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Storia

Grande scoperta al largo dell’isola di Capri, rinvenuto un tesoro inestimabile: i dettagli

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Un tesoro inestimabile quello rinvenuto nelle acque di Capri, nei pressi della Grotta Azzurra, dove sarebbero stati recuperati alcuni reperti insieme ad altri dispersi sui fondali in un’area di vaste dimensioni.

In particolare, tali resti farebbero parte del carico di una nave di epoca neolitica, e tra questi vi è anche un prezioso manufatto in ossidiana. Pertanto, esso presenta tracce di scalpellature e lavorazione, misura circa 28 x 20 centimetri per un’altezza di 15 centimetri, e il peso di quasi 8 chili.

Al momento, è stato collocato nei depositi della Soprintendenza, in attesa di interventi di pulizia e restauro. Ecco il commento del Soprintendente Nuzzo:

“Si renda necessaria la realizzazione di un rilievo estensivo del fondale di tipo strumentale, per verificare l’eventuale presenza dello scafo o di altro materiale di carico e per orientare lo scavo diretto, in un contesto particolarmente difficile per le indagini e il recupero di materiali antichi, soprattutto di una certa consistenza, determinata dalle quote molto basse del fondale. La collaborazione con i sommozzatori della Polizia si è rivelata fondamentale, grazie alla loro grande perizia nel gestire situazioni di una certa complessità”.

Storia

Importante ritrovamento a Calvizzano: rinvenuta una tomba di 2000 anni fa

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Importante ritrovamento avvenuto a Calvizzano, in provincia di Napoli, dove è stata rinvenuta una tomba di duemila anni fa. Si tratta di una sepoltura completa di corredo funebre con pareti finemente affrescate, che rappresentano scene con animali fantastici.

Pertanto, tale scoperta è stata accolta con grande entusiasmo tra i ricercatori, come testimoniano anche le parole del sindaco di Calvizzano Giacomo Pirozzi:

“Quest’oggi (ieri ndr) è stata scoperta sul territorio di Calvizzano, in zona San Pietro, una tomba risalente a 2000 anni fa. Gli esperti stimano che risalga all’era ellenica. Si tratta di un ritrovamento di alto valore artistico – culturale, che renderà famoso il nostro paese nel mondo e ci consentirà di attrarre migliaia di turisti. All’interno della tomba c’è un altarino dipinto stupendo e un corredo ancora collocato. Domani, dopo che mi recherò sul posto, vi fornirò ulteriori aggiornamenti. Ma questa scoperta, ci fa presagire che nel sottosuolo di San Pietro ci siano ulteriori reperti simili”.

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Attualità

Scavi nell’antica Stabia: ricostruite le dinamiche che portarono all’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.

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I nuovi scavi di Villa San Marco forniscono il racconto delle dinamiche dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.

In particolare, a conclusione della pioggia di lapilli o quando questa sembrò indebolirsi, un gruppo di abitanti dell’antica Stabia, città vicino a Pompei, tornò sul luogo dell’accaduto per ragioni sconosciute, venendo sorpreso dall’ultimo parossismo eruttivo.

Pertanto, la più recente campagna, avviata nel marzo 2023 e tuttora in corso, ha messo in luce nuovi reperti. Infatti, è già emersa la parte terminale del portico superiore, parzialmente scavato e oggetto di ulteriore indagine di questo cantiere, con pitture ancora in situ e ampi stralci di sezioni crollate dalle pareti o dal soffitto.

Ecco quanto dichiarato dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano:

“Questa campagna di scavi nell’antica Stabia propone scoperte di grande pregio archeologico, e si aggiunge a tutte le altre attività messe in campo dal ministero della Cultura in questi mesi per la salvaguardia e lo sviluppo di tutta l’area. Il contesto che si snoda tra Stabia, Oplonti, Ercolano e Pompei è tra i più rilevanti al mondo e ha ancora tanto da rivelare”.

Rincara la dose il direttore Gabriel Zuchtriegel, che ha così commentato:

“Grazie alla collaborazione con le università e alla professionalità del team del Parco, Stabia si conferma come un centro per la ricerca archeologica di risonanza internazionale. Questo è un’ottima premessa per portare avanti i nostri ambiziosi progetti di valorizzazione: ampliamento del Museo Libero d’Orsi e creazione di un centro di formazione alla Reggia di Quisisana, valorizzazione delle ville San Marco e Arianna con la creazione di servizi di accoglienza e didattica, studio e messa in sicurezza di Grotta San Biagio per progettare una sua futura fruizione”.

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Storia

Importante ritrovamento in Messico: scoperto disco Maya risalente a 1000 anni fa

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Importante novità per il mondo dell’archeologia proveniente dal Messico, visto che tra le rovine Maya di Chichen Itzà, nella penisola dello Yucatan, è stato rinvenuto un disco di calcare scolpito in rilievo, raffigurante due dignitari impegnati nel gioco della palla mesoamericano, o Pok Ta Pok. Intorno ci sono geroglifici.

In particolare, il disco ha un diametro di 32,5 centimetri e un peso di 40 kg, che mostra i due personaggi impegnati nel gioco, uno dei quali porta un copricapo con piume e una fascia con disegno a forma di fiore, mentre il copricapo dell’avversario è un turbante a forma di serpente, simbolo ricorrente nelle antiche civiltà precolombiane.

Inoltre, sono stati rinvenuti campi da gioco in tutta l’America Centrale, le cui dimensioni sono molto diverse a seconda dell’estensione del centro urbano e della funzione delle partite che venivano disputate.

Pertanto l’INAH, l’istituto nazionale di antropologia e storia che amministra il sito per conto dello Stato messicano ha sottolineato la rilevanza del ritrovamento, dato che “si tratta di un elemento scultoreo risalente al Tardo Classico (650 – 900 d.C.), che conserva il suo testo glifico completo”. Inoltre, il suo direttore Marco Antonio Santos Ramirez, ha così aggiunto:

“L’importanza del nuovo reperto può cambiare la storia del sito, apportando elementi fino ad ora sconosciuti. I geroglifici sul disco contengono date, nomi o azioni registrate dagli antichi abitanti di questo luogo sacro”.

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