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Napoli, vagina in Piazza Municipio: ecco l’installazione di Cristina Donati Meyer

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Dopo l’esposizione in Piazza Municipio a Napoli dell’opera dell’artista Gaetano Pesce, con l’esaltazione fallica quale presunto tributo a Pulcinella, le femministe hanno deciso di rispondere con ironia a questa provocazione di matrice maschilista.

Infatti, questa mattina, è stata esposta nei pressi della fallo struttura di Pesce un’altra installazione, ad opera dell’attivista Cristina Donati Meyer: si tratta dell’opera-installazione ‘Partenope, la Grande Bellezza’, che altro non è che una vagina in risposta al Pulcinella fallico di Pesce.

Ecco il commento di Cristina Donati Meyer:

“Napoli nasce donna, con la Sirena Partenope, alla quale, tuttavia, la mitologia maschile sottrasse la vagina con l’alibi della coda. Con la mia installazione ho inteso restituire la vagina a Partenope, perché non si comprende la ragione per cui dovremmo scandalizzarci di mostrare l’organo femminile, mentre quello maschile è esposto, vantato, alluso, richiamato in ogni occasione come sinonimo di virilità, potere e cosiddetto sesso forte. Quando i greci fondarono la Nea Polis, Napoli, era femmina, donna e le donne, come è noto sono dotate di vagina. Pesce e il curatore dell’istallazione fallica e fallace, volgare e machista, non hanno trovato soggetti e storie meno scontate, folkloristiche e banali di un supposto Pulcinella? Mancano solo la pizza e il mandolino e l’opera sarebbe completa nella sua rappresentazione di banali luoghi comuni. Probabilmente sarebbe stato più afferente alla realtà storico-culturale e artistica della città di Napoli la rivisitazione del Cristo velato, le rivelazioni di Pompei, Ercolano, le storie del Monaciello o la ricchissima arte culinaria partenopea. Ma il curatore, maschio e misogino, ha prediletto la strada più banale, scontata e volgare: il pulcinella fallico!”.

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Orrore in fattoria, uomo accusato di aver fatto sesso con una cavalla

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Orrore in una fattoria di Trowbridge, nel Wiltshire, dove il 43enne Damion Ogeare si è reso protagonista di un episodio deplorevole. L’uomo sarebbe accusato di aver fatto sesso con una cavalla, anche se il suo legale afferma: “Il mio assistito per ora non conferma né smentisce”.

I presunti reati risalirebbero al 24 gennaio 2024, quando il 43enne entrò in una stalla dove giacevano due pony Shetland e di aver fatto sesso con una cavalla femmina. Al momento l’opinione pubblica è divisa tra chi crede all’innocenza dell’uomo e chi invece pensa che egli sia colpevole e abbia anzi bisogno di una visita psichiatrica perché chiaramente malato.

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Napoli, baby gang lancia albero di Natale contro un bus dell’Anm

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Attimi di follia a Napoli, dove nella serata di ieri una baby-gang ha lanciato un albero di Natale contro un bus dell’Anm, provocando la rottura di un finestrino.

L’episodio si è verificato in piazza Gianbattista a Vico, nei pressi di piazza Carlo III, e il conducente del mezzo si è visto costretto a fermare la corsa e allertare le forze dell’ordine.

Ecco quanto spiegato da Marco Sansone, sindacalista dell’Usb:

“Un gruppo di ragazzini ha scagliato pezzi in metallo di un albero di Natale contro l’autobus, provocando la rottura del vetro anteriore lato autista”.

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Magistratura in lutto a Napoli, è morto il Giudice Giustino Gatti

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Si è spento pochi giorni fa il giudice Giustino Gatti, aveva 78 anni (era nato il 14 aprile del 1946).

Una vita per la magistratura, una carriera interamente dedicata all’applicazione del Diritto, alla riaffermazione della legge dopo delitti e reati consumati sul nostro territorio. In questi giorni, la notizia della morte del giudice Giustino Gatti (avvenuta la scorsa settimana) ha colpito gli utenti del Palazzo di Giustizia, che hanno appreso della scomparsa del magistrato proprio a partire dai manifesti funebri: nomen omen, dunque, come se il giudice Giustino Gatti avesse firmato una sorta di patto esistenziale con la giustizia.

Era andato in pensione pochi anni fa, lasciando uno degli uffici di vertice del distretto giudiziario napoletano. Aveva svolto il ruolo di Presidente della sezione gip del Tribunale di Napoli, uno degli snodi più importanti per l’intero distretto di Corte di appello partenopeo. Lavoratore instancabile, non conosceva sosta, era ricordato per la sua presenza in ufficio in tutte le ore del giorno e della settimana.

Da Presidente di Corte di Assise che ha inflitto la condanna al killer della 14enne Annalisa Durante, un verdetto a 21 anni di reclusione che ha inchiodato Salvatore Giuliano (il «rosso»), poi confermato nei successivi gradi di giudizio.

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