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Politica

Manovra 2025, arriva il Bonus Bebè da 1000 euro per tutti senza limiti di ISEE

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La terza Legge di Bilancio del governo Meloni ha posto al centro delle sue misure le famiglie italiane, in particolare quelle con figli, con uno stanziamento complessivo di 30 miliardi di euro.

Pertanto ci sarà un occhio di riguardo per le esigenze di quelle più numerose e in condizioni di maggiore fragilità economica. Inoltre, uno dei punti cardine della nuova Legge di Bilancio sono le detrazioni fiscali, che verranno modulate in base alla dimensione del nucleo familiare.

Tale intenzione è stata confermata da una fonte vicina al Ministero dell’Economia, che ha così precisato: “Vogliamo sostenere concretamente le famiglie italiane, soprattutto quelle numerose”.

In quest’ottica di promozione della natalità, si inserisce la Legge di Bilancio che conferma e potenzia le misure già esistenti, come quelle sui congedi parentali, introducendo una nuova misura chiamata ‘Carta per nuovi nati’. Questa carta sarà destinata alle famiglie e prevede un contributo di 1000 euro per affrontare le prime spese legate alla nascita di un figlio, richiamando l’idea del vecchio ‘Bonus Bebè’ introdotto in passato.

Altre novità riguardano il rafforzamento del bonus per gli asili nido, volto a sostenere le famiglie con figli piccoli, rifinanziando anche con 500 milioni di euro la carta “Dedicata a te”, destinata ai nuclei familiari con ISEE inferiore a 15.000 euro.

Importante novità è rappresentata anche dall’introduzione di una serie di misure fiscali e previdenziali di ampia portata, tra cui il taglio fiscale del cuneese che diventa strutturale, il che garantirà maggiore disponibilità economica per i lavoratori. Invece, una parte significativa è stata destinata al rinnovo dei contratti nel pubblico impiego, soprattutto per il settore sanitario, che beneficerà di un incremento delle risorse per il rinnovo dei contratti.

Il governo conferma anche gli incentivi per l’occupazione giovanile e femminile nel Mezzogiorno, estendendoli anche ai contratti che verranno attivati nel biennio 2026-2027, al fine di garantire la ripresa economica nelle Zone Economiche Speciali (ZES).

Per quanto concerne le misure relative alle pensioni, introdotte lo scorso anno, prevedono un potenziamento per i lavoratori che raggiungono l’età pensionabile ma scelgono di rimanere in attività, permettendo loro di usufruire di benefici aggiuntivi. La Legge prevede che una volta concluso il PNRR la spesa per investimenti pubblici continua ad essere coerente con i requisiti della nuova governance europea. Sono inoltre previsti incrementi degli investimenti nel settore della difesa, rispondendo alle crescenti esigenze di sicurezza sia a livello nazionale che internazionale.

Infine, la Legge di Bilancio include misure di revisione della spesa pubblica, in particolare nel settore bancario e assicurativo, con l’obiettivo di garantire un bilancio pubblico sostenibile.

Politica

M5S, parla Grillo: “Il Movimento è stramorto, fatevi un altro simbolo”

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Il garante del M5S Beppe Grillo ha pubblicato un video sul suo blog, nel quale suggerisce al Movimento la creazione di un altro simbolo. Ecco le sue dichiarazioni:

“Vedere questo simbolo rappresentato da queste persone mi dà un senso di disagio. Fatevi un altro simbolo, andate avanti e fate le vostre cose. Il Movimento è stramorto, ma è compostabile. L’humus che c’è dentro non è morto”.

Poi, commentando le votazioni dell’Assemblea degli iscritti al M5S, egli ha aggiunto:

“Hanno votato meno della metà degli iscritti, ma vi pongo un dubbio. Avete già deciso ed io ho già perso, lo so. Ma sono ottimista, perché questo Movimento aveva un’identità straordinaria”.

Poi, riferendosi a Conte, dice: “Il modo di comportarsi di Oz è stata la carta vincente per disintegrare il Movimento nella sua identità. Conte soffre di una sindrome compulsiva di ripetizione a specchio. Noi siamo quelli che aspettavamo di essere. Ci siamo. Ho un’idea che vi svelerò dopo. Ma non finisce qui. Andate a votare, sennò andate per funghi. Io non mi offendo, non vi conosco neanche più. Ma cercate di pensare che questo Movimento avrà un altro decorso e meraviglioso, che ci siate voi o no”.

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Politica

M5S, Fico parla dell’ipotesi candidatura a governatore: “Si parta dall’esperienza di Napoli e poi si vedranno i candidati”

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L’ex presidente della Camera nonché presidente del Comitato di Garanzia del M5S, Roberto Fico, è intervenuto nel corso della trasmissione radiofonica ‘Giù la maschera’ parlando del suo partito e dell’ipotesi di una sua candidatura a governatore. Ecco le sue parole:

“Non credo che ci saranno scissioni. Qui stiamo solo ridefinendo dei ruoli e gli iscritti hanno deciso che c’è un collocamento politico chiaro e progressista. I temi del Movimento da sempre hanno una visione del mondo culturalmente progressista; quando parliamo dei beni comuni, di trasparenza nella pubblica amministrazione, e della riforma del titolo V della Costituzione, perché sappiamo che la sanità deve essere più centralizzata che regionalizzata. Noi lavoriamo molto sul pubblico nelle scelte politiche della vita di tutti i giorni”.

Poi, aggiunge: “Il Movimento 5 Stelle appartiene a tutti gli iscritti, attivisti e simpatizzanti del Movimento 5 Stelle, che ogni giorno lavorano sul territorio. Noi oggi siamo ancora un movimento molto forte, indipendente e libero. Io sono rimasto perché ci credo in modo forte a quello che possiamo fare. Il superamento di alcuni nodi deriva dagli iscritti del Movimento. Il voto è di un’assemblea. Altri lo avrebbero chiamato congresso. Sono sempre gli iscritti ad avere l’ultima parola”.

Chiosa finale dedicata all’ipotesi di una sua candidatura a Palazzo Santa Lucia:

“Stiamo parlando del nulla. Non si possono fare i nomi in questo momento, quando non si conosce ancora la data delle elezioni. Io dico sempre che al comune di Napoli c’è un’alleanza che sta lavorando e sta funzionando. Stiamo facendo un ottimo lavoro. Si parte da questi presupposti, si rafforzano e poi si vedranno i candidati”.

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Caivano

CAIVANO. Città assediata. La colpa non è di Maurizio Patriciello ma di chi ha concesso la commistione tra i due ruoli prete e politica.

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CAIVANO – Odio dire “ve l’avevo detto!” ma stavolta nessuno può smentirmi. Sin dal 2013, da quando si è cominciato a raccontare menzogne su Caivano e i suoi rifiuti intombati dalle aziende chimiche del nord che ho cominciato a dire, scrivere e urlare che questo tipo di comunicazione, questo tipo di allarmismo ma soprattutto questo tipo di commistione tra i ruoli, tra chi dovrebbe punire e chi dovrebbe accogliere, tra chi ha competenze e chi non ne ha, avrebbe portato sicuramente ad un corto circuito pesante.

Il Corto Circuito a Caivano si è registrato giovedì scorso quando la Prefettura, insieme alla Procura Napoli Nord, ha deciso di cominciare a sgomberare le famiglie occupanti abusive al Parco Verde.

Attenzione. Il corto circuito non è quello dovuto agli sgomberi, che sia chiaro. Prefettura e Procura insieme alle Forze dell’Ordine hanno fatto un lavoro encomiabile. La legge va rispettata, il ruolo delle due istituzioni è quello di far rispettare le leggi e lo stanno eseguendo egregiamente.

Il corto circuito si è avuto all’indomani degli sgomberi. Quando non si è programmati il futuro e chi poteva, in questo caso, colmare quella lacuna poiché rientra nel proprio ruolo, non è stato in grado di poter espletarlo adeguatamente data proprio la sua commistione con le istituzioni laiche.

Parliamoci chiaro. Chi è stato sgomberato appartiene a famiglie con all’interno del loro nucleo persone che hanno scontato una pena di oltre 7 anni passata ingiudicata o che superano il reddito massimo per poter usufruire di residenza pubblica o che sono stati condannati per Associazione mafiosa. Praticamente. Tutte persone già conosciute alla Magistratura e alle Forze dell’Ordine, e guardando i fatti, e leggendo documenti, le azioni di questi giorni, erano già stati messi sotto la lente di ingrandimento degli organi preposti e nessuno può asserire che non fosse arrivato questo tempo in maniera fisiologica e senza alcuna pressione mediatica.

L’errore matornale, abnorme è stato commesso dal Governo centrale e dalla sua propaganda elettorale prima e mediatica poi.

Addirittura neanche il prete Maurizio Patriciello poteva immaginare prima di oggi, cosa sarebbe accaduto se avesse continuato a raccontare bugie e ad usare il “brand” Parco Verde per gonfiare ancora di più il suo ego e accrescere ancor di più la sua notorietà. E mi spiego.

Premesso che un Governo che si rispetti, in piena continuità amministrativa con quelli che lo hanno preceduto, prima di arrivare ad un’azione repressiva così forte, abbia il dovere di pensare anche a tutelare e a mettere in atto strumenti e mezzi idonei alla reintroduzione nella vita sociale di alcuni elementi ritenuti pericolosi, laddove lo fossero davvero.

E siccome quelle famiglie sono lì da 40 anni, allora ci si domanda: che fretta c’era di fare quest’azione repressiva così in maniera sprovveduta, lasciando 36 famiglie a dormire per strada, senza creare corridoi umanitari, convenzioni con enti di volontariato se non per dare una risposta immediata all’opinione pubblica montata da una stampa feroce e famelica alimentata da personaggi degni del miglior sceneggiatore di serie televisive di crimine?

E mi ridomando: Cosa sarebbe accaduto se Maurizio Patriciello avesse chiamato in privato la Premier Meloni, senza attirare l’attenzione della Stampa Nazionale, e avesse raccontato che all’interno del Bronx – non Parco Verde – ci sono famiglie che già da diversi anni soffrono perché hanno all’interno del loro nucleo minori sfruttati e abusati sessualmente e che questi abusi si consumano periodicamente tra capannone abbandonato alle spalle degli stessi immobili di residenza pubblica, villetta comunale di via Necropoli ed ex campo sportivo “E. Faraone” e non di violenza sessuale avvenuta nel Centro Sportivo Delphinia come raccontato davanti alle telecamere di tutto il mondo?

Sicuramente sarebbe accaduto tutto in maniera diversa. La Premier Meloni, libera da attenzioni e pressioni mediatiche sarebbe stata messa in grado di risolvere un problema di natura sociale e non un’emergenza di violenza giovanile e le differenze sulle soluzioni sono ben diverse perché si sarebbe trattato di lasciar fare il proprio lavoro alla Magistratura – visto che le famiglie avevano già denunciato e c’erano già in atto le indagini – e attuare i mezzi idonei dal punto di vista delle Politiche Sociali per valutare caso per caso i problemi socio-culturali che insistono in tutte le famiglie degli addensamenti di povertà insiti nel Comune gialloverde.

Così come le indagini che riguardavano le ingerenze criminali nel Comune di Caivano. Esse erano già in atto e la Magistratura già stava indagando da tempo come poi dimostrato dai documenti resi pubblici dalla Procura della Repubblica. Quindi anche qui merito dell’unico organo istituzionale indipendente preposto a far rispettare la legge.

Quando si raccontano frottole per attirare l’attenzione dei grandi, si può correre il rischio di diventare potenti, di determinare l’andamento politico, di cominciare a dare risposte politiche sul territorio, creare posti di lavoro per amici e far fittare casa di qualche amica a qualche ente importante che gli assicuri una rendita stabile e duratura, e come diceva Ben Parker lo zio del Peter del film Spiderman: “Da un grande potere derivano grandi responsabilità”.

Ed è qui che si è avuto il corto circuito, perché chi oggi detiene grande potere a Caivano, l’ha ottenuto, in epoca passata basando le sue lotte su una bugia che ha visto fallire cinque aziende agricole sul territorio, oggi per alcune bugie dette sugli abusi sessuali di due ragazzine ma soprattutto l’ha ottenuto perché durante questi 11 anni è stato in grado di mischiare il proprio ruolo a quello delle istituzioni, ha ingerito la politica, andando a colmare i vuoti lasciati da essa e ponendosi a capo di un popolo senza attestare il proprio consenso attraverso una competizione elettorale democratica.

Il quadro che si registra oggi è figlio di questa commistione. Chiesto aiuto in maniera plateale e roboante in un periodo storico molto allettante per la Premier Giorgia Meloni che si apprestava a preparare la campagna elettorale delle elezioni europee, il governo non ha potuto fare altro che mettere in atto alcune azioni decisive, rapide e inutili dal punto di vista del risanamento del territorio ma utilissime dal punto di vista della propaganda. Ovviamente quali sono i mezzi posseduti storicamente dalla destra nazionale? L’uso della forza e della repressione in stile storico littoriano. Ed è naturale che in un’azione di risanamento, come lo intende la destra, doveva essere fatto tutto in fretta, sempre per dare risposta all’opinione pubblica montata da una certa stampa sensazionalistica. Un risanamento degli immobili del Parco Verde con annessi sgomberi utili al ripristino della legalità. Ed è naturale che in questo scenario, logicamente, il messaggio che sarebbe passato è che tutto questo sia avvenuto grazie al prete Maurizio Patriciello che, quando si è trattato di prendersi i meriti in tutte le reti nazionali era in prima fila ad accrescere il proprio consenso che lo vede in giro per l’Italia a raccontare le bugie dette su Caivano, quando si è presentata, invece, l’occasione da prete, di accogliere con un pasto caldo i propri parrocchiani non l’ha potuto fare proprio perché gli sgomberati, dato il messaggio fuorviante del genitore del risanamento che si è dato attraverso la stampa, lo ritengono proprio la causa dei loro mali e oggi lui è costretto a disattendere il proprio ruolo.

Bisogna sempre tenere conto del rispetto dei ruoli. Bisogna avere la consapevolezza che ogni organo, ogni istutuzione, nella nostra società, gioca un ruolo ben predefinito e secondo il mio modesto avviso la confusione tra essi genera confusione e pericolo di sicurezza in società.

A determinare il ruolo delle istituzioni è sempre un pensiero etico, talvolta dettato dalla filosofia. Per le istituzioni laiche il massimo pensiero filosofico è quello della libertà e quest’ultima non potrebbe non derivare dal rispetto delle leggi. Per le istituzioni religiose, nel nostro caso cattolico-cristiane, la più alta forma filosofica è legata al concetto di carità.

Per Tommaso d’Aquino, riferimento della dottrina filosofica della religione cristiana, la fede non è solo atto intellettuale di assenso alla verità di determinate proposizioni. Tale assenso è infatti dovuto principalmente alla carità, che Tommaso ritiene metta i credenti in condizione di credere fermamente quanto Dio abbia rivelato.

Se l’istituzione religiosa si sostituisce a quella laica, credendo di dover proteggere i diritti degli abusati dimenticandosi degli abusatori, come ha tenuto a ribadire qualcuno, si rischia di fare confusione. Un prete non deve giudicare, non deve dividere, non deve classificare ma soprattutto non deve fare differenze. Per il principio di Tommaso d’Aquino se non si pratica la carità verso gli ultimi c’è il rischio che questi oltre la casa perdino anche la fede.

Da qui l’appello può essere rivolto direttamente alla Curia di Aversa e al Vescovo Mons. Angelo Spinillo, dato che la Chiesa di San Paolo Apostolo è interdetta alle 36 famiglie sgomberate con conseguente rifiuto di dare rifugio agli ultimi in netta controtendenza con la dottrina cristiana e dato l’oggettivo pericolo di incolumità del prete Maurizio Patriciello, perché ritenuto da queste famiglie l’artefice dei loro mali, magari si possa pensare di lasciare la chiesa aperta e di sospendere/trasferire pro tempore il prete anticamorra, risolvendo così due problemi in uno dal punto di vista etico, morale e religioso e un altro dal punto di vista laico, logistico ed economico, dato che è giusto proteggere l’incolumità del prete di periferia aumentando la scorta e i controlli sul territorio ma è pur vero anche che questo stato di cose determina un’ulteriore spesa ai danni dei contribuenti che sono costretti a pagare presidi continui a Caivano con il conseguente rischio di restare scoperti in termini di sicurezza su altri territori.

Io credo che un Governo che si rispetti non deve farsi dettare l’agenda poltiica da preti, nani e ballerine. Io credo che il Governo degli italiani debba affrontare i problemi di natura sociale e criminale allo stessso modo su tutto il territorio nazionale e con una buona dose di mezzi preventivi e provvedimenti lungimiranti.

Perché le azioni messe in atto a Caivano, ripeto per delle bugie dette, non vengono applicate al Corvetto di Milano dopo la guerriglia urbana scaturita all’indomani della morte del giovane Ramy Elgaml o a Torino dopo il corteo degli studenti pro Pal dove alcuni manifestanti hanno  bloccato la circolazione sui binari 1 e 2 della stazione, hanno dato alle fiamme un fantoccio di stracci con il volto del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e tre maxi foto coi i volti della premier Giorgia Meloni, del ministro della Difesa Guido Crosetto e del ceo di LeonardoRoberto Cingolani. Accompagnando con “Maiale al rogo”, il gentile coro dedicato al ministro leghista, con insulti anche al “serpente Meloni”? E innegabile che anche in queste due periferie ci sia un problema sociale di grave importanza. Inoltre, perché i controlli solo al Parco Verde e non anche agli altri rioni IACP, Salicelle, Rione Speranza, 219 di Brusciano e 167 di Scampia, solo per citarne alcuni simili delle nostre zone?

Perché Caivano deve continuare a subire l’onta di una città assediata da furgoni blindati e militari armati che manco a Bagdad si sono mai visti? Quando la gente di Caivano si stuferà di tutto questo e scenderà in piazza a gridare BASTA CONFUSIONE, OGNUNO FACCIA IL PROPRIO DOVERE SECONDO IL PROPRIO RUOLO? Mi auguro con tutto me stesso che qualcuno, molto presto, riesca a stabilire la normalità nella mia bella città.

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