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Cronaca

Smascherata la banda delle ‘marmotte’ nel Foggiano: rapinavano banche utilizzando ordigni esplosivi

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Eseguito un provvedimento di fermo nei confronti, da parte della polizia di Foggia, ai danni di otto persone accusate di associazione a delinquere finalizzata al furto aggravato agli sportelli postamat e bancomat, rapina, furto in esercizi commerciali, detenzione di armi e fabbricazione di manufatti artigianalmente prodotti denominati marmotte, assimilabili agli ordigni esplosivi utilizzati come armi da guerra.

Circa 80 gli uomini impiegati a Cerignola, in Puglia, nella fase esecutiva.

L’attività d’indagine, iniziata lo scorso febbraio, è scaturita dopo alcune rapine eseguite con l’utilizzo di armi che destavano forte allarme sociale nella comunità.

Gli approfondimenti investigativi effettuati dal personale della locale squadra mobile e del commissariato di Cerignola, coordinati dalla Procura, hanno permesso di individuare i componenti del gruppo specializzato nei furti agli sportelli automatici di aziende di credito anche fuori dalla provincia di Foggia e, nello specifico, in Basilicata, Campania e Abruzzo.

Secondo quanto emergerebbe dalle indagini, i malviventi, con il volto coperto e armati, utilizzavano ordigni esplosivi artigianali per accedere al deposito di denaro, provocando anche ingenti danni agli edifici.

E dopo essersi impossessati del denaro, per non essere raggiunti dalle forze di polizia, lanciavano sull’asfalto bande chiodate mettendo a repentaglio l’incolumità dei poliziotti.

Dopo il colpo, utilizzavano delle auto potenti, spesso rubate o noleggiate, per fuggire nel più breve tempo possibile. I beni sottratti all’interno degli esercizi commerciali, ad esempio biglietti gratta e vinci e tabacchi, venivano poi rivenduti. Durante l’attività di indagine sono stati sequestrati diversi ordigni, parrucche, arnesi da scasso, e circa 11 chili di esplosivo.
Le auto provento di furto recuperate sono state riconsegnate ai legittimi proprietari.

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Cronaca

Nola, poliziotti vanno a demolire una casa abusiva: 53enne li aggredisce lanciando una tanica di benzina

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Un uomo di 53 anni è stato arrestato questa mattina dopo aver aggredito i poliziotti durante le operazioni di demolizione di un immobile libero ed in stato di abbandono. La vicenda è avvenuta a Nola, in provincia di Napoli: gli agenti del commissario di Nola, assieme a personale della Polizia Municipale e a quello dell’Ufficio Tecnico del Comune di Nola, erano giunti sul posto per le operazioni, quando sono stati avvicinati dal 53enne napoletano.

L’uomo era un ex occupante abusivo di uno degli appartamenti, che con veementi proteste ha tentato di ostacolarne le operazioni. Gli agenti hanno provato a riportare la situazione alla calma, ma l’uomo è riuscito ad entrare nello stabile. Una volta all’interno, il 53enne ha preso una tanica di benzina e l’ha lanciata addosso ad uno degli agenti intervenuti, minacciandolo con un accendino. La situazione è diventata così preoccupante: il 53enne, poco dopo, ha tentato di fuggire scappando da una finestra, ma è stato bloccato dagli agenti. Dopo le formalità di rito, l’uomo è stato tratto in arresto e dovrà ora rispondere di lesioni personali, minacce e resistenza a Pubblico Ufficiale.

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Cronaca

Napoli, donne chiuse in casa e costrette a prostituirsi

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Sfruttavano le loro connazionali tenendole chiuse in casa e costringendole a prostituirsi: la Polizia di Stato di Isernia ha arrestato e messo ai domiciliari, su disposizione del gip, quattro cittadini cinesi che, secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dalla locale Procura, avevano messo in piedi una vera e propria associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione in varie città del Lazio, della Campania e del Molise.

Il giro d’affari mensile è stato stimato intorno ai 6mila euro e oltre 110 clienti, ogni mese, si rivolgevano alle case di appuntamenti gestite dai quattro indagati. A smantellare l’organizzazione criminale, che costringeva le donne sfruttate a vivere in una condizione di grave emarginazione sociale dovuta anche al loro status di clandestine, sono stati gli agenti della Squadra Mobile di Isernia, insieme con i colleghi delle Squadre Mobili di Latina e di Napoli.

I controlli di polizia venivano elusi, è anche emerso, sostituendo l’identità di quelle donne utilizzando i documenti di altre persone. La banda faceva affari tra le città e le province di Napoli, Salerno, Latina, Roma e Isernia, gestendo numerose case di appuntamenti anche attraverso la pubblicazione di annunci online su diversi siti internet.

Le indagini degli investigatori, condotte anche grazie alle attività di intercettazione e di videosorveglianza, hanno rivelato che l’associazione a delinquere, era capeggiata da un uomo, coadiuvato dalla moglie, dalla sorella e da un’altra donna, queste ultime addette alla gestione degli annunci e degli appuntamenti. Le donne venivano accompagnate negli spostamenti tra le varie città tramite automobile e treno da persone che si assicuravano che non uscissero mai di casa, che provvedevano di rifornirle periodicamente di beni di prima necessità e di raccogliere il denaro che guadagnavano.


(fonte: ilMattino)

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Afragola

Afragola, uomo freddato in un negozio, Francesco Silvestro (FI): “La risposta dello Stato deve essere ferma!”

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“Quanto accaduto ad Afragola è un fatto gravissimo che conferma una realtà da tempo segnalata: la pressione criminale nella zona è fuori controllo. La risposta dello Stato deve essere ferma, coordinata e visibile, come lo è stata a Caivano. Nessun territorio e nessuna comunità va lasciata sola.”
Lo dichiara il Senatore di Forza Italia, Francesco Silvestro, in merito all’agguato mortale nei confronti di un 45enne avvenuto nella serata di ieri ad Afragola, che aggiunge: “Faccio i miei complimenti al prefetto di Napoli, Michele di Bari, per il suo tempestivo intervento e per la decisione di intensificare i controlli delle forze dell’ordine. E’ importante – prosegue il Senatore – che il Governo garantisca per Afragola la stessa attenzione, lo stesso rigore e lo stesso impianto operativo che sono stati messi in campo a Caivano. Non si può tollerare che la criminalità organizzata si riorganizzi spostandosi di pochi chilometri. Lo Stato deve dimostrare di esserci, con atti concreti e presenza continua.”

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