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Giustizia

“20 secondi per dire NO sono troppi”: per la Corte d’Appello di Milano non è violenza sessuale

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La donna ha impiegato 20 secondi a reagire alla violenza sessuale. Troppi. Con questa motivazione i giudici del Tribunale della Corte d’Appello di Milano hanno assolto l’ex sindacalista Cisl Raffaele Meola in servizio a Malpensa nel 2018 quando era stato accusato di violenza sessuale nei confronti di una hostess. In secondo grado viene così confermata la sentenza di primo grado del 2022 quando l’ex sindacalista era già stato assolto.

Con questa sentenza i giudici hanno così rigettato il ricorso presentato dall’accusa rappresentata dalla pm di Busto Arsizio che aveva chiesto due anni per l’uomo.

In primo grado il presidente del collegio Nicoletta Guerrero motivò così l’assoluzione da lei decisa: ha ribadito che “la vittima è stata creduta” ma che non era stata raggiunta la prova in dibattimento su quanto denunciato dalla hostess. Una mancanza di prove insomma alla base del primo verdetto. La Corte dell’Appello si è invece soffermata su quanti secondi invece ci ha messo la donna per respingere l’uomo: 20 secondi, troppi per i giudici.

“Faremo ricorso in Cassazione perché questa sentenza ci riporta indietro di 30 anni e rinnega tutta la giurisprudenza di Cassazione che da oltre dieci anni afferma che un atto sessuale, compiuto in maniera repentina, subdola, improvvisa senza accertarsi del consenso della donna è reato di violenza sessuale e come tale va giudicato”, così ha commentato la vicenda Maria Teresa Manente, responsabile dell’ufficio legale dell’associazione Differenza Donna a cui la donna aveva chiesto aiuto.


(fonte: thegap_media)

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Cronaca

Samuele gettato nel vuoto dal balcone in via Foria, sconto di pena per il domestico Mariano Cannio

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Dodici anni di reclusione la condanna per Mariano Cannio, ritenuto responsabile dell’omicidio del piccolo Samuele Gargiulo. Sono stati i giudici della terza corte di assise di appello a firmare la condanna a 12 anni per l’ex domestico che gettò dal balcone il bambino a casa del quale stava svolgendo il proprio lavoro.

Confermato l’omicidio volontario, escluso aggravante della minorata difesa, concesse attenuanti generiche, riconosciuto anche il vizio parziale di mente.

Il 27 settembre del 2021, in via Foria, Samuele fu lanciato dal balcone. Oggi, alla luce della sentenza pronunciata dalla terza corte di assise appello – presidente Vittorio Melitosi trattò di un omicidio volontario.

Aula 319, la famiglia della vittima era assistita dal penalista Domenico De Rosa. Resta detenuto in cella Mariano Cannio, assistito dalla penalista Mariassunta Zotti: si passa da una condanna iniziale a 18 anni a una condanna a 12 anni. La difeso ha ottenuto l’esclusione della aggravante della minorata difesa e la concessione delle attenuanti generiche.

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Cronaca

Terra dei Fuochi, Corte Europea dei Diritti Umani: “Le vite sono a rischio”

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“Le autorità italiane mettono a rischio la vita degli abitanti della Terra dei Fuochi, l’area campana coinvolta nei decenni scorsi nell’interramento di rifiuti tossici”.

Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti umani che ha condannato l’Italia che, pur riconoscendo la situazione, non ha preso le dovute misure.

La Cedu ha stabilito che l’Italia deve introdurre, senza indugio misure generali in grado di affrontare in modo adeguato il fenomeno dell’inquinamento in questione. La sentenza è definitiva.

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Attualità

Magistratura in lutto a Napoli, è morto il Giudice Giustino Gatti

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Si è spento pochi giorni fa il giudice Giustino Gatti, aveva 78 anni (era nato il 14 aprile del 1946).

Una vita per la magistratura, una carriera interamente dedicata all’applicazione del Diritto, alla riaffermazione della legge dopo delitti e reati consumati sul nostro territorio. In questi giorni, la notizia della morte del giudice Giustino Gatti (avvenuta la scorsa settimana) ha colpito gli utenti del Palazzo di Giustizia, che hanno appreso della scomparsa del magistrato proprio a partire dai manifesti funebri: nomen omen, dunque, come se il giudice Giustino Gatti avesse firmato una sorta di patto esistenziale con la giustizia.

Era andato in pensione pochi anni fa, lasciando uno degli uffici di vertice del distretto giudiziario napoletano. Aveva svolto il ruolo di Presidente della sezione gip del Tribunale di Napoli, uno degli snodi più importanti per l’intero distretto di Corte di appello partenopeo. Lavoratore instancabile, non conosceva sosta, era ricordato per la sua presenza in ufficio in tutte le ore del giorno e della settimana.

Da Presidente di Corte di Assise che ha inflitto la condanna al killer della 14enne Annalisa Durante, un verdetto a 21 anni di reclusione che ha inchiodato Salvatore Giuliano (il «rosso»), poi confermato nei successivi gradi di giudizio.

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