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Scienza

Oceano Pacifico, scoperto un nuovo ecosistema nei fondali

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Vermi giganti e molluschi finora sconosciuti: sono alcune delle incredibili creature scoperte per la prima volta nel sottosuolo delle sorgenti idrotermali dell’Oceano Pacifico, a 2500 metri di profondità. 
La scoperta fatta da una spedizione oceanografica dell’Istituto americano Schimdt e pubblicata sulla rivista Nature Communications è destinata a cambiare quanto conosciamo di questi straordinari ecosistemi degli abissi ancora in larga parte sconosciuti che dovrebbero essere protetti.

Si tratta di ambienti unici che potrebbero essere state le culle delle prime forme di vita del nostro pianeta e che varie missioni in questi anni hanno aiutato a conoscere meglio, ma solo nella parte più superficiale. 

Sfruttando ora i robot sottomarini usati per studiare da vicino fonti di acqua molto calda che si trovano 2500 sotto la superficie del mare e il vascello Falkor i ricercatori sono riusciti per la prima volta a studiare quel che esiste sotto la superficie delle sorgenti idrotermali. Così, hanno scoperto la presenza di molti animali, come i cosiddetti vermi tubo giganti e varie tipologie di lumache. Un mondo finora sconosciuto che dimostra la grande complessità di questi ecosistemi di cui neppure conosciamo ancora l’estensione.

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Attualità

In Campania 1.800 morti l’anno per cirrosi e tumore al fegato

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Dalla programmazione sanitaria all’importanza dell’alimentazione, dagli effetti dell’alcol nei giovani alle terapie in essere.

Le malattie epatiche rappresentano una sfida cruciale per la salute pubblica e possono essere prevenute attraverso interventi mirati fin dalla giovane età.
Di questo e altro si parlerà durante il corso di aggiornamento “L’epatologia nel terzo millennio”, la cui dodicesima edizione è in programma all’Archivio di Stato di Napoli il 29 e 30 novembre.

L’evento è promosso dall’ospedale evangelico Betania, responsabile scientifico il dottor Ernesto Claar (direttore dell’unità operativa di Epatologia del nosocomio).

La Campania, da ciò che spiegano i promotori, paga storicamente un prezzo altissimo alle malattie del fegato: 1.800 decessi l’anno per cirrosi epatica o tumore al fegato, 1.200 nuovi casi di tumore al fegato nel solo 2021 e 73 milioni di euro spesi per l’assistenza ospedaliera, sono alcuni dei dati più significativi che riguardano la regione.
“Il focus di quest’anno è ancor più multidisciplinare – chiarisce Claar – sempre nell’ottica di divulgare il progresso scientifico e l’avanzamento tecnologico in epatologia e far comprendere quanto le malattie epatiche rappresentino una sfida cruciale per la salute pubblica e possono essere oggetto di prevenzione fin dalla giovane età”.
La vera epidemia del terzo millennio è inoltre la malattia da fegato grasso (steatosi epatica) associata alla sindrome metabolica (obesità, diabete, alterato assetto lipidico); il 65% dei diabetici e l’80% degli obesi ha “malattia da fegato grasso” che, troppe volte, evolve inconsapevolmente in cirrosi epatica oppure in tumore al fegato. Il soggetto affetto da steatosi epatica con infiammazione (steatoepatite) ha un rischio cardiovascolare ed un rischio di sviluppare tumore al fegato enormemente più alto. La mancata consapevolezza dei danni procurati dall’alcol rischia di produrre danni irreparabili.

Emanuele Scafato, direttore dell’osservatorio nazionale alcol-centro Oms per la ricerca sull’alcol spiega che “l’impatto dell’uso di alcolici in Italia determina costi sociali e sanitari che sono il frutto della diffusa disinformazione sui danni che l’uso di vino, birra, superalcolici, amari, qualunque bevanda alcolica causa in vaste fasce di consumatori, prevalentemente le più vulnerabili come i minori e gli adolescenti, i giovani, le donne e gli anziani”.

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Attualità

Forum Napoli, intelligenza artificiale nuova frontiera della biologia

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La relazione di Mario Plebani, docente emerito di biochimica clinica e biologia molecolare presso l’Università di Padova, ha chiuso i lavori del convegno promosso dalla Federazione Nazionale dell’Ordine dei Biologi dal titolo “Il laboratorio del futuro-tecniche ed innovazioni” che si è svolto il 23 e 24 ottobre alla Mostra d’Oltremare.

Il tema è stato l’evoluzione della figura del biologo e dei laboratori che nel 2024 riescono a offrire maggiori risposte nel campo della diagnostica, della prevenzione di malattie come il cancro, e della ricerca.

Ad aprire i lavori del convegno Vincenzo D’Anna, presidente Fnob.
L’evento organizzato dalla biologa Antonietta Foggiano si è articolato in varie sessioni della laboratoristica: genetica, microbiologia, patologia, gestione della patologia, sistemi di qualità. Una sessione è stata dedicata alla virologia, alla microbiologia e in particolare ai microorganismi farmaco resistenti. Nella prima giornata si è discusso tra gli altri dei poct, i dispositivi di autoanalisi.
Nella giornata conclusiva protagonista il dna, in particolare si è parlato di genetica ed epigenetica, la scienza che si occupa dello studio di tutte quelle modificazioni ereditabili che portano a variazioni dell’espressione genica senza però alterare la sequenza del dna.
Tema centrale del convegno l’ Intelligenza Artificiale, il cui impiego ha già segnato la svolta nelle varie branche della medicina e della biologia.
 Tra i relatori Antonio Novelli, direttore Uoc Lab di genetica medica presso l’ospedale Bambino Gesù di Roma, Mariarosaria Capobianchi docente Unicamillus di Roma, Marcello Meledandri, direttore del dipartimento dei Laboratori Asl Roma 1, Pierangelo Clerici, presidente Fismelab.


(fonte: Ansa)

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Attualità

AstroLuca Parmitano: “L’esplorazione della Luna diventa realtà”

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Il sogno dell’esplorazione lunare “si sta concretizzando sotto i nostri occhi”: lo dice l’astronauta dell’Agenzia spaziale europea Luca Parmitano, in occasione del 75esimo Congresso internazionale di astronautica (Iac 2024) di Milano.

“Lo si vede anche dall’atmosfera di festa che si respira qui in questi giorni: c’è tantissimo entusiasmo soprattutto da parte dei giovani, intesi sia come studenti sia come imprenditori di startup”, osserva Parmitano. “Proprio grazie alla collaborazione tra agenzie spaziali e privati – prosegue – stiamo andando nella giusta direzione: fino a una decina di anni fa avrei avuto dei dubbi, ma oggi noto che si è creata una buona sinergia tra pubblico e privato“.

In Italia, negli stabilimenti torinesi di Thales Alenia Space è già possibile vedere e toccare con mano Halo, il primo dei moduli della futura stazione spaziale lunare Gateway. “E’ già in costruzione anche il secondo modulo I-Hab, che è il contributo europeo a Gateway”, dice ancora Parmitano.
Nei mesi scorsi l’astronauta ha partecipato ai primi test per studiare e migliorare la vita dell’equipaggio al suo interno.
Sempre con lo sguardo rivolto alla Luna, AstroLuca contribuirà anche allo sviluppo di Argonaut, un lander dell’Esa destinato al trasporto merci nell’ambito del programma Artemis. 


(fonte: Ansa)

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