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Politica

Afragola, Andrea Cavucci parla del congresso cittadino: il comunicato

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Il consigliere comunale Andrea Cavucci ha parlato del congresso cittadino di Afragola, dal quale è uscito un partito lacerato, con la netta demarcazione del fatto che esistono sotto un’unica bandiera due anime con visioni diametralmente opposte.

Infatti da una parte prevale il personalismo, mentre dall’altra il concetto di comunità. Un congresso che non ha avuto nel suo essere un momento di confronto tematico, che poteva essere strumento di sintesi tra le due visioni ed avvicinare le parti facendo prevalere gli elementi comuni.

Tutto ciò è stato evitato per ridurlo ad una mera conta, con i numeri che stavolta hanno detto che la bilancia della rappresentanza non pende da un solo lato. Inoltre l’atteggiamento tenuto per tutta la fase congressuale ha lacerato profondamente i rapporti tra le parti.

Per questo ci saremmo aspettati dal coordinatore eletto un’immediata opera di riavvicinamento, ponendo al centro dell’azione politica le ragioni della minoranza fuoriuscita dal congresso, cosa che ad oggi non è stata fatta. Per tale motivo faremo un confronto con il gruppo che ha sostenuto la mia candidatura al congresso, per definire i futuri percorsi.

Politica

VIDEO SANT’ANASTASIA. La politica degli scontri personali che delegittima il confronto e il dibattito pubblico.

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SANT’ANASTASIA – Un video divenuto “virale” grazie a WhatsApp e destinato a spopolare sui social: non è una commedia ma un estratto del consiglio comunale di Sant’Anastasia. Non nuovo a queste scenate che delegittimano le istituzioni.

Durante un normale confronto di contenuto tra l’Assessore alle Politiche Sociali e il Consigliere di opposizione, Mariano Caserta, sulla qualità dei servizi e sulle scelte sbagliate dell’Amministrazione, irrompe il sindaco Esposito. Riferendosi al consigliere Caserta, il primo cittadino perde la testa, salta coi nervi e inveisce contro l’esponente dell’opposizione in dialetto napoletano: “Vatt a cuccà”. Urla e concetti irripetibili; il presidente del Consiglio, fedelissima del sindaco, invita alla calma il consigliere di minoranza, facendo finta di non aver capito da dove arrivasse lo “scatto” che ha reso famosa sui social Sant’Anastasia.

Scene non nuove. Anzi, in aula a Sant’Anastasia si è abituati anche a cose peggiori: offese, scontri personali tirando in ballo persino le famiglie. E anche la battaglia sulla legalità esprime valori al contrario: i condannati si sentono i protagonisti della questione morale, il simbolo della legalità, mentre gli incensurati devono essere bersagliati da fango e offese. Il mondo sottosopra.

Intanto gli organismi sovracomunali hanno acceso i riflettori su questi continui episodi anche in virtù di segnalazioni su carta inviate da coloro che non sopportano più questa arroganza e questi metodi.

Stupisce il silenzio del Pd in aula e in città. E chi parla si preoccupa di non intaccare il sindaco. Tutto strano. Comprendiamo che i democratici non vogliano riconoscere il merito dell’opposizione e della leadership a Mariano Caserta per un esclusivo interesse elettorale ma un partito serio può mai privilegiare un interesse legato al piccolo orticello e far finta che non sia accaduto nulla? Così facendo si legittimano metodi barbari e si penalizza chi si batte per l’alternativa.

Il Pd non ha compreso che ha assunto il ruolo di migliore alleato del sindaco. Forse anche in modo inconsapevole. Sarà pure legittimo ma di fronte a certi atti ed a certi episodi, le forze sane fanno quadrato. Indipendentemente dall’interesse legato ad una campagna elettorale. Dove ci sarà la continuità, la sua stampella e l’alternativa.

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Cardito

Torno a parlare di politica a Cardito: la successione a Cirillo non è una questione di nomi

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CARDITO – Il dodicennio Cirillo si avvia alla fine ed è naturale che si inizi a parlare di successione. Il sindaco uscente – se c’è volontà di tornare a discutere di politica – ha un merito e un demerito, entrambi emersi durante il suo mandato: è riuscito a crearsi il contesto migliore per amministrare, fatto di silenzio totale e di un’opposizione sterile; lo stesso merito si trasforma poi in demerito quando si prende atto che l’appiattimento su Cirillo ha azzerato la politica.

Cosa ha prodotto questo azzeramento in chiave successione? Induce tutti a parlare di nomi, prendendo in considerazione solo le ambizioni personali. Nessuna traccia di un progetto politico alternativo. Di valori alternativi. Di obiettivi diversi. Come se fossero tutti partoriti dalla stessa logica e litigano per capire chi deve proseguire lo stesso percorso, con pregi e difetti di Cirillo, o candidarsi per fare addirittura peggio. Questo emerge.

Bova, Aprovidolo, Raucci. Nomi da bruciare che politicamente non esprimono nulla. Né un progetto, né possono contare su un’opposizione che abbia aggregato e partorito sui contenuti un’alternativa, né hanno fatto battaglie in questi anni su temi seri come ad esempio le Politiche sociali e la gestione dell’Ambito.

Eppure era semplicissimo. O per scelta, o per incapacità oppure chissà per cosa, sono rimasti in silenzio. E quindi sul tavolo possono presentarsi solo con l’ambizione personale del “Voglio fare il sindaco”. E proprio questa ambizione costante ed insistente soprattutto di Raucci ha rappresentato negli anni il migliore alleato di Cirillo. Su quella ambizione personale dell’esponente del gruppo di Peppe Barra, il sindaco Cirillo ha costruito tre vittorie elettorali a Cardito ed è riuscito ad affermarsi in Città metropolitana.

E allora il futuro è davvero tutto da costruire. In maggioranza e all’opposizione. Nel primo caso, un imprinting forte c’è: nella coalizione di governo sono tutti “Cirillo dipendenti”, tranne il presidente del Consiglio, Antonio Giangrande. Quindi, il sindaco uscente porterà tutti alla fine, indicherà il nome del successore, comporrà le liste, ricandiderà tutti gli uscenti, farà una lista, si ricandiderà pure lui al civico consesso perché l’elezione diventa fondamentale per restare in carica a Città metropolitana, sarà il più votato del paese al civico consesso e probabilmente vincerà pure le elezioni. Soprattutto se di fronte ci saranno gli attuali interpreti dell’opposizione sterile di questi anni. Resteranno, come storia racconta, da soli. Costituendo un “tappo” anche per professionisti di contenuto che, al contrario, rappresentano e potrebbero rappresentare la vera svolta per questo paese. Al momento, però, non ci sono segnali in tal senso. Il “tappo” resiste nella conservazione delle sedie destinate alla minoranza. Contenti loro, contenti tutti.

Come uscire dalle sabbie mobili? Semplice. Togliere dal tavolo le ambizioni personali, prendere coscienza delle reali potenzialità dei singoli e anche dei limiti rispetto a certe ambizioni, creando le condizioni affinché i professionisti di Cardito possano tornare in campo. Quelli bravi già visti all’opera e “new entry” di grande qualità. Poi c’è la strada di tutte le strade: qualsiasi cosa si voglia costruire di ambizioso in alternativa alla coalizione dell’attuale maggioranza, non può prescindere da Peppe Barra. Chi pensa di farne a meno, continua inconsapevole al suo isolamento sistemico e sistematico.

In sintesi. Giuseppe Cirillo ha lavorato bene. E lo dimostra il fatto che in dodici anni nessuno è risuscito nemmeno a scalfirlo. Persino la sfiducia subita si trasformò in un punto a favore per l’attuale sindaco, dovuto al fatto che proprio Raucci lo sfiduciò e poi alle lezioni seguenti lo sostenne. Cose dell’altro mondo. Dimostrando una incoerenza e una inaffidabilità capace di allontanare tanti attori dal campo. L’avrà fatto anche in buona fede, magari in modo inconsapevole ma sono ferite e scelte che non si dimenticano. E in politica, come in tutti i settori, gli errori e gli orrori hanno un prezzo. E i prezzi si pagano. Vale per tutti e non solo per gli altri!

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Afragola

AFRAGOLA. Approvato il Bilancio ma la maggioranza ne esce con le ossa rotte.

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AFRAGOLA – Approvato il bilancio con 16 voti favorevoli. Compatta l’opposizione che si ritrova unita sul voto contrario.

Il sindaco Pannone esce bene sui numeri ma, come sistematicamente accade, lui e la sua maggioranza escono dall’aula con le ossa rotte. Non reggono il confronto con l’opposizione e in particolare con Gennaro Giustino di “A Viso aperto”.

Sul bilancio si ripete il copione di ogni consiglio comunale: la maggioranza si trincera dietro la forza dei numeri e sui contenuti finisce clamorosamente sotto, mortificata, a tratti imbarazzata, persino derisa.

Un bilancio anonimo che non esprime nessun dato importante; il percorso di risanamento continua, Afragola vuole uscire quanto prima dal dissesto finanziario ed anche da questo punto di vista bisognerà capire cosa dirà la Corte dei conti rispetto a spese per servizi non essenziali fatte dall’Amministrazione nei mesi scorsi nonostante la legge lo impedisse.

Infatti, i Comuni dissestati non possono spendere soldi per servizi non essenziali. Afragola sta vivendo il dissesto come se nulla fosse. E prima o poi i nodi verranno al pettine.

Sul piano politico emergono tre dati ulteriori dalla seduta di consiglio comunale. Il silenzio di Giuseppe Affinito, fedelissimo di Enzo Nespoli, che più volte si è lasciato andare in critiche e polemiche contro Pannone. In aula e anche nei corridoi del Municipio con i colleghi di opposizione.

Sempre lui ha organizzato la cena “pre bilancio” tra i consiglieri comunali della destra, Nespoli e Pannone, al fine di serrare i ranghi prima della seduta di Consiglio. In aula ha preferito il silenzio proprio per evitare che i suoi continui “testacoda” finissero nel mirino dell’opposizione. Ha evitato di subire critiche trincerandosi dietro il silenzio avendo percepito che parte dell’opposizione attendeva proprio il suo intervento per metterlo di fronte alla sua incoerenza tra parole e azioni. Scelta saggia, Affinito ha evitato il confronto.

Il secondo episodio, questo di basso livello, riguarda l’atteggiamento di scherno che alcuni consiglieri della maggioranza hanno assunto appena Botta ha preso la parola. Il consigliere azzurro è una persona non di grandissima dialettica, si qualifica come un “uomo del fare” e non delle chiacchiere; eppure, ha dato un contributo ai lavori tracciando la linea di Forza Italia, spiegando che il partito azzurro era, resta e sarà alternativo alla destra di Nespoli e Pannone. E lo ha spiegato rappresentando la posizione dei vertici provinciali di Forza Italia.

Non sono sfuggiti i sorrisini accennati da Tignola e Affinito; nessuno ha capito secondo quale criterio si sentano superiori a Botta. Anche perché spesso proprio i due consiglieri di maggioranza con i loro interventi sono finiti proprio nelle repliche dell’opposizione collezionando continue “gaffe”. E lì nessuno li ha visti sorridere ma sui loro volti è emerso una sana inconsapevolezza laddove serviva imbarazzo.

Insomma, si può parlare bene e dire tante “cavolate”, chiudendo gli occhi anche di fronte a illegalità e storture; oppure, al contrario, si può leggere un intervento e dire cose giuste, restituendo dignità ad un partito come Forza Italia che proprio le dinamiche della destra afragolese hanno mortificato sin qui su vari atti qualificanti come il Puc. Anche perché proprio Affinito, durante l’intervento di Botta, è stato invitato da Giustino ad evitare sorrisini e a spiegare a microfono cosa avesse da dire, sapendo che l’esponente nespoliano doveva poi attendersi giustamente una replica. Affinito cosa ha fatto? Ha preferito restare in silenzio suscitando in quel momento l’ilarità di Botta e del resto della minoranza.

Il terzo punto, più politico, riguarda la situazione dell’opposizione. Ritrova compattezza, voto contrario unanime ma Baia e Caiazzo preferiscono, su un atto qualificante come il bilancio, il silenzio. Rappresentano l’opposizione che dialoga con la destra e attenderanno l’ultimo giorno utile prima delle elezioni Amministrative per collocarsi lì dove ci sarà profumo di vittoria. Nei fatti, la linea di Forza Italia, partito che esprime due consiglieri comunali tra cui Baia, l’ha dettata in aula Botta. Quella di “A Viso aperto”, gruppo cui appartiene anche Caiazzo, l’ha dettata Giustino. Ognuno sceglie la posizione che preferisce.

C’è differenza tra chi privilegia la politica e chi la manda in soffitta per una questione di opportunismo.

Afragola non vive un bel momento soprattutto sulla qualità di una classe dirigente che rappresenta in larga parte lo specchio e la causa del degrado in cui versa la città.

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