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CAIVANO. Il Commissario Dispenza condannato dalla Corte dei Conti a risarcire il suo vecchio comune di competenza

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CAIVANO – Periodo travagliato per la nostra comunità e chi grida “commissari a vita” in città o è in malafede o disinformato. Che il periodo commissariale non abbia risolto i problemi della città né abbia risanato il territorio è tangibile a tutti, anche a quelli che tentano di negare l’evidenza. Da queste pagine ho terminato le parole e i sinonimi per far capire ai più che un vero risanamento non doveva passare attraverso le infrastrutture sportive ma quelle abitative e soprattutto attraverso incentivi sociali ed economici. Ma quanto meno non vorremmo pagare noi, cittadini caivanesi, anche tutta la sprovvedutezza e l’incapacità che i commissari – sia la terna che quello per il risanamento – stanno dimostrando lontano dalle mura caivanesi.

Dopo le affermazioni preoccupanti che Ciciliano sta facendo raccogliere ai collezionisti di meme sui social sul terremoto ai campi flegrei in qualità di capo della Protezione Civile, a preoccupare i caivanesi, facendoli domandare se sono stati affidati in buone mani, è un articolo-dossier scritto dal collega Angelo Di Natale di In Sicilia Report (Clicca qui per leggere) sull’attuale Commissario Straordinario Prefettizio dott. Filippo Dispenza che riguarda alcuni fatti e reati prepetrati quando ricopriva la carica di Commissario Straordinario nel Comune di Vittoria in provincia di Catania dal 2018 al 2021.

Nell’articolo si legge che Filippo Dispenza è stato condannato dalla Corte dei Conti per aver causato un danno erariale al Comune di Vittoria che si aggira intorno alla cifra di un milione di euro.

Da quello che si legge nell’articolo del collega catanese, il Commissario Dispenza sceglie il patteggiamento e se la cava col 30% della cifra da risarcire a lui attribuita che inizialmente era di € 97.506,42 dato che il reato è stato commesso con la collaborazione di altri sette imputati.

Ora, senza entrare troppo nel tecnicismo e spiegare che il danno erariale è stato frutto di pura testardagine e sprovvedutezza amministrativa legato a delle deliberazioni inerenti pagamenti non dovuti di debiti fuori bilancio ad alcune partecipate del Comune di Vittoria in liquidazione e ad alcuni potenziamenti fatti a vantaggio di un’altra partecipata – La Vittoria Mercati srl – dove su di essa già si erano accesi i riflettori della Magistratura, poiché era diventata un collettore criminale per assunzioni di parenti e amici di zone ombre della città e proprio come alla pari della Igi.Ca. rappresentava un carrozzone clientelare per la politica. Quello che preoccupa è quello che racconta il collega nel suo pezzo giornalistico.

Quello che i caivanesi vorrebbero sapere e che il Commissario Dispenza farebbe bene a chiarire è se il modus operandi dell’ex poliziotto torinese descritto in quel pezzo, che lo vede amico di un certo Antonio Calogero Montante – ex “professionista dell’antimafia”, leader di Confindustria e poi condannato per ipotesi di corruzione e per gli accessi abusivi a sistemi informatici dopo che la Corte di Cassazione ha fatto venir meno il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso – e che grazie a questa amicizia – dato che il Ministro Alfano è stato considerato un ministro genuflesso al leader di Confindustria come sancisce la sentenza di un Tribunale della Repubblica – il Dispenza abbia ottenuto l’onorificenza di Prefetto senza mai esserlo stato di ruolo, sia reale e se lo si stia attuando anche alle nostre latitudini, dato che anche a Caivano abbiamo anche noi “professionisti dell’antimafia” che spesse volte si fanno da garante sui flussi di denaro per le bonifiche.

La nomina a Prefetto è del 30 aprile 2016 quando Montante, ancora potentissimo, da due anni è indagato per concorso in associazione mafiosa e il ministro che a lui mai avrebbe potuto dire di no, e in effetti mai gli dice di no“. Questo si legge nell’articolo di InSIcilia ma non solo, a quanto pare il Dispenza avrebbe chiesto, sempre secondo il collega di Catania, anche un favore personale al Montante, ossia trovare un posto di lavoro per il figlio ma questo è un argomento che la nostra testata ha già affrontato all’epoca e chiesto lumi al Commissario Dispenza, siamo ancora in attesa di risposte.

Ma veniamo ai fatti del reato commesso. Dalla documentazione della Corte dei Conti in merito al riconoscimento dei debiti fuori bilancio della Amfm, azienda in liquidazione si legge: “palese evidenza del riconoscimento del debito fuori bilancio in totale assenza dei presupposti” …”il Comune ha ignorato totalmente tali limiti e condizioni come confermato dal segretario generale”…”mancano tre presupposti su tre”…”tentativo vano e maldestro di dare una parvenza di legalità all’accollo dei debiti dell’azienda eludendo il divieto di soccorso finanziario”. Non solo. Riprendendo la lettura dell’atto di citazione, il magistrato rileva che quel tentativo “vano e maldestro di dare una parvenza di legalità” a ciò che è, e rimane, palesemente illegale serve a Dispenza e alla sua commissione a “porre le basi per il successivo artificio ideato dal Comune per porre in essere” quelle che, fuori dalla lettera testuale dell’atto di citazione che dimostra ineccepibilmente il danno erariale, sono nuove plurime violazioni.

Dopo avere ribadito che il ripiano non avrebbe potuto essere operato non solo dal 2017 per lo stato di liquidazione ma fin dal 2012 per le ingenti perdite di bilancio, la Corte dei conti ravvisa “colpa grave nei comportamenti della commissione e del dirigente Basile – dirigente del Comune che secondo il collega risponde ai diktat di Dispenza e condannato nello stesso processo – già allertati dal segretario generale sull’illiceità degli atti e sul danno erariale conseguente”. Ciononostante – il magistrato tira le orecchie a Dispenza e agli altri due commissari “con incomprensibile pervicacia” la commissione illegalmente va in soccorso finanziario dell’azienda fallita “basandosi sulla relazione inattendibile e irrazionale” di Basile il quale paradossalmente nelle sue argomentazioni ricorre alla stessa giurisprudenza richiamata dal segretario generale Fortuna – Segretario Comunale cacciato da Dispenza perché gli faceva notare il suo comportamento illegittimo a suon di missive protocollate – a supporto dei giusti rilievi addotti. La Corte dei conti definisce poi fictio iuris il riconoscimento di debiti fuori bilancio nei confronti di un’azienda in liquidazione tramutati, con evidente falsità, in ‘disavanzi di un’azienda operativa’. Più volte il magistrato contesta un’evidente illegalità alla deliberazione voluta da Dispenza cui riconosce, al pari ovviamente degli altri responsabili, un “atteggiamento sprezzante nei confronti della legge ed estremamente incurante della sana gestione delle risorse finanziarie del Comune”.

Sicuramente il Commissario Dispenza avrà avuto le sue buone ragioni per agire in quel modo, così come avrà avuto le sue buone ragioni ad accettare il patteggiamento con la Corte dei Conti. Di certo non sarò io a condannarlo con questo mio editoriale. Per quel che mi riguarda il Commissario Dispenza è sempre stato disponibile nei confronti della nostra testata, un po’ meno cauto quando ha rilasciato dichiarazioni sui caivanesi ad altri organi di stampa asserendo perfino che “i caivanesi non rispondono alle istanze della legalità” lasciando intendere l’illegalità come disvalore appartenente al retaggio culturale della nostra comunità.

Ma colui che è stato sempre mio alleato e lo è stato, in questo caso anche con la mia comunità è stato il tempo che ha dimostrato che ognuno di noi possa essere vittima o causa di qualcosa di illegale, in buona o cattiva fede non si sa, ma anche questo ce lo dirà il tempo.

Quello che preoccupa però adesso sono le competenze del Commissario Dispenza messe in seria discussione proprio dalla Corte dei Conti, dato che a Caivano egli ha dovuto fare altri conti con problemi verosimili a quelli di Vittoria. Qui a Caivano hanno dovuto gestire la patata bollente della mancata chiusura del dissesto dichiarato in epoca Monopoli nel 2016 e non ancora risolta dall’Osl (Organo di liquidazione speciale) comptente e il risanamento del Bilancio e del settore della Riscossione Tributi. Siamo sicuri che in questi 24 mesi Dispenza abbia imparato a fare i conti? Perché può darsi pure che alla fine della fiera, oltre al danno ci toccherà anche la beffa. Chissà!

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CAIVANO. Processo ingerenze criminali. Oggi terza udienza. La Palmiero ribadisce i nomi dei politici graditi al clan

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CAIVANO – Mentre tutta la vecchia classe dirigente convinta di doversi candidare alle prossime elezioni amministrative spera che tutto quanto finito agli onori della cronaca venga quanto prima relegato nell’oblio puntando sulla memoria corta dei cittadini, a tenere alta l’attenzione sul processo che ha visto coinvolti politici in odore di camorra ci pensa il sottoscritto aggiungendo particolari che forse sono sfuggiti a parecchi, compreso i diretti interessati.

Stamattina nell’aula 108 del Tribunale Napoli Nord si è svolta la terza udienza del rito ordinario del processo sulle estorsioni a Caivano che vede imputati alcuni soggetti politici, imprenditori, imprese e il tecnico del Comune di Caivano Vincenzo Zampella.

Oggi toccava ai testi nominati dall’accusa e il primo a sedersi è stato l’ex Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Caivano il Ten. Antonio La Motta al quale la difesa si è opposta alla messa agli atti delle sue informative e ha voluto escuderlo in aula. Stessa sorte è toccata alla ex Consigliera di Fratelli d’Italia Giovanna Palmiero che però durante l’interrogatorio fatto dal PM Giorgia De Ponte ha aggiunto interessanti particolari che finora erano sfuggiti alla stampa.

La coordinatrice cittadina della fiamma tricolore ha chiarito perfettamente la sua posizione e il motivo per la quale si è vista costretta a denunciare i fatti accaduti nel maggio 2022, ossia quando il marito Luigi Muto, in occasione di una riunione di maggioranza, quando si stava discutendo della possibilità di indire bando pubblica per il servizio di igiene urbana, per strada venne avvicinato da due energumeni e minacciato verbalmente in prima istanza e successivamente anche fisicamente.

Ribadendo in aula che i due energumeni agivano per nome e per conto del Clan Angelino, l’ex Consigliera espone i fatti, dichiarando che la richiesta dei due fatta al marito era quella di invitare la moglie a non contraddire sia nelle riunioni che in aula il volere o le proposte avanzate da alcuni addetti ai lavori.

Alla richiesta del PM di chiarire l’identità degli addetti ai lavori graditi al clan e quali fossero gli argomenti contraddittori al loro volere la coordinatrice meloniana chiarisce che l’argomento fosse la volontà di parte della maggioranza di voler acquisire in house le prestazioni della Green Line srl attuale gestore del servizio di raccolta rifiuti mentre lei era propensa a indire una gara di tipo europeo aperta a tutti gli operatori economici che ne volessero far parte, ribadendo anche nell’aula del tribunale che la minaccia fatta al marito era quella di invitare la consorte a non contraddire in aula e nelle riunioni la volontà e le proposte di Giamante Alibrico consigliere di Italia Viva (condannato in primo grado a 8 anni e 6 mesi con il rito abbreviato), Armando Falco segretario di Italia Viva (imputato in questo processo) e Gaetano Lionelli consigliere di Noi Campani (estraneo ai fatti e mai indagato).

L’interrogatorio del PM così come quello delle difese prosegue poi principalmente sull’individuazione di un Sistema Clientelare tra Politica e camorra, ovviamente con scopi differenti e opposti ma l’aneddoto delle minacce incuriosisce anche e soprattutto il Presidente della Giuria che verso la fine dell’interrogatorio torna sull’argomento e fa ripetere alla Palmiero i nomi dei politici graditi al clan.

Premesso che i primi due sono innocenti fino al terzo grado di giudizio e che il terzo sia addirittura fuori da ogni implicazione o indagine fa d’uopo però che dal punto di vista etico e morale qualche risposta alla cittadinanza va comunque data, pure perché le domande sorgono spontanee se si considera che da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, Gaetano Lionelli sia candidato alle prossime elezioni amministrative in una lista a supporto della coalizione di centro sinistra insieme a Mimmo Falco e Pippo Ponticelli entrambi consiglieri comunali che hanno rappresentato una continuità amministrativa tra le due Amministrazioni sciolte per ingerenze criminali.

Ora. Ribadendo sempre il concetto che queste persone non hanno carichi pendenti e che sono totalmente estranee ai fatti e ai tecnicismi che riguardano un processo penale, ciò che preoccupa è l’inopportunità politica e il fumus che alcuni soggetti elettorali potrebbero configurare ai fini di un ulteriore scioglimento per infiltrazioni camorristiche laddove i loro nomi risultassero inseriti nelle liste ai nastri di partenza della prossima campagna elettorale.

Se poi, a tutto questo, aggiungiamo il fatto che nessuno di questi si sia mai accorto o abbia mai denunciato ingerenze o casi anomali in qualità di controllori dato che erano consiglieri comunali, e che Pippo Ponticelli, una volta pubblicato l’audio dove egli stesso asseriva che il settore Manutenzione fosse ingerito dalla camorra, addirittura decide di denunciare il sottoscritto piuttosto che la camorra, allora credo che qualche dubbio e qualche perplessità, sulle loro competenze e qualità amministrative, nasca in maniera fisiologica.

Ecco perché il sottoscritto è sempre più che convinto che il vero cambiamento a Caivano nasca da una vera rigenerazione e rinnovamento della classe dirigente. Nomi nuovi, tra candidati al Consiglio Comunale, giunta e candidato a Sindaco. Solo così Caivano potrà rinascere seriamente.

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Al Liceo Niccolò Braucci di Caivano la III edizione del “Certamen Hadrianeum”

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Presso il Liceo Niccolò Braucci di Caivano si è tenuta la III edizione del Certamen Hadrianeum, che ha visto la partecipazione di trentotto studenti e studentesse provenienti sia dallo stesso liceo ospitante sia dai licei della Campania e della Basilicata.

Organizzato e curato dai docenti referenti, professoressa Monica Cartia e professor Alessandro Varavallo, e ideato e fortemente voluto dal DS, prof. Claudio Mola,
il Certamen è un’importante occasione d’incontro e confronto per tutti i partecipanti, nonché di riflessione sulla modernità del pensiero dei classici, in particolare sul PROTINUS VIVE, l’invito senecano a vivere il presente, tema scelto quest’anno.

La prova è consistita nella traduzione, con relativo commento di due passi, tra cu scegliere con quale cimentarsi, del De Republica di Cicerone.
La premiazione si è tenuta nell’antico chiostro del Liceo Braucci alla presenza dell’Assessora Lucia Fortini e della commissione presieduta dalla prof.ssa Marisa Squillante.


I premiati per la sezione Antinous Atellanus sono stati: Enrico Giannola, Giusy De Marco e Maddalena Pascarella.

Vincitori, invece, della sezione Antinous Campanus, riservata ai concorrenti dei licei esterni, sono risultati essere: Francesco Emanuele De Lorenzo (Liceo Brunelleschi, Afragola); Maria De Santo (Liceo Ginnasio Sannazaro, Napoli) e Luisa Di Martino (Liceo Q. Orazio Flacco, Potenza).





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    CAIVANO. Tutti i movimenti delle varie fazioni politiche in vista delle elezioni

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    CAIVANO – Con questo editoriale smetto, per ora, di essere il caivanese indignato e torno a fare ciò che mi riesce meglio, l’editorialista. E con questo editoriale cerco di illustrare i movimenti fatti a mo’ di moti carbonari dalla vecchia classe dirigente che, nonostante il pericolo del terzo scioglimento che incombe sulle proprie teste e i riflettori accesi sulle prossime elezioni, continuano imperterriti ad operare e a mettersi insieme nello stesso e identico modo di sempre.

    Partiamo dal centrosinistra, per quanto riguarda questa parte ideologica della città, possiamo dire, senza tema di smentita, che sono ancora in alto mare. Partiti da un assunto alquanto bizzarro, quello di cominciare con incontri bilaterali con i partiti che formano l’opposizione al Parlamento, lunedì scorso si è svolta una riunione con i vari gruppi che hanno inteso dialogare coi dem, ossia Sinistra Italiana e Movimento 5 stelle. Nella prima parte della riunione erano presenti solo i rappresentanti della Sinistra Italiana e in quel momento il Segretario del PD Franco Marzano comunicava agli astanti che il proprio partito rivendica la nomina del candidato a Sindaco, secondo quali principi non è dato sapere, dato che stiamo parlando del primo partito dell’Amministrazione Falco sciolta per ingerenze criminali che nulla ha fatto per rinnovarsi.

    La nota dolente arriva quando all’interno della riunione fa capolino il deputato Pasqualino “marsupio” Penza. Anch’egli con la presunzione, nonostante all’interno del partito siano rimasti in tre… – come cantava Modugno, il resto della canzone la sappiamo – di voler esprimere la sintesi della coalizione. Tra il PD e il M5S volano gli stracci e il tavolo si chiude con un nulla di fatto.

    A farla ancora da padrona in questa parte politica caivanese sono ancora i vecchi schemi, la spartizione delle poltrone e delle prebende, gente che si attacca insieme con la saliva e che per l’interesse personale non riesce a governare per più di due anni da decenni. Mancanza di visioni, di contenuti e di programmi. La prima cosa su cui discutono è quella di chi deve essere il pupo da muovere con i fili, anche se questo principio può più valere per l’on. Penza, dato che per le indiscrezioni che ci arrivano, il candidato a Sindaco del PD, al netto di colpi di scena dell’ultima ora, dovrebbe essere Mimmo Semplice che nel frattempo indossa i panni dell’ignaro facendosi vedere tutto concentrato sulla mostra del Maestro Antonio Nocera che la sua Associazione “Passaggio a nord est” sta organizzando in quel di San Leucio (CE) con tanto di convenzione comunale di alcune svariate decine di migliaia di euro. Quando si dice essere filantropi e mecenati.

    Dall’altro lato abbiamo un Antonio Angelino che apre la sua campagna elettorale puntando sul vittimismo, accusando la stampa di averlo diffamato e svicolando ancora le domande che la nostra testata gli ha posto, e che per dovere di cronaca le ripetiamo in quest’altro editoriale: qual è la sua posizione rispetto al comportamento di suo fratello che è stato raggiunto da un avviso perché il bar di sua proprietà era privo di autorizzazione in un immobile abusivo? È vero che i suoi ideologi politici sono Luigi Sirico e Lello Topo? È vero che la ditta incaricata della costruzione del Padel in via De Nicola era l’impresa edile di suo padre e di suo zio? È vero che il tecnico che ha redatto il progetto del Padel in via De Nicola era Luigi Sirico, suo ideologo politico e padre del socio di suo fratello al Sia Center? Qual è la sua posizione in merito al processo in atto sul Padel?

    Il leader di Caivano Conta, oltre a non rispondere a queste semplici domande, si auto-candida a Sindaco attraverso un giornale cartaceo a lui vicino con una foto vecchia di due anni pur di dimostrare di essere soggetto aggregante. Ma al netto dei suoi pochi fedelissimi riesce ad aggregare poco, un po’ perché la gente è stanca delle solite facce e Antonio Angelino è nel panorama politico caivanese già da dieci anni con una partecipazione da consigliere comunale nelle ultime due Amministrazioni sciolte per camorra e un po’ perché la gente ha paura, dopo tutto quello che è successo a Caivano, correre il rischio di affiancarsi ad attori che hanno fatto parte della politica sciolta per camorra col rischio di essere coperta anche da un’ulteriore onta.

    Il bello è che per far distogliere lo sguardo dal vero problema, alcuni suoi fedelissimi accusano la stampa, in particolare “Minformo” di fomentare il clima d’odio e alimentare nelle persone la paura di candidarsi. Incredibile, come per dire che i fatti fanno paura, dato che Minformo finora si è sempre e solo limitata a raccontare i fatti mai smentiti dal tempo, anzi. Come dire che la democrazia abbatte i piani di Angelino & C. dato che è risaputo che la stampa funge da cane di guardia della democrazia e finora il sottoscritto, a differenza loro, è stato l’unico a gridare dai palchi e a scrivere l’indignazione sulle ingiustizie e l’onta subita dai caivanesi perbene. Di quale odio parlano questi? Non è dato sapere. Ma questo è un chiaro ed evidente segnale che fanno fatica a formare le liste.

    Un po’ più abbottonati sono quelli del centrodestra, anche se riesce a trapelare qualche indiscrezione. L’idea di un interessamento indiretto dell’ex Sindaco Simone Monopoli è ancora all’impiedi. Egli sfruttando la fresca nomina della sua fedelissima Maria Fusco a vice coordinatrice cittadina di FdI affiancherebbe qualche sua lista civica a quella della fiamma tricolore e della Lega, e supporterebbe la candidatura a Sindaco dell’ex Consigliera PD Maria Paolella. Dal PD alla Lega è un attimo ma forse questi sono i suggerimenti del marito Francesco Casaburo e dell’amico Antonio De Lucia, quest’ultimo, un altro candidato a tutti i costi, molto probabilmente anche lui protagonista del salto della quaglia sinistra-destra.

    C’è un’altra ipotesi invece in un’altra parte del centrodestra, stavolta il dominus è un po’ più autorevole perché da indiscrezioni raccolte da Minformo, pare che a muoversi sia direttamente la sottosegretaria al Consiglio dei Ministri Pina Castiello che ha già chiesto due volte la disponibilità a Giuseppe Celiento, medico già esponente di Forza Italia, di candidarsi a Sindaco e di avere l’onere di formare la coalizione di centro destra. Peccato che questa ipotesi stenti a decollare poiché il medico in entrambi i casi ha rifiutato l’offerta. Ovviamente è inutile puntualizzare laddove il dott. Celiento dovesse accettare quali siano gli interessi da tutelare.

    Insomma nulla di buono all’orizzonte, se questo dovesse essere lo scenario politico fino a Settembre, data utile per presentare le liste, ancora una volta i caivanesi saranno costretti a votare il meno peggio e non il meglio come qualsiasi comunità che si rispetti dovrebbe pretendere da chi decide di scendere in campo.

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