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Cronaca

Maria e Luigi uccisi dal suocero, Caiazzo non ricorda di aver ucciso anche lei

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Cammisa, operaio, sposato con la figlia di Caiazzo e padre di due bambini di 2 e 7 anni, faceva l’operaio e ieri mattina, qualche minuto prima delle 6.30, era uscito come sempre dalla sua abitazione, nei pressi della centralissima piazza Sant’Antonio, per andare al lavoro. Il tempo di percorrere pochi passi e il suocero gli ha sparato, lasciandolo a terra esanime.

Cammisa era già privo di vita quando Caiazzo ha raggiunto la palazzina di via Enrico Caruso, distante pochi minuti di auto, dove il figlio maschio viveva con Maria Brigida. In quel momento la donna era sola in casa con i due bambini che, presumibilmente, dormivano, perché il marito, anche lui operaio, era già andato a lavoro. Quando lo hanno avvisato ed è tornato a casa, il marito di Brigida è stato visto uscire sconvolto da una vicina, che ricorda: ” Riusciva soltanto a dire: ” Me l’ha uccisa, me l’ha uccisa. È stato lui””. Le indagini dei carabinieri si sono indirizzate immediatamente sulla pista del dramma consumato in ambito familiare. E subito gli inquirenti hanno cominciato a dare la caccia a Caiazzo. Le prime ore di ricerche però non hanno dato esito. Così la Procura di Napoli Nord diretta dalla procuratrice Maria Antonietta Troncone ha deciso di diffondere ai media le generalità e la foto del sospettato. In quegli stessi minuti, l’uomo decideva di costituirsi.

Caiazzo è stato interrogato fino alle sette di sera. L’uomo ha confessato senza esitazioni di aver ammazzato il genero. Ma ha sostenuto di non ricordare di aver assassinato anche la nuora. “E la pistola? ” , gli hanno chiesto. La custodiva, illegalmente, da tempo. L’ha gettata, ma non ricorda dove.

Da luglio 2022, ha sottolineato, si era convinto che i due avessero una relazione. Ne aveva parlato in famiglia ma, ha aggiunto, nessuno gli prestava ascolto. Anzi, gli davano del bugiardo.

L’avvocato teme che possa togliersi la vita perché più volte, durante l’interrogatorio, ha ripetuto: ” Ho capito che devo farla finita”. Ora è in carcere, solo con suoi demoni.

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Cronaca

Calcio in ansia per Alexis Beka Beka, che minaccia di lanciarsi nel vuoto: le ultime

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Il mondo del calcio francese è sotto shock, dopo che il calciatore del Nizza Alexis Beka Beka ha minacciato di suicidarsi.

In particolare, il giovane vuole gettarsi nel vuoto dal ponte Magnan, vicino Nizza, con gli agenti della gendarmeria e un team di psicologi sul posto per dissuaderlo dai suoi insani propositi.

Secondo i media francesi, il 22enne centrocampista parigino vorrebbe togliersi la vita per una delusione d’amore. Infatti, la compagna del calciatore è attesa sul posto per cercare di evitare il peggio. Seguiranno aggiornamenti!

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Cronaca

Ponticelli, infermiere pestato a sangue mentre soccorre un paziente: i dettagli

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Ennesima aggressione ai danni del personale sanitario avvenuta a Ponticelli, nel Napoletano, dove un infermiere del 118 è stato picchiato. Pertanto, l’episodio è stato subito segnalato e denunciato dall’associazione ‘Nessuno Tocchi Ippocrate’ in una nota:

“Infermiere K.O., mentre si protesta contro le aggressioni! Asl Napoli 1: aggressione n.47 del 2023 (71 aggressioni totali tra Napoli 1 e Napoli 2 da inizio anno). Mentre è in corso la manifestazione contro le aggressioni al personale sanitario organizzata da CGIL e NTI, a Ponticelli un infermiere 118 viene malmenato! La postazione 118 di Ponticelli alle 10:15 viene allertata a Via Benedetto Cairoli per agitazione psicomotoria in paziente di sesso maschile. Sul posto, nonostante la presenza delle forze dell’ordine (addirittura 4 volanti), il paziente è riuscito a sferrare un pugno all’infermiere mettendolo K.O”.

A tal proposito, non poteva mancare il commento del deputato Francesco Emilio Borrelli:

“Una vergogna assoluta. Vogliamo che l’aggressore venga preso e punito severamente. All’infermiere aggredito va tutta la nostra solidarietà. Da anni, è in corso un vero e proprio attacco al personale sanitario che qui è al limite della sopportazione. In questo continuo clima di tensioni non è possibile lavorare. Ora chiediamo provvedimenti e la repressione di queste violenze”.

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Cronaca

Strage in Pakistan, bomba nei pressi di una moschea: 52 morti e 60 feriti

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Una vera e propria strage quella avvenuta nel distretto di Mastung, in Pakistan, dove hanno perso la vita almeno 52 persone e oltre 60 sono rimaste ferite, vittime di un attacco suicida nel corso di una processione religiosa.

In particolare, l’esplosione è avvenuta ieri durante le celebrazioni di Eid Milandum Nabi, il compleanno del Profeta Maometto. Pertanto, l’ufficiale del distretto di Mastung, Rashid Mohammad, ha confermato il numero dei morti e dei feriti.

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