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Scuola

Scuola, stangata per le famiglie: la spesa per il corredo sale fino al 15%

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Sta per abbattersi sulle famiglie italiane la consueta stangata di settembre legata all’acquisto di libri e materiali scolastico per alunni e studenti.

Lo afferma il Codacons, che fornisce come ogni anno i dati ufficiali sul caro-scuola e le spese che dovranno affrontare i genitori in occasione dell’avvio del nuovo anno scolastico.

Per quanto riguarda il materiale scolastico, l’offerta è estremamente diversificata sia sul fronte delle marche che dei prezzi al pubblico, e ogni anno compaiono sul mercato nuove linee e nuovi prodotti per gli studenti – spiega il Codacons – In base alle prime stime i beni che registrano i maggiori rincari sono zaini, diari e astucci “griffati”, ossia prodotti legati a marchi molto richiesti da giovani e giovanissimi, i cui listini seguono l’andamento della domanda: in questo caso nei negozi specializzati, fisici e online, gli aumenti possono raggiungere anche il 15% rispetto allo scorso anno, spiega l’associazione.

Più contenuti, e nell’ordine del 3%, i rincari dei prodotti scolastici non di marca e non legati a cartoni animati, squadre di calcio, personaggi famosi, e così via. Per uno zaino griffato la spesa può superare i 200 euro, mentre per un astuccio attrezzato (con penne, matite, gomma da cancellare e pennarelli) si arriva a spendere 60 euro. 


(fonte: Ansa)

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Scuola

Scuola, dal 5 settembre in Italia si torna in classe: ecco quando in Campania

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Sono le regioni a stabilire le date di fine delle lezioni a giugno e di riapertura delle scuole a settembre anche se poi ogni istituto, sulla base dell’autonomia e fermo restando il numero complessivo di giorni di lezione, che deve rimanere per tutti lo stesso, può fare delle scelte sia relativamente alla data di inizio che alle chiusure durante l’anno scolastico per le festività e relativi ‘ponti’.

A settembre, i primi a tornare in classe saranno gli alunni della Provincia autonoma di Bolzano, per i quali la campanella suonerà il 5 settembre.

Nello stesso giorno, inizieranno le attività anche i bambini delle scuole dell’infanzia della Lombardia. A seguire, il 9 settembre, sarà il turno degli alunni della Provincia autonoma di Trento, mentre in sei regioni la ripresa delle lezioni avverrà l’11 settembre: sono Friuli Venezia Giulia, Marche, Piemonte, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto.

Il 12 settembre vedrà il rientro in classe degli studenti in Campania, Lombardia, Molise e Sardegna. Gli ultimi a tornare sui banchi saranno gli allievi di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Puglia e Toscana, il 16 settembre.

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Attualità

“Le scuole aprano ad ottobre per il caldo”, la proposta che fa infuriare le famiglie

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Alcuni sindacati e associazioni, visti i cambiamenti climatici in corso e il forte caldo che ha caratterizzato i mesi estivi, chiedono al ministro dell’istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, di cambiare il calendario scolastico.

“Con questa afa è assurdo iniziare le lezioni entro metà settembre, meglio ottobre. Ci vuole buon senso e lungimiranza. Anche i cicli produttivi devono cambiare e la pubblica amministrazione deve avviare questi cambiamenti secondo il clima”, spiega Marcello Pacifico, il presidente dell’Anief.

Il Coordinamento aveva già chiesto al ministro Valditara e alle Regioni di valutare la possibilità di modificare il calendario scolastico per evitare possibili malori sia per gli studenti fragili che per gli insegnanti, la cui età media, da statistica, è spesso elevata.

Dall’altra parte, sono numerose le associazioni di genitori che fanno notare come siano già troppi tre mesi di chiusura delle scuole, dai primi di giugno ai primi di settembre. I costi alti dei centri estivi – è il ragionamento – si scaricano interamente sulle famiglie e nessun genitore ha vacanze per tre mesi. Le difficoltà nel conciliare il lavoro e la famiglia, insomma, sono troppe per chi ha figli. 



(fonte: Ansa)

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Attualità

Pozzuoli, flop asilo nido da 108 posti: l’Amministrazione manda indietro il finanziamento dei fondi PNRR

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A dicembre 2023 l’amministrazione guidata dal sindaco Manzoni aveva presentato un progetto per un asilo nido da 108 posti, al complesso “Santa Lucia”, della scuola Artiaco, da finanziare attraverso la redistribuzione dei fondi PNRR. A progetto approvato però, dopo fumose esternazioni condivise a mezzo social, la stessa amministrazione ha deciso di cestinare l’idea dell’asilo nido e mandare, di fatto, indietro il finanziamento. 

«Quello che è accaduto ha dell’imbarazzante – dichiarano i consiglieri di opposizione Del Vaglio, Iasiello, Ismeno, Sebastiano e VolpeUna condizione che mette in risalto l’assenza di programmazione da parte di questa amministrazione. Si cestina un progetto di circa due milioni di euro, per 108 minori del nostro territorio, perché la struttura che era stata prevista di punto in bianco non diventa più disponibile e perché, a fronte di un asilo nido di 108 posti, l’amministrazione ha scelto di non prevedere i fondi per la gestione».

L’immobile che doveva ospitare l’asilo nido, infatti, è stato individuato per la redistribuzione dei plessi scolastici, a discapito della struttura educativa che avrebbe ospitato oltre cento bambini. 

Un vero peccato per le famiglie di Pozzuoli, in un momento che richiederebbe tutti gli sforzi possibili per il sostegno alla genitorialità.

«Una condizione che ha del paradossale – continuano i consiglieri di opposizione – considerando anche che una consigliere comunale di maggioranza, presidente della Commissione PNRR, aveva anche annunciato in pompa magna sui social la presunta “vittoria” dell’amministrazione e personale. A fronte di un tale imbarazzo ci sarebbe solo da rassegnare le dimissioni o quantomeno chiedere scusa alla città per aver dato un’informazione così sbagliata. Com’è possibile che all’interno di una maggioranza la mano destra non sappia cosa fa la mano sinistra. Intantoconcludono i Consiglieri Del Vaglio, Iasiello, Ismeno, Sebastiano e Volpe –  la nostra città perde un’altra opportunità per l’incapacità di programmare e governare alcuni processi. Un vero peccato, soprattutto in questa fase storica».

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