CAIVANO – Il candidato a Sindaco Antonio Angelino non sa più come fare per calmierare gli animi degli alleati e risultare credibile agli occhi dell’elettorato, e non volendo ulteriormente alimentare il dibattito pubblico sul territorio nei confronti del sottoscritto tenta di delegittimare il mio ruolo facendo scrivere interpretazioni creative al suo blogger di fiducia.
Ah, ma che bella favola ci racconta il nostro prode blogger! Un tripudio di ardore difensivo, una sinfonia di “non-notizie” per smentire un fatto che, purtroppo per loro, è scritto nel marmo della legge. Siamo a Caivano, la città dove, a quanto pare, la Legge è un optional che si adatta a seconda delle convenienze elettorali.
Il giornalista ci dipinge un quadro in cui il candidato Antonio Angelino è una sorta di funzionario fantasma in Città Metropolitana: ha un ruolo “prestigioso”, ma in realtà non dirige, non coordina, non gestisce, non sparge veleno. Insomma, un Funzionario con Elevata Qualificazione (EQ) senza Qualificazione Effettiva, una Posizione Organizzativa (PO) ad impatto zero, come un ventilatore senza pale in un’estate africana. Serve solo a scaldare la sedia e, presumibilmente, a percepire la bella indennità di posizione, ma si muove nell’ombra come un ninja burocratico per non turbare gli equilibri dell’eleggibilità.
La Magia della “Non-Posizione”
“Angelino non dirige nessun settore, né lo coordina.”
Certo, come no. E il sole gira intorno alla Terra. Caro blogger, la sua difesa è talmente acrobaticamente contorta da far invidia a un contorsionista del Cirque du Soleil! Ci spiega che la sua EQ è così interna, così puro spirito amministrativo, da non avere contatti con i Comuni, e men che meno assegnare fondi. Una sorta di eremita dei faldoni, un asceta dell’inventario scolastico.
Ma qui casca l’asino (e con lui la penna, temo): la legge, lo sa, è come la matematica: non ammette opinioni personali.
EQ è PO, e PO è PO: La sua “Elevata Qualificazione” (EQ) non è un titolo onorifico dato al bar sport, ma è la nuova, scintillante etichetta della vecchia, ma sempre temuta, Posizione Organizzativa (PO), introdotta dal CCNL. E la PO, per il sacrosanto Art. 60 del TUEL, è una causa di ineleggibilità, punto e basta. Non importa se Angelino si occupa di catalogare le graffette o le cartine geografiche; la legge parla di posizione organizzativa che implica poteri gestionali e responsabilità (anche in enti sovraordinati), e non fa sconti a chi la interpreta come una “non-posizione” per avere lo scatto in busta paga ma l’immunità elettorale. È come dire che un coccodrillo è un rettile solo quando morde, ma quando dorme è un adorabile peluche.
L’Aspettativa, la Sconosciuta: Il nocciolo della questione non è cosa fa Angelino nel dettaglio, ma cosa NON ha fatto: presentare l’istanza di collocamento in aspettativa non retribuita entro la scadenza per la presentazione delle candidature. Un banale adempimento burocratico per togliersi il “vestito” istituzionale ed indossare solo quello del candidato. Ma forse, in un’amministrazione così “all’avanguardia”, l’aspettativa è considerata una superstizione medievale!
La Furbizia non è esimente
Ora, caro blogger dalla penna spuntita fino all’assegnazione di un ruolo più prestigioso, analizziamo il suo castello di carte:
L’EQ è un PO mascherato: La sua enfasi sul fatto che Angelino sia un “Funzionario con Elevata Qualificazione” (EQ) senza poteri direttivi, gestionali e di coordinamento è un esercizio di ipocrisia semantica. Non c’è bisogno di un avvocato per capire che la EQ negli enti locali (incluse le Città Metropolitane) è la nuova etichetta della vecchia Posizione Organizzativa (PO). E la PO, per sua stessa natura, è istituita per conferire funzioni di organizzazione e coordinamento del personale e delle risorse. È l’amministrazione che decide di conferire queste funzioni e l’indennità economica collegata. Non si può avere la botte piena (l’indennità di PO) e la moglie ubriaca (l’eleggibilità) sostenendo che la propria PO sia una specie di “posizione di comodo”, solo economica e non organizzativa. Sarebbe un vulnus alla trasparenza e una beffa ai contribuenti!
Il Contatto coi Comuni è una nebbia: Lei insiste che Angelino non ha rapporti con i Comuni e non assegna fondi strutturali. Magari no, ma il TUEL non chiede un “contatto diretto e passionale” con il Comune in cui si è candidati. Chiede la cessazione dalle funzioni di chi ha poteri di organizzazione o coordinamento in un ente (la Città Metropolitana) che esercita inevitabilmente poteri di vigilanza e indirizzo sui Comuni afferenti al suo territorio. È una presunzione di legge volta a evitare che il candidato possa usare la sua posizione istituzionale (anche se solo interna o organizzativa) per ottenere un vantaggio sleale in campagna elettorale.
L’Aspettativa, la Vera Clausola di Salvezza: La cosa che ridicolizza Angelino e la sua difesa è la mancanza del gesto più semplice e pulito: mettersi in aspettativa non retribuita (Art. 60, comma 3, del TUEL) prima della presentazione delle candidature. Un atto di responsabilità che avrebbe reso la sua candidatura cristallina. Non farlo è un errore clamoroso, un autogoal burocratico che dimostra non solo leggerezza, ma una presunzione di impunità dalle regole che valgono per tutti.
Il Giudice della Domenica
E veniamo alla chiusura, dove si getta la palla nel campo del “giurista della domenica”.
“Se poi i giuristi della domenica non capiscono… è un problema che possono affrontare con personale specializzato.”
Meraviglioso! Un’accusa che si ritorce come un boomerang. Lei e il candidato Angelino avete appena dimostrato di non essere né l’uno né l’altro. Angelino, con la presunzione di amministrare una città complessa come Caivano, non solo non ha avuto la lungimiranza elementare di rendersi eleggibile, ma addirittura confonde il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) con il Giudice Ordinario (Tribunale Civile), che è l’unico competente per l’accertamento dell’ineleggibilità prima delle elezioni!
Un futuro Sindaco che non conosce l’iter giurisdizionale di base per difendere la propria elezione è come un capitano che non sa distinguere la prua dalla poppa: destinato all’affondamento.
Fatevene una ragione. caro blogger: la coalizione del “cambiamento” è inciampata nel primo, banale gradino della legalità. Angelino non sarà dichiarato Sindaco da un entusiasta articolo di giornale, ma sarà, se eletto, l’oggetto di un ricorso che deciderà un Giudice Ordinario (non “della domenica”), il quale, a differenza vostra, non ha bisogno di metafore contorte o arzigogoli interpretativi per leggere un articolo del TUEL.
Se dovesse vincere democraticamente, come auspica, la sua poltrona di Sindaco sarà, per un bel po’, più traballante della torre di Pisa. E per Caivano, già tanto martoriata, si prospetta un altro giro di giostra, non del riscatto, ma del ricorso in Tribunale.