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CAIVANO. Anche gli intellettuali cominciano ad indignarsi allo spettacolo delirante creato intorno alla Terra dei Fuochi

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CAIVANO – Ho appena avuto modo di leggere l’opinione dell’ex Sindaca di Caivano Francesca Falco pubblicata sul Caivano Press del collega Francesco Celiento e leggere le sue parole mi ha davvero rallegrato il cuore, oltre che accendere ancor di più in me quella fiamma di rivalsa a difesa del nostro territorio martoriato e denigrato dalle bugie mediatiche che hanno affossato totalmente sia il tessuto sociale che economico della nostra comunità.

Francesca Falco, uno dei veri pochi intellettuali che io conosca a Caivano. L’ultimo baluardo della resistenza di una politica che non esiste più. L’azzeramento di essa si è avuto con il secondo scioglimento per ingerenze criminali consecutivo ma donne e uomini di cultura alla pari di Franca Falco, a Caivano, oggi si contano sulle punte delle dita.

Sono davvero contento che finalmente anche chi potrebbe tranquillamente tracciare un solco etico e morale all’interno della nostra comunità oggi affronta un problema annoso come quello della Terra dei Fuochi. Un problema che, durante l’arco degli anni, è diventato più una questione di cattiva comunicazione che ambientale.

La Terra dei Fuochi a Caivano esiste ma è legata solo al fenomeno dei roghi tossici, un fenomeno legato a doppio filo con il mondo sommerso del parallelo e i nostri cattivi stili di vita inerenti il concetto del risparmio che ci induce a contribuire alla crescita del mercato del falso e dell’usato dei pneumatici.

Ma a queste latitudini c’è qualcuno che ama drammatizzare, allarmare, spettacolarizzare e fare demagogia sul dolore altrui, lo stesso dolore che, come dichiara Franca Falco, per ogni buon cattolico dovrebbe essere un sentimento intimo, che dovrebbe essere metabolizzato in privato e nella preghiera, affidandosi alla propria fede e vivendo nella speranza che ogni nostro caro perso in questa vita, potrebbe vivere meglio in un’altra.

E mentre qui, si cerca a tutti i costi un colpevole, per poter poi chiedere il conto, anche salato, allo Stato e sperare nei famosi risarcimenti alle famiglie vittime del cancro facendo leva su un nesso tra inquinamento e patologie neoplastiche mai dimostrato e forse mai dimostrabile, intanto si continua a cercare di creare il vuoto istituzionale puntando il dito sulle istituzioni locali, accusando sindaci, commissari e Polizia Locale di aver fatto poco e male il proprio dovere.

In questo vuoto istituzionale creato ad hoc, ci si è infilati con la lotta della Terra dei Fuochi, una lotta fondata sul nulla, mentre a Caivano si lasciano le persone a morire a contatto con l’amianto, l’unico materiale cancerogeno dichiarato dall’Agenzia della Ricerca sui Tumori, si imbracciano lotte su argomenti fasulli e fallaci.

Un vuoto che però è piaciuto alle Istituzioni sovracomunali che boicottando quelle locali venivano e continuano a venire a Caivano a fare passerelle in una chiesa che oramai prende sempre più le sembianze di un piccolo parlamento che di un luogo di culto cristiano. Un luogo che non perde tempo ad ospitare il Presidente della Repubblica, Ministri, Prefetto e Forze dell’Ordine ma che allo stesso modo non perde tempo a chiudere le sue porte a persone che seppur, borderline, restano esseri umani lasciati al freddo per strada.

Tutto questo nel nome dell’unico dio: il dio denaro! Lo stesso denaro che è stato già distribuito – nella cifra pari a 745,4 milioni di euro – e che a nulla è servito e chissà in quali tasche è andato a finire. Lo stesso denaro che si continua a chiedere al Governo e che dovrà servire ad altre bonifiche inesistenti fatte su terreni che mai hanno visto intombare o sotterrare una bustina di rifiuti manco solido urbano.

Ma oggi sono felice, perché a distanza di dieci anni non sono più solo e sapere che una grande intelligenza caivanese come la preside Franca Falco tira le orecchie a chi si è prestato allo spettacolo poco edificante tenutosi nella chiesa San Paolo Apostolo domenica scorsa lascia ben sperare per il futuro.

Sono convinto che le belle parole della ex dirigente scolastica possano creare un solto etico e determinare l’opinione pubblica sul tema e a tal riguardo suggerirei a tutte le menti pensanti di Caivano, a tutti quelli che hanno compreso dove risiede l’origine della nostra cattiva immagine ma soprattutto a tutti coloro che conoscono la verità e in nome di essa volessero risolvere i problemi della nostra comunità di fare fronte unico, di allearsi sotto un’unica bandiera, quella giallo verde, quella che tanto fa battere i cuori di chi vi è nato sotto il suo sventolio e di indignarsi, di avere il coraggio di denunciare, tutti insiene, il male e il crimine, senza compromessi né tutela dell’interesse personale. Solo così si può tornare a colmare democraticamente quel vuoto istituzionale e impedire a chi non è preposto di riempirlo illegittimamente.

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CAIVANO. Il Commissario Dispenza condannato dalla Corte dei Conti a risarcire il suo vecchio comune di competenza

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CAIVANO – Periodo travagliato per la nostra comunità e chi grida “commissari a vita” in città o è in malafede o disinformato. Che il periodo commissariale non abbia risolto i problemi della città né abbia risanato il territorio è tangibile a tutti, anche a quelli che tentano di negare l’evidenza. Da queste pagine ho terminato le parole e i sinonimi per far capire ai più che un vero risanamento non doveva passare attraverso le infrastrutture sportive ma quelle abitative e soprattutto attraverso incentivi sociali ed economici. Ma quanto meno non vorremmo pagare noi, cittadini caivanesi, anche tutta la sprovvedutezza e l’incapacità che i commissari – sia la terna che quello per il risanamento – stanno dimostrando lontano dalle mura caivanesi.

Dopo le affermazioni preoccupanti che Ciciliano sta facendo raccogliere ai collezionisti di meme sui social sul terremoto ai campi flegrei in qualità di capo della Protezione Civile, a preoccupare i caivanesi, facendoli domandare se sono stati affidati in buone mani, è un articolo-dossier scritto dal collega Angelo Di Natale di In Sicilia Report (Clicca qui per leggere) sull’attuale Commissario Straordinario Prefettizio dott. Filippo Dispenza che riguarda alcuni fatti e reati prepetrati quando ricopriva la carica di Commissario Straordinario nel Comune di Vittoria in provincia di Catania dal 2018 al 2021.

Nell’articolo si legge che Filippo Dispenza è stato condannato dalla Corte dei Conti per aver causato un danno erariale al Comune di Vittoria che si aggira intorno alla cifra di un milione di euro.

Da quello che si legge nell’articolo del collega catanese, il Commissario Dispenza sceglie il patteggiamento e se la cava col 30% della cifra da risarcire a lui attribuita che inizialmente era di € 97.506,42 dato che il reato è stato commesso con la collaborazione di altri sette imputati.

Ora, senza entrare troppo nel tecnicismo e spiegare che il danno erariale è stato frutto di pura testardagine e sprovvedutezza amministrativa legato a delle deliberazioni inerenti pagamenti non dovuti di debiti fuori bilancio ad alcune partecipate del Comune di Vittoria in liquidazione e ad alcuni potenziamenti fatti a vantaggio di un’altra partecipata – La Vittoria Mercati srl – dove su di essa già si erano accesi i riflettori della Magistratura, poiché era diventata un collettore criminale per assunzioni di parenti e amici di zone ombre della città e proprio come alla pari della Igi.Ca. rappresentava un carrozzone clientelare per la politica. Quello che preoccupa è quello che racconta il collega nel suo pezzo giornalistico.

Quello che i caivanesi vorrebbero sapere e che il Commissario Dispenza farebbe bene a chiarire è se il modus operandi dell’ex poliziotto torinese descritto in quel pezzo, che lo vede amico di un certo Antonio Calogero Montante – ex “professionista dell’antimafia”, leader di Confindustria e poi condannato per ipotesi di corruzione e per gli accessi abusivi a sistemi informatici dopo che la Corte di Cassazione ha fatto venir meno il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso – e che grazie a questa amicizia – dato che il Ministro Alfano è stato considerato un ministro genuflesso al leader di Confindustria come sancisce la sentenza di un Tribunale della Repubblica – il Dispenza abbia ottenuto l’onorificenza di Prefetto senza mai esserlo stato di ruolo, sia reale e se lo si stia attuando anche alle nostre latitudini, dato che anche a Caivano abbiamo anche noi “professionisti dell’antimafia” che spesse volte si fanno da garante sui flussi di denaro per le bonifiche.

La nomina a Prefetto è del 30 aprile 2016 quando Montante, ancora potentissimo, da due anni è indagato per concorso in associazione mafiosa e il ministro che a lui mai avrebbe potuto dire di no, e in effetti mai gli dice di no“. Questo si legge nell’articolo di InSIcilia ma non solo, a quanto pare il Dispenza avrebbe chiesto, sempre secondo il collega di Catania, anche un favore personale al Montante, ossia trovare un posto di lavoro per il figlio ma questo è un argomento che la nostra testata ha già affrontato all’epoca e chiesto lumi al Commissario Dispenza, siamo ancora in attesa di risposte.

Ma veniamo ai fatti del reato commesso. Dalla documentazione della Corte dei Conti in merito al riconoscimento dei debiti fuori bilancio della Amfm, azienda in liquidazione si legge: “palese evidenza del riconoscimento del debito fuori bilancio in totale assenza dei presupposti” …”il Comune ha ignorato totalmente tali limiti e condizioni come confermato dal segretario generale”…”mancano tre presupposti su tre”…”tentativo vano e maldestro di dare una parvenza di legalità all’accollo dei debiti dell’azienda eludendo il divieto di soccorso finanziario”. Non solo. Riprendendo la lettura dell’atto di citazione, il magistrato rileva che quel tentativo “vano e maldestro di dare una parvenza di legalità” a ciò che è, e rimane, palesemente illegale serve a Dispenza e alla sua commissione a “porre le basi per il successivo artificio ideato dal Comune per porre in essere” quelle che, fuori dalla lettera testuale dell’atto di citazione che dimostra ineccepibilmente il danno erariale, sono nuove plurime violazioni.

Dopo avere ribadito che il ripiano non avrebbe potuto essere operato non solo dal 2017 per lo stato di liquidazione ma fin dal 2012 per le ingenti perdite di bilancio, la Corte dei conti ravvisa “colpa grave nei comportamenti della commissione e del dirigente Basile – dirigente del Comune che secondo il collega risponde ai diktat di Dispenza e condannato nello stesso processo – già allertati dal segretario generale sull’illiceità degli atti e sul danno erariale conseguente”. Ciononostante – il magistrato tira le orecchie a Dispenza e agli altri due commissari “con incomprensibile pervicacia” la commissione illegalmente va in soccorso finanziario dell’azienda fallita “basandosi sulla relazione inattendibile e irrazionale” di Basile il quale paradossalmente nelle sue argomentazioni ricorre alla stessa giurisprudenza richiamata dal segretario generale Fortuna – Segretario Comunale cacciato da Dispenza perché gli faceva notare il suo comportamento illegittimo a suon di missive protocollate – a supporto dei giusti rilievi addotti. La Corte dei conti definisce poi fictio iuris il riconoscimento di debiti fuori bilancio nei confronti di un’azienda in liquidazione tramutati, con evidente falsità, in ‘disavanzi di un’azienda operativa’. Più volte il magistrato contesta un’evidente illegalità alla deliberazione voluta da Dispenza cui riconosce, al pari ovviamente degli altri responsabili, un “atteggiamento sprezzante nei confronti della legge ed estremamente incurante della sana gestione delle risorse finanziarie del Comune”.

Sicuramente il Commissario Dispenza avrà avuto le sue buone ragioni per agire in quel modo, così come avrà avuto le sue buone ragioni ad accettare il patteggiamento con la Corte dei Conti. Di certo non sarò io a condannarlo con questo mio editoriale. Per quel che mi riguarda il Commissario Dispenza è sempre stato disponibile nei confronti della nostra testata, un po’ meno cauto quando ha rilasciato dichiarazioni sui caivanesi ad altri organi di stampa asserendo perfino che “i caivanesi non rispondono alle istanze della legalità” lasciando intendere l’illegalità come disvalore appartenente al retaggio culturale della nostra comunità.

Ma colui che è stato sempre mio alleato e lo è stato, in questo caso anche con la mia comunità è stato il tempo che ha dimostrato che ognuno di noi possa essere vittima o causa di qualcosa di illegale, in buona o cattiva fede non si sa, ma anche questo ce lo dirà il tempo.

Quello che preoccupa però adesso sono le competenze del Commissario Dispenza messe in seria discussione proprio dalla Corte dei Conti, dato che a Caivano egli ha dovuto fare altri conti con problemi verosimili a quelli di Vittoria. Qui a Caivano hanno dovuto gestire la patata bollente della mancata chiusura del dissesto dichiarato in epoca Monopoli nel 2016 e non ancora risolta dall’Osl (Organo di liquidazione speciale) comptente e il risanamento del Bilancio e del settore della Riscossione Tributi. Siamo sicuri che in questi 24 mesi Dispenza abbia imparato a fare i conti? Perché può darsi pure che alla fine della fiera, oltre al danno ci toccherà anche la beffa. Chissà!

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Caivano

CAIVANO. Anche se rappresenta la continuità amministrativa, può dire la sua nel centrodestra.

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CAIVANO – Da giorni tiene banco nel dibattito pubblico cittadino la nomina a coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia dell’ex Consigliera Giovanna Palmiero e della sua vice Maria Fusco. Forse ha destato più interesse la seconda che la prima, dato che l’ex Consigliera di Idea Nuova è l’espressione ologrammatica dell’ex Sindaco Simone Monopoli.

La nomina di Giovanna Palmiero spiazza tutto l’ambiente del centrodestra caivanese, anche perché erano noti i personaggi politici che detenevano il simbolo della fiamma tricolore sul territorio e gettando uno sguardo alla nomina della vice non è difficile immaginare in un’operazione attuata proprio dall’ex Sindaco Monopoli sfruttando la sua storica amicizia con il deputato di FdI Michele Schiano di Visconti.

Diciamo che questa operazione ha fatto storcere un po’ il naso agli addetti ai lavori ma da parte mia sento di fare ogni in bocca al lupo a Giovanna Palmiero, finora unica consigliera comunale che si è distinta nei fatti, comportamenti e idee rispetto a tutti gli altri colleghi che militavano durante la consiliatura di Enzo Falco.

Unica nota stonata – ma è sempre una riflessione personale che lascia il tempo che trova davanti ai fatti che potranno anche smentirla – è la discrasia che si registra tra il pensiero legittimo e da me condiviso che esprime sui social la neo coordinatrice e la scelta di accompagnarsi con personaggi politici che possono, non solo rappresentare una continuità amministrativa ma rappresentano anche un fumus pericoloso in termini di potenziale terzo scioglimento per ingerenze criminali.

Sul proprio profilo social Giovanna Palmiero scrive: “Adesso tutti sul carro…….della legalità. Quello che leggo negli ultimi giorni dai post , dalle testate , quello che si sente nell’area Caivanese mi fa sorgere un dubbio perenne che incombe nella mia testa, perché solo ora si inneggia la Legalità? Che fa comodo , lo si sa e lo si appura, ma veramente pensate che facendo qualche post su fb la gente dimentica che nelle sedi opportune o durante il periodo amministrativo vi siete girati dall’altra parte?! Attenzione, la legalità non deve essere,non può essere strumento elettorale. È palese che tutti oramai sfruttano il termine legalità per far breccia nel tessuto cittadino. Intanto ieri è arrivata la misura di incandidabilità per l’ex sindaco Falco. Questo a riprova che la legalità andava esibita nelle sedi opportune non sui social network. Il clima elettorale , ormai vicino, inizia a farsi sentire, ma attenzione nel salire sul carro della legalita si può inciampare”.

Ecco, l’ex Consigliera Giovanna Palmiero, tocca un argomento a me molto caro: “la legalità”. Io spero, per lei e per tutti quelli che leggono o ascolteranno le sue parole, che questo termine così importante non diventi solo un brand da sventolare in campagna elettorale come tanti hanno sbandierato quello del “Parco Verde” per far arrivare qui soldi che sono serviti a risolvere i problemi personali dei pochi, di tutti tranne che di quelli che il problema lo subiscono.

La legalità la si pratica e non si predica. Ma se davvero si dovessero confermare le voci di corridoio che girano in città, circa la formazione della coalizione di centro destra, allora bisogna che tutti quanti rivedessero un po’ il concetto di legalità.

Fermo restando che mi auguro con tutto il cuore che chi sta organizzando la coalizione di centro destra prenda in seria considerazione la candidatura a Sindaco proprio della stessa Giovanna Palmiero, che seppur rappresenti comunque la continuità amministrativa con la scorsa Amministrazione, ci si augura che possa dimostrare la sua buona fede agli organi prefettizi. Ancora in bocca al lupo alla neo coordinatrice di Fratelli d’Italia.

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I dissidenti del M5S Caivano hanno le idee chiare sul proprio futuro!

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CAIVANO – Da alcuni giorni il PD Caivano nella persona del Segretario Franco Marzano sta attuando alcuni incontri bilaterali con altri gruppi politici del territorio partendo dall’assunto di riunire tutti i partiti che militano nei banchi dell’opposizione del governo centrale e cominciare ad interloquire con le segreterie cittadine degli stessi partiti.

Finora sappiamo per certo che il PD abbia già incontrato i rappresentanti di Azione, Sinistra Italiana, Verdi e Movimento 5 stelle e proprio nel confronto avutosi con quest’ultimo c’é da sottolineare un’incongruenza nata da alcune indiscrezioni uscite fuori dall’incontro e che non sono piaciute al gruppo di dissidenti del deputato Penza che venuti a conoscenza delle voci di corridoio hanno deciso di diramare il seguente comunicato:

Al margine dell’incontro bilaterale avvenuto tra il PD Caivano e l’onorevole Pasqualino Penza, ci arrivano indiscrezioni che vogliono l’onorevole pentastellato sicuro che il gruppo dei sottoscritti fosse rientrato tra le file del M5S locale. In merito a tanta sicumera da parte del deputato sentiamo la necessità di ribadire il concetto che il nostro gruppo non si rivede nelle idee del Deputato Pasqualino Penza né tanto meno condivide le sue scelte politiche attuate sul territorio. A differenza dell’onorevole, il nostro gruppo é orientato verso un’idea innovativa di aggregazione, secondo criteri e principi ben definiti e legati principalmente alle esigenze del nostro territorio e aborrisce vecchi riti legati ad assunti lontani dalle necessità territoriali. Inoltre il nostro gruppo rivedendosi nell’idea riformista di una creazione di una nuova classe dirigente non potrebbe mai sedere al tavolo con chi non favorisce una presa di responsabilità politica collettiva da parte di chi ha già ricoperto un ruolo istituzionale sul nostro territorio!

Antonio Liguori
Francesco Giuliano
Giuseppe Ziello

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