per il volo, Fassino avrebbe superato le casse senza pagare il profumo. Pertanto sarebbe stato fermato dall’antitaccheggio, con l’arrivo della vigilanza che ha subito segnalato agli organi di Polizia.

Inoltre alcuni testimoni riferiscono di una discussione pacata tra Fassino e la sicurezza, con l’onorevole che per dimostrare la sua buona fede si sarebbe anche offerto di acquistare due confezioni del profumo, ma trovando l’opposizione degli addetti alla sicurezza del duty-free, i quali hanno comunque proceduto con la denuncia.

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Totò diventerà un brand

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Nel 2023, il Tribunale di Torino ha concesso agli eredi di Antonio De Curtis la possibilità di poter proibire l’utilizzo, senza autorizzazione, del nome d’arte del grande comico partenopeo. La decisione si estende anche alla sua celebre poesia “‘A livella”.
Sicché, molte attività commerciali, soprattutto nel napoletano, saranno costrette a cambiare denominazione.
Partite le missive dei legali degli eredi di Totò, con la diffida ai titolari dei locali.

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Ercolano, un papiro svela il luogo di sepoltura di Platone

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Il papirologo Graziano Ranocchia, dell’Università di Pisa, ha rivelato una sensazionale scoperta: il luogo preciso della sepoltura di Platone nell’Accademia di Atene, grazie a quanto è svelato dai papiri presenti in Ercolano.
La scoperta è frutto del progetto ‘Greek Schools’ condotto con il Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Il testo rivela che Platone fu venduto sull’isola di Egina, forse nel 404 a.C., quando gli Spartani conquistarono l’isola o, in alternativa nel 399 a.C., subito dopo la morte di Socrate. Sicché, Platone non fu venduto come schiavo nel 387 a.C. durante il suo soggiorno in Sicilia, così come voleva l’ipotesi più accreditata.
Sono emersi dettagli, anche, sull’ultima notte del filosofo, e – fra tutte – ha particolare rilevanza il nuovo quadro della corruzione dell’oracolo di Delfi da parte del filosofo accademico Eraclide Pontico.

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