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Politica

Guerra in Ucraina, Trump dichiara: “La Russia ha le carte in regola nei colloqui di pace”

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Il presidente americano Donald Trump ha parlato ai microfoni della Bbc circa i propositi di pace della Russia per porre fine alla guerra in Ucraina. Ecco le sue parole:

“La Russia ha le carte in regola per partecipare a qualsiasi colloquio di pace per porre fine alla guerra in Ucraina, perché ha conquistato molto territorio. Penso che i russi vogliano vedere la fine della guerra, davvero”.

Sulla questione è intervenuto anche il ministro francese responsabile dell’Europa, Benjamin Haddad, che ha così dichiarato:

“L’unico dittatore in questa guerra è Putin. Zelensky è un eroe. La settimana prossima il presidente Macron sarà a Washington per portare la voce degli europei e dire che l’avvenire dell’Ucraina non può decidersi senza di loro”.

Cronaca

Coraggio contro la camorra, voto di scambio nel nolano

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Una vasta inchiesta coordinata dalla Procura guidata da Nicola Gratteri ha portato a 44 arresti (34 in carcere e 10 ai domiciliari) nel Nolano (provincia di Napoli), svelando un profondo intreccio tra la politica locale e il clan Russo.

L’indagine si concentra sul presunto voto di scambio in occasione delle elezioni del 2022 e 2023. Assessori e consiglieri comunali di Cicciano e Casamarciano avrebbero beneficiato dell’appoggio elettorale del clan Russo.

Riflettori puntati sulla famiglia Russo, dove un giovane rampollo del clan si sarebbe laureato in ingegneria online per poi tentare di imporre gli interessi della cosca, operando da uno studio di intermediazione immobiliare.

L’inchiesta evidenzia un atto di coraggio isolato: una responsabile dell’ufficio tecnico del comune di Nola è stata l’unica a denunciare. La donna ha raccontato ai Carabinieri di essere stata avvicinata da un politico e minacciata (“badare bene a ciò che stava facendo”) per non ostacolare le richieste affaristiche e gli interessi del clan Russo.

L’operazione, condotta dai Carabinieri di Castello di Cisterna, conferma, come dichiarato dal Procuratore Gratteri, il radicamento del clan sul territorio.

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Castel Volturno

Castel Volturno, scandalo all’Alberghiero: studentesse usate per volantinaggio politico, bufera su candidata di Forza Italia

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Un grave episodio di strumentalizzazione politica ha coinvolto alcune studentesse dell’Istituto Alberghiero di Castel Volturno. Le ragazze, impegnate in un evento pubblico per l’accoglienza, sarebbero state utilizzate da una candidata di Forza Italia alle prossime elezioni regionali per distribuire materiale di propaganda e fare volantinaggio.

La vicenda è stata denunciata dal segretario cittadino del Partito Democratico (PD), Alessandro Buffardi, il quale, in seguito alla sua segnalazione, ha ricevuto gravi minacce rivolte a lui e alla sua famiglia, con l’obiettivo di costringerlo a ritirare la denuncia.

Il deputato del PD Stefano Graziano è intervenuto con una nota sui social media, esprimendo piena solidarietà sia alle studentesse (ritenute aver agito in buona fede) sia ad Alessandro Buffardi, invitandolo a non farsi intimidire. Graziano ha condannato fermamente l’uso degli studenti come strumenti di propaganda e ha chiesto che i responsabili delle minacce si assumano la responsabilità delle proprie azioni, sottolineando che la prevaricazione e la prepotenza sono metodi inaccettabili in una società civile.

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Caivano

CAIVANO. L’altare come cabina elettorale. La laicità tradita e il peso dello stigma sull’intera comunità

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CAIVANO – L’incontro pubblico tra i tre candidati a Sindaco di Caivano – Antonio Angelino, Rosaria Peluso e Giovanni Vitale – tenutosi ieri nel Santuario della Madonna di Campiglione, per volontà del vescovo Monsignor Angelo Spinillo, non è un evento di routine, ma un sintomo preoccupante. È la manifestazione palese di una confusione di ruoli che, nel delicato momento pre-elettorale, rischia di compromettere la laicità della politica locale, un principio cardine dello Stato democratico e l’unico baluardo per la tutela di tutti i cittadini, credenti e non.


La Politica Laica: Un interesse di tutti

La laicità dello Stato italiano non è un principio antireligioso, ma una garanzia di libertà e uguaglianza. Come sosteneva lucidamente Norberto Bobbio, uno dei padri del pensiero politico laico in Italia, la laicità è l’atteggiamento di chi “non si sente depositario di verità ultime” e riconosce la pluralità delle visioni. Un politico, in un contesto laico, è chiamato a legiferare e amministrare nell’interesse generale, basandosi su principi di giustizia sociale, diritto ed economia, non su dettami di fede.

L’etica pubblica deve restare distinta dalla morale religiosa. Quando i futuri amministratori di una città scelgono l’altare come palcoscenico per un confronto politico cruciale, stanno implicitamente accettando una legittimazione che non deriva primariamente dal consenso popolare e dalla piattaforma programmatica, ma da una benedizione ecclesiastica. Questo invia un messaggio distorto: che la politica a Caivano sia fatta primariamente da e per chi ha fede, concedendo alla Chiesa una strada preferenziale nell’orientare le scelte della comunità.


Il “Modello Caivano” e il rinforzo dello stigma

Questa ingerenza, o almeno l’accettazione passiva di essa da parte della classe politica, non è un fatto isolato. Si inserisce in un contesto dove il ruolo della Chiesa (pur con le sue lodevoli intenzioni sul piano sociale) è stato strumentalizzato in modo massiccio per legittimare l’intervento statale eccezionale.

Il tristemente noto “Modello Caivano”, con il suo carico di misure securitarie e commissariamenti, non ha portato una rinascita strutturale, ma ha acclarato e rinforzato lo stigma di “periferia pericolosa” e irrecuperabile. L’eccessiva enfasi sul ruolo suppletivo dell’istituzione ecclesiastica ha finito per affibbiare una univoca e immotivata etichetta criminale a tutta la comunità caivanese, riducendo la complessità sociale, economica e culturale della città a un mero problema di ordine pubblico e di assenza morale.

Questo modello, percepito come una soluzione “dall’alto” e spesso non concertata, ha marginalizzato le forze politiche e civiche laiche e progressiste, quelle che invece avrebbero dovuto tutelare gli interessi di tutti attraverso il canale democratico e laico.


La debolezza dei candidati e le vecchie logiche di potere

Ciò che emerge con forza è la debolezza politica dei tre candidati a Sindaco. La loro partecipazione acritica a un evento che fonde il sacro con il profano dimostra una preoccupante riluttanza ad opporsi a un pensiero massificato e a vecchie logiche di potere intrise di religiosità e conservatorismo sociale.

I candidati, pur di non incrinare rapporti o non andare controcorrente in un contesto che premia la sottomissione al paravento ecclesiastico, si lasciano trasportare in iniziative che, lungi dall’arricchire il dibattito democratico, ledono proprio all’interesse di una comunità che ha un disperato bisogno di una politica forte, autonoma e laica. Una politica che non cerchi benedizioni, ma soluzioni pragmatiche per il lavoro, la scuola e la legalità.

Questo atteggiamento di acquiescenza era, peraltro, tristemente prevedibile. Per quanto riguarda la coalizione che i sondaggi indicano come favorita, come ho avuto modo di recitare nel mio editoriale al Teatro Burlesque martedì scorso, la sottomissione al paravento ecclesiastico era già stata prevista come una strategia per consolidare il consenso senza affrontare il vero nodo: la necessità di un’azione politica radicalmente nuova e laica.

Caivano non ha bisogno di essere redenta da un pulpito, ma di essere governata con onestà, laicità e visione prospettica. Solo una politica che si esercita nel pieno rispetto della separazione tra Stato e Chiesa può assicurare che ogni cittadino, indipendentemente dalla sua fede o dalla sua assenza di fede, abbia i propri diritti e interessi pienamente tutelati.

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