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Migranti, la Germania approva finanziamento da centinaia di migliaia di euro a ONG in Italia

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Arrivano buone notizie sul fronte migranti, visto che pare imminente un finanziamento da centinaia di migliaia di euro del governo tedesco, al fine di promuovere un progetto di assistenza a terra di migranti in Italia e uno per una ONG che opera salvataggi in mare.

Pertanto, a sostegno dell’attuazione del memorandum d’intesa con le autorità tunisine, la Commissione europea annuncia oggi 60 milioni di sostegno al bilancio per la Tunisia e un pacchetto di assistenza operativa sulla migrazione per circa 67 milioni di euro.

Ecco le dichiarazioni in merito del portavoce dell’esecutivo comunitario Ana Pisonero:

“La Commissione sta accelerando sia i programmi in corso che le azioni nell’ambito dell’assistenza collegata al memorandum. Ci aiuteranno ad affrontare la situazione urgente che vediamo oggi a Lampedusa, in linea anche con il piano in 10 punti annunciato. Il pacchetto che annunciamo oggi, combina sia l’assistenza in corso e nuova assistenza nell’ambito del pacchetto di sostegno”.

Poi, ha aggiunto: “I sostegni per quasi 67 milioni per le azioni migratorie saranno aggiudicati e consegnati rapidamente. Siamo impegnati a portare avanti l’attuazione del memorandum dando priorità, nel campo della cooperazione in materia di migrazione, alla repressione delle reti di trafficanti e intensificando l’assistenza dell’Ue per lo sviluppo delle capacità delle autorità di contrasto tunisine, nonché il sostegno ai rimpatri dei volontari e al reinserimento dei migranti nei loro Paesi d’origine nel pieno rispetto”.

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Giallo sulla scomparsa di Roberta, la donna sparita da oltre 10 giorni: i particolari

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Era lo scorso 26 novembre, quando la 36enne Roberta Cortesi è scomparsa da Bergamo. Pertanto, la famiglia non ha notizie da oltre 10 giorni, poiché la donna si trovava in Spagna, a Malaga per la precisione. A questo punto, oltre alla Polizia spagnola, è scesa in campo anche l’Interpol.

Ecco le parole della famiglia riportate da Sylo24:

“Era troppo legata alla famiglia per sparire perdendo i contatti: non l’avrebbe mai fatto. Ed escludo che si possa trovare in ospedale o in altri istituti, perché l’avrebbero già scoperto”.

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Napoli, Luciano Spalletti diventa cittadino onorario

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Luciano Spalletti ha ricevuto stamane la cittadinanza onoraria del comune di Napoli, con la cerimonia avvenuta presso la Sala dei Baroni al Maschio Angioino.

Pertanto, è stato il sindaco Gaetano Manfredi a conferirgli il riconoscimento, dopo la laudatio del prof. Bruno Siciliano, ordinario di automatica e robotica all’Università di Napoli Federico II.

Ecco le parole del primo cittadino:

“Oggi è una bellissima giornata per la nostra città. Vincere uno scudetto a Napoli è qualcosa di più che vincerlo altrove. È stata l’occasione per ricordare al mondo che Napoli è una città vincente. Tutti noi abbiamo ancora le immagini dei tanti turisti venuti qui a festeggiare con noi, con la maglia azzurra. Luciano Spalletti è stato un grande esempio di grande condottiero in campo e di amore per questa città. Napoli è una città unica, capace di trasmettere amore e passione a chi arriva qui. Per lasciare un segno a Napoli, però, ci vogliono uomini speciali. E Luciano Spalletti è stato questo. Si è dedicato alla città, l’ha amata ed è stato amato. Quando si vince a Napoli, è una vittoria speciale. La scelta di conferire la cittadinanza onoraria a Luciano Spalletti è una scelta vera”.

Poi, arrivano le parole dell’attuale CT della nazionale:

“Ringrazio tutti: il sindaco, il Consiglio comunale e tutte le persone che hanno lavorato con me nella scorsa stagione. Napoli è la mia casa. Da oggi, sono un officially scugnizzo. E’ un’emozione indescrivibile. Non so se merito tutto questo. Mi avete fatto sentire come forse nessun comune mortale può meritare. Il mio regalo oggi è mostrarvi un video che ho fatto per ringraziare i miei calciatori, che non avevo fatto mai vedere a parte loro”.

Presente anche il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, con il quale è nato un simpatico siparietto:

“Ora, accettando questa cittadinanza, sarai nostro consulente a vita quando avremo bisogno, non puoi più sottrarti!”…..Spalletti replica: “Con lui è sempre così, come in un film horror. Attendi lì la scena che fa più paura, poi si riparte e all’improvviso ne arriva un’altra!”.

Pertanto, la decisione dell’amministrazione Manfredi accoglie le richieste pervenute da parte dei consiglieri comunali, ed è motivata non solo dai meriti sportivi, ma anche per il contributo reso dal tecnico al rafforzamento dell’immagine, del prestigio e dell’identità partenopea.

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Innaugurato il nuovo Parco Urbano a Caivano, sarà intitolato al magistrato Rosario Angelo Livatino

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Il nuovo Parco urbano attrezzato presso l’ex Centro sportivo Delphinia, inaugurato recentemente dopo gli interventi di riqualificazione effettuati, sarà intitolato al magistrato Rosario Angelo Livatino, che è stato vittima di un vile agguato mafioso ad Agrigento il 21 settembre 1990 mentre si recava, senza scorta, in tribunale. Con l’intitolazione del Parco, la Commissione straordinaria intende “testimoniare e rafforzare il proprio impegno per il contrasto all’illegalità e alla lotta alla criminalità, mantenendo viva la memoria e il ricordo di chi si è sacrificato per la giustizia e il bene della collettività». L’attività del giudice Livatino, proclamato beato il 9 maggio 2021, fu caratterizzata da numerosi colpi inferti alla mafia, soprattutto attraverso lo strumento della confisca dei beni.

I componenti della Commissione straordinaria, Filippo Dispenza, Simonetta Calcaterra e Maurizio Alicandro precisano che le ragioni di tale decisione “sono ascrivibili al grande impegno mostrato dal giudice Livatino in un complesso contesto storico e sociale in cui Livatino ha esercitato le sue funzioni di magistrato, che lasciano intendere molto bene perché è stato assassinato in “odium fidei” e perché lo stesso San Giovanni Paolo II lo definì “Martire della Giustizia ed indirettamente della Fede”: il senso di giustizia di Livatino era strettamente connesso alla sua fede. Venne assassinato come giudice credente e, nell’applicazione delle misure di prevenzione personali e patrimoniali contro gli appartenenti alle organizzazioni criminali, è stato non solo uno straordinario maestro ma anche e soprattutto un illuminato precursore. Infatti, l’allontanamento dei mafiosi dal loro contesto familiare e criminale li mette in una situazione difficile di perdita di consenso   e soprattutto, li priva dei beni derivanti dalle loro attività criminali.

Sequestri e confische di beni mobili ed immobili fanno perdere credibilità ed appeal verso le nuove generazioni. Per i mafiosi, tali provvedimenti afflittivi sono risultati molto più efficaci della semplice detenzione, perché il carcere viene ritenuto un “rischio di impresa”, la privazione dei beni derivanti dal crimine un’onta gravissima. Una delle frasi che il giudice Livatino soleva ripetere e che dovrebbe essere scolpita in tutte le sedi di giustizia è questa: “per giudicare occorre la luce e nessun uomo è luce a se stesso”.

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