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Ansia per Ottavia Piana, la speleologa bloccata in una grotta del Bergamasco: le ultime

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Sono ore d’apprensione per le sorti di Ottavia Piana, la speleologa infortunata nella grotta ‘Abisso Bueno Fonteno’ nel Bergamasco.

Infatti la donna è caduta ieri sera da un’altezza di circa cinque metri, rimediando diverse fratture. In seguito, è stata trasportata in un punto all’interno della grotta, dove è stato allestito un campo base riscaldato per consentire alla barella di superare il tratto più stretto della spelonca.

In particolare, ella si trova a tre chilometri dall’ingresso della grotta, raggiungibile in quattro ore di tempo. Intorno alle 10 di stamane, la speleologa è stata raggiunta da un medico e da un infermiere, che le hanno effettuato i primi controlli del caso. Intanto, i Vigili del Fuoco di Bergamo e Lovere sono intervenuti sul posto e hanno installato dei fari per illuminare l’imbocco della grotta.

Ecco quanto si legge in una nota:

“Dal termine del tratto più stretto all’uscita seguirà un lungo tragitto, più lineare. L’infortunata è vigile e collaborativa”.

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Ponticelli, metal detector a scuola per controllare l’ingresso di armi: accolta la richiesta della preside

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Nel corso della mattinata di ieri, gli agenti della Polizia di Stato sono intervenuti presso l’istituto tecnico-tecnologico ‘Marie Curie’ di via Argine, quartiere Ponticelli, dove hanno controllato con metal detector e cani antidroga gli studenti all’ingresso a scuola.

Tale iniziativa è stata proposta dalla stessa preside dell’istituto, Valeria Pirone, la quale ha espresso tutta la sua soddisfazione dopo che il suo appello è stato accolto dagli organi competenti:

“Ho ringraziato per iscritto Prefetto e Questore, perché di fronte ad una mia richiesta di intervento ieri c’è stata una risposta chiara ed efficace. C’è una soddisfazione diffusa, i genitori si sono fermati a vedere e ci hanno ringraziato, gli alunni ci hanno ringraziato, il personale scolastico si sente più protetto”.

Tale intervento è stato richiesto alla luce dell’acuirsi del fenomeno dell’uso di armi tra i giovanissimi, come sottolinea la stessa preside:

“Non è necessaria la presenza sistematica delle forze dell’ordine o di un metal detector all’ingresso, ma bastano questi interventi a campione a farci sentire più sicuri e a fare da deterrente per scoraggiare chi è intenzionato a portare un’arma a scuola, a suo dire, per difesa. È un’iniziativa che si inserisce nell’ambito della serie di azioni che la scuola già mette in campo per contrastare ogni forma di violenza, azioni di sensibilizzazione, attività progettuali e disponibilità di ascolto. Purtroppo questo ha dimostrato di non bastare e quindi accogliamo con grande favore questo riscontro alla mia richiesta di intervento che avevo rivolto a prefetto e questore”.

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Casoria, sportello antiracket per le vittime della criminalità

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Per far fronte alle nuove forme d’intimidazione del racket sia reali che virtuali, lo sportello antiracket ed antiusura del Comune di Casoria attivo dal 2020, è pronto a prendere in esame le nuove frontiere della criminalità.

In particolare, si stanno facendo largo nuove strade per vessare gli operatori economici, tramite l’uso delle piattaforme tecnologiche. Tra i servizi gratuiti previsti c’è il sostegno psicologico per le vittime e i loro familiari, gli incontri di socializzazione e il supporto per superare l’isolamento, l’informazione e la consulenza legale per comprendere i propri diritti e le procedure da seguire, l’accompagnamento alla denuncia e al percorso giudiziario.

Ecco il commento del sindaco di Casoria, Raffaele Bene, che ha così precisato:

“In un momento del genere è necessario più che mai far sentire la nostra vicinanza in modo concreto ai commercianti ed agli imprenditori che finiscono nel mirino della criminalità. Per farlo in maniera adeguata dobbiamo servirci di professionalità che sappiano assistere le vittime e interpretare ciò che accade in un territorio complesso come il nostro, dando il nostro contributo all’azione delle forze dell’ordine e al grande lavoro del Prefetto Michele Di Bari”.

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Napoli, infezione da Anisakis in un ristorante di Soccavo: colpito un giovane

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Un giovane paziente si è presentato al Pronto Soccorso dell’ospedale Antonio Cardarelli di Napoli, dopo aver consumato pesce crudo in un ristorante di Soccavo, riscontrando un’infezione da verme Anisakis.

Pertanto, il locale è stato chiuso a seguito di un’ispezione congiunta dei carabinieri del Nas e degli ispettori dell’Asl Napoli 1 Centro. Infatti il paziente si era presentato con dolori addominali, nausea e vomito, che dopo una gastroscopia e analisi di campioni fecali e gastrici, hanno evidenziato un’infezione da Anisakis, un parassita gastrointestinale.

A quel punto il giovane è stato trasferito all’ospedale Cotugno, specializzato in malattie infettive, dove è stato stabilizzato e poi dimesso. Intanto l’ospedale ha precisato che “si tratta di un caso raro”, con il locale che ha diffuso una nota invitando i clienti che hanno consumato salmone marinato a segnalare eventuali sintomi al proprio medico.

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