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A CAIVANO c’è chi rimpiange il passato e non vuole godere dell’aria di cambiamento che si sta attuando

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CAIVANO – In un’epoca di cambiamento come quella che sta attraversando la cittadina gialloverde con un cambiamento radicale dal punto di vista della legalità, dove finalmente le istituzioni fanno sentire la loro presenza e dove l’ultimo blitz che scopre un sistema di corruzione tra politica e criminalità inietta un po’ di fiducia tra la gente che oramai resiliente non denunciava per paura di essere lasciata sola dalle istituzioni, c’è ancora qualche persona un po’ attempata che assuefatta dal modus vivendi che si attuava a queste latitudini e che è stata capace di farsi largo a gomitate per continuare a vivere in una posizione borderline cercando di mantenere sempre vivo quell’equilibrio sottile tra legalità e illegalità, che rimpiange il passato e vorrebbe tutelare i simboli dell’illegalità ancora in piedi sul territorio.

Sono quelli degli anni ‘60, quelli con la mentalità corleonese, bagherese, casalese e caivanese di quell’epoca che oggi rimpiangono quello stile di vita a loro tanto caro, rimpiangono i sacrifici che hanno fatto, seppur intrattenendo rapporti con chi gli dava il permesso anche di respirare, credono di essersi realizzati nella loro povera vita di periferia. Quelli che attraverso il tipico atteggiamento, totalmente errato del: “m’’a saccio fa’ co’ bbuono e ‘o malamente” si sono sempre accontentati di poco a loro insaputa. Perché il poco, appunto, è sempre stato rappresentato dal proprio orticello, dato che questi personaggi hanno sempre ignorato i benefici personali che derivano da un benessere collettivo.

Ed è proprio questo tipo di persona, sia quelli vicini che i protagonisti di alcune menzioni sui documenti della magistratura che li qualifica come personaggi politici che sono stati molto vicini ad alcuni boss attualmente detenuti che stanno difendendo a spada tratta quello che da sempre a Caivano ha rappresentato il simbolo dell’egemonia camorristica, il collegamento tra politica e criminalità sul territorio. Sto parlando del Campo sportivo “E. Faraone”.

È davvero disarmante vedere come certe persone non sanno guardare avanti, non riescono a capire il cambiamento, non riescono a percepire l’aria che si sta respirando in questi giorni. Sono gli stessi che noncuranti dell’acquitrinio in cui era finita la propria comunità continua a guardare nella stessa e identica direzione di sempre, quella dei propri interessi, dell’arricchimento personale e delle promesse fatte e mai mantenute di secoli fa.

È ora di svegliarsi. Per questo Caivano, dopo i fatti di cronaca, ha bisogno di un nuovo commissariamento per infiltrazioni criminali. La politica e i cittadini non sono pronti, non hanno ancora ben compreso la gravità del “Sistema delle estorsioni” che ha riguardato tutta la classe dirigente e quando dico tutta intendo tutta, nel senso che chi non è menzionato nel decreto di fermo dell’altro giorno, sarà inglobato certamente all’indomani del prosieguo delle indagini o costituisce comunque un fumus attraverso le proprie parentele e/o affinità.

Quindi c’è bisogno di una vera e propria rivoluzione culturale e quella non passa certamente attraverso i protagonisti di oggi, siano essi stati seduti nella maggioranza di Enzo Falco che in minoranza. Il cambiamento passa anche attraverso una riforma generazionale della classe dirigente, nel senso vero della frase “facce nuove”.

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Caivano: Omicidio Natale, si chiude il cerchio, tre proiettili per punire lo sgarro.

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Per delega del Procuratore della Repubblica si comunica che, nel corso della mattinata odierna, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna hanno dato esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Napoli, nei confronti tre persone gravemente indiziate, a vario titolo, del reato di omicidio e dei connessi reati di detenzione e porto di arma da sparo, aggravati dal metodo mafioso.

In particolare, gli indagati, il 4 ottobre 2021 in Caivano, avrebbero ucciso Natale Antonio, esplodendo tre colpi di pistola che attingevano la vittima alla testa ed al torace.
L’omicidio sarebbe stato deliberato e premeditato per punire il Natale, che avrebbe sottratto armi, droga e denaro al gruppo criminale Bervicato, per conto del quale effettuava attività di spaccio di droga. Il cadavere del Natale veniva rinvenuto in un fondo agricolo il giorno 18 ottobre 2021. L’odierna attività fa seguito all’arresto di un’altra persona avvenuto nell’aprile scorso.

Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.

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CAIVANO. Sistema delle estorsioni. Il Riesame conferma il carcere per i maggiori indiziati.

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CAIVANO – Dopo diversi giorni dall’ultima udienza, il Tribunale del Riesame di Napoli ha reso note le proprie decisioni circa gli indagati del “Sistema delle estorsioni” che vide coinvolti 16 persone tra politici, funzionari, imprenditori ed ex pregiudicati del territorio caivanese.

Secondo le decisioni del Tribunale del Riesame, restano in carcere, in attesa di giudizio: Alibrico Giovanbattista, Peluso Carmine, Pezzella Martino, Zampella Vincenzo, Bervicato Raffaele, Lionelli Raffaele, Volpicelli Massimiliano, Angelino Antonio, Angelino Gaetano, Celiento Vincenzo e Cipoletti Giovanni.

Mentre per Bernardo Giuseppe, Della Gatta Domenico e Galdiero Domenico vengono sostituite le misure cautelari dagli arresti domiciliari al divieto temporaneo di esercitare uffici direttivi di imprese e divieto temporaneo di contrattare con la Pubblica Amministrazione.

Per Armando Falco invece, scatta la piena liberà per mancanza di gravi indizi di reato.

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Caivano

CAIVANO: condotte “scriteriate” e gestione “disinvolta” dei soldi pubblici. Verifiche di Carabinieri e Corte dei Conti

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Sanzioni oltre i 250mila euro.
Per 7 persone, tra cui un ex-sindaco e assessori,  impossibilità per 10 anni di ricoprire incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentante di enti locali

Creato “un terreno favorevole allo sviluppo della criminalità organizzata”


Nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura Regionale presso la Sezione giurisdizionale della Corte dei conti per la Regione Campania, nella giornata odierna, i Carabinieri del Comando Compagnia di Caivano (NA) hanno dato esecuzione alla notifica ad un ex-sindaco e 6 assessori del comune di Caivano, nell’arco temporale compreso tra l’anno 2006 e l’anno 2015, del ricorso per responsabilità sanzionatoria conseguente al dissesto finanziario dell’ente, deliberato dal Consiglio comunale dell’ente nel 2016 (delibera consiglio comunale n. 38/2016).
Le complesse ed articolate indagini delegate dalla Procura – pubblici ministeri Licia Centro e Davide Vitale – assistite da copiosa documentazione contabile raccolta agli atti e da consulenze tecniche specialistiche, hanno consentito, all’esito di un lungo percorso istruttorio iniziato nel 2016 al momento della ricezione della delibera di dissesto trasmessa dal Segretario generale dell’ente, di suffragare l’ipotesi di responsabilità, ora sottoposta al vaglio della locale Sezione giurisdizionale, dei suddetti amministratori locali.
Nella ricostruzione del requirente pubblico gli stessi, con le loro condotte scriteriate e la disinvolta gestione dei soldi pubblici, avrebbero condotto al tracollo finanziario un ente locale già afflitto da svariate ed incancrenite problematiche gestionali, creando un terreno favorevole allo sviluppo della criminalità organizzata ed alimentando un generale clima di illegalità, recentemente balzato, anche per altri, spesso consessi episodi, agli onori della cronaca.
Dalle pagine del ricorso con cui è stata contestata agli ex amministratori dell’ente di avere causato il dissesto con le loro condotte scriteriate, gravemente colpose, emerge come i bilanci, approvati dalla compagine amministrativa oggi convenuta in giudizio, fossero caratterizzati dalla esposizione di residui attivi inesistenti, che alimentavano una fittizia capacità di spesa, da una massiccia mole di debiti fuori bilancio, frutto di una gestione degli appalti improntata alla illegalità, come accertato anche dall’ANAC in una indagine amministrativa concomitante, con una totale assenza di qualsiasi provvedimento atto e/o direttiva volto a sanare le rilevantissime criticità contabili, tra cui spicca anche la bassissima capacità di riscossione delle entrate, sensibilmente inferiore alla media nazionale.
Alcuni degli amministratori oggi chiamati in causa, risultano peraltro essere già stati oggetto delle attenzioni della Procura contabile con riferimento alla incresciosa vicenda della gestione degli alloggi di ERP del “parco verde “ di Caivano vicenda oggetto di una ponderosa ed ampiamente motivata sentenza di condanna della locale sezione giurisdizionale laddove si evidenziano soprattutto le condotte ed il ruolo dell’ex Sindaco, dominus di un sistema di illegalità nella gestione complessiva dell’ente, che si specchiava in bilanci contrastanti con le più elementari regole della contabilità, ed in primis, con i principi di veridicità e prudenza nella formazione dei bilanci pubblici.
All’esito della capillare ricostruzione delle condotte e del loro impatto causale sul tracollo finanziario dell’ente, la Procura ha chiesto per gli ex amministratori convenuti, la condanna alla sanzione pecuniaria prevista dalla normativa sui dissesti pubblici nella misura massima possibile, vale a dire 20 volte l’importo della indennità di carica da ultimo percepita dal Sindaco e dagli assessori chiamati in giudizio. L’applicazione di detto criterio ha portato alla richiesta di applicazione di sanzioni pecuniarie per un ammontare complessivo di euro 256.059,60 oltre alla richiesta di applicazione, per tutti, della sanzione interdittiva di cui all’art. 248 del TUEL, comma 5, la quale prevede l’impossibilità di ricoprire, per un periodo di dieci anni, incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentante di enti locali presso altri enti, istituzioni ed organismi pubblici e privati.
L’ udienza pubblica di discussione del ricorso sarà celebrata nel Gennaio 2024.

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