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AFRAGOLA. Approvato il Bilancio ma la maggioranza ne esce con le ossa rotte.

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AFRAGOLA – Approvato il bilancio con 16 voti favorevoli. Compatta l’opposizione che si ritrova unita sul voto contrario.

Il sindaco Pannone esce bene sui numeri ma, come sistematicamente accade, lui e la sua maggioranza escono dall’aula con le ossa rotte. Non reggono il confronto con l’opposizione e in particolare con Gennaro Giustino di “A Viso aperto”.

Sul bilancio si ripete il copione di ogni consiglio comunale: la maggioranza si trincera dietro la forza dei numeri e sui contenuti finisce clamorosamente sotto, mortificata, a tratti imbarazzata, persino derisa.

Un bilancio anonimo che non esprime nessun dato importante; il percorso di risanamento continua, Afragola vuole uscire quanto prima dal dissesto finanziario ed anche da questo punto di vista bisognerà capire cosa dirà la Corte dei conti rispetto a spese per servizi non essenziali fatte dall’Amministrazione nei mesi scorsi nonostante la legge lo impedisse.

Infatti, i Comuni dissestati non possono spendere soldi per servizi non essenziali. Afragola sta vivendo il dissesto come se nulla fosse. E prima o poi i nodi verranno al pettine.

Sul piano politico emergono tre dati ulteriori dalla seduta di consiglio comunale. Il silenzio di Giuseppe Affinito, fedelissimo di Enzo Nespoli, che più volte si è lasciato andare in critiche e polemiche contro Pannone. In aula e anche nei corridoi del Municipio con i colleghi di opposizione.

Sempre lui ha organizzato la cena “pre bilancio” tra i consiglieri comunali della destra, Nespoli e Pannone, al fine di serrare i ranghi prima della seduta di Consiglio. In aula ha preferito il silenzio proprio per evitare che i suoi continui “testacoda” finissero nel mirino dell’opposizione. Ha evitato di subire critiche trincerandosi dietro il silenzio avendo percepito che parte dell’opposizione attendeva proprio il suo intervento per metterlo di fronte alla sua incoerenza tra parole e azioni. Scelta saggia, Affinito ha evitato il confronto.

Il secondo episodio, questo di basso livello, riguarda l’atteggiamento di scherno che alcuni consiglieri della maggioranza hanno assunto appena Botta ha preso la parola. Il consigliere azzurro è una persona non di grandissima dialettica, si qualifica come un “uomo del fare” e non delle chiacchiere; eppure, ha dato un contributo ai lavori tracciando la linea di Forza Italia, spiegando che il partito azzurro era, resta e sarà alternativo alla destra di Nespoli e Pannone. E lo ha spiegato rappresentando la posizione dei vertici provinciali di Forza Italia.

Non sono sfuggiti i sorrisini accennati da Tignola e Affinito; nessuno ha capito secondo quale criterio si sentano superiori a Botta. Anche perché spesso proprio i due consiglieri di maggioranza con i loro interventi sono finiti proprio nelle repliche dell’opposizione collezionando continue “gaffe”. E lì nessuno li ha visti sorridere ma sui loro volti è emerso una sana inconsapevolezza laddove serviva imbarazzo.

Insomma, si può parlare bene e dire tante “cavolate”, chiudendo gli occhi anche di fronte a illegalità e storture; oppure, al contrario, si può leggere un intervento e dire cose giuste, restituendo dignità ad un partito come Forza Italia che proprio le dinamiche della destra afragolese hanno mortificato sin qui su vari atti qualificanti come il Puc. Anche perché proprio Affinito, durante l’intervento di Botta, è stato invitato da Giustino ad evitare sorrisini e a spiegare a microfono cosa avesse da dire, sapendo che l’esponente nespoliano doveva poi attendersi giustamente una replica. Affinito cosa ha fatto? Ha preferito restare in silenzio suscitando in quel momento l’ilarità di Botta e del resto della minoranza.

Il terzo punto, più politico, riguarda la situazione dell’opposizione. Ritrova compattezza, voto contrario unanime ma Baia e Caiazzo preferiscono, su un atto qualificante come il bilancio, il silenzio. Rappresentano l’opposizione che dialoga con la destra e attenderanno l’ultimo giorno utile prima delle elezioni Amministrative per collocarsi lì dove ci sarà profumo di vittoria. Nei fatti, la linea di Forza Italia, partito che esprime due consiglieri comunali tra cui Baia, l’ha dettata in aula Botta. Quella di “A Viso aperto”, gruppo cui appartiene anche Caiazzo, l’ha dettata Giustino. Ognuno sceglie la posizione che preferisce.

C’è differenza tra chi privilegia la politica e chi la manda in soffitta per una questione di opportunismo.

Afragola non vive un bel momento soprattutto sulla qualità di una classe dirigente che rappresenta in larga parte lo specchio e la causa del degrado in cui versa la città.

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Afragola, 34enne precipita dal balcone di casa sua: è gravissima, in codice rosso

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Questa mattina, ad Afragola, una donna di 34 anni è precipita dal primo piano di un immobile, ricoverata in codice rosso.

E’ successo in via Amendola, sul posto la polizia municipale coordinata dal colonnello Antonio Piricelli, di stato che hanno raccolto testimonianze e avviate le indagini e il 118 che l’ha trasportata d’urgenza a Napoli.

Saranno le telecamere di sorveglianza installate in zona a capire se si tratta di un tentato suicidio o una caduta accidentale. 

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AFRAGOLA. Pannone candidato per il bis. Il destino dell’alternativa nelle mani di Pd e “collaborazionisti” rosso-verdi

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AFRAGOLA – Da molto tempo nessuno si occupa degli scenari politici locali, molto frastagliati, in vista delle prossime Amministrative verificato che Pannone ormai ha superato ampiamente il giro di boa. La destra, senza terremoti esterni magari dovuti ad interventi di Procura e Prefettura, lascerà tutto così com’è: Pannone candidato a sindaco per il bis e coalizione di civiche a stampo leghista più la lista di Fratelli d’Italia costruita da Biagio Castaldo, attuale Presidente del Consiglio comunale.

I problemi nascono quando si volge lo sguardo verso l’alternativa. E come storia racconta, il migliore alleato di Pannone e della Lega ad Afragola, ironia della sorte, resta proprio una parte della sinistra, in particolare parliamo di gruppi del Pd e dai Verdi o ex Verdi, legati alla costola ambientalista di Salvatore Iavarone.

Entriamo nei dettagli. Le liste che hanno maggiore consenso e maggiore radicamento in città sono quelle di centro, in particolare “A viso aperto” di Gennaro Giustino. Il quale da candidato sindaco, metterebbe ancora insieme Azione, la lista dei giovani e la civica “Giustino sindaco”. Quattro liste espressione della sua leadership. E la candidatura di Giustino troverebbe gradimento anche in parte di Forza Italia, quella guidata dal consigliere Botta. I problemi al centro arrivano dai consiglieri Caiazzo e Baia. Con un piede all’opposizione e uno nel campo da gioco di Nespoli e Pannone. Non fanno opposizione in aula e sugli atti qualificanti, vedi il Piano urbanistico comunale, Caiazzo e Baia hanno votato a favore. Una posizione da doppiogiochisti che lascia tutti col fiato sospeso per il futuro. Giocano di rimessa e sceglieranno alla fine la coalizione che sulla carta offrirà maggiori garanzie di vittoria. Lega, centro o campo largo in alleanza con la sinistra, per loro non fa nessuna differenza. Hanno un solo obiettivo: vincere.

Discorso diverso per Italia viva. Mimmo Tuccillo ormai, individuato dai centristi come il principale responsabile dei “collaborazionisti” allo scorso ballottaggio a sostegno di Pannone, è diventato il nemico numero uno dei moderati. Quindi, nel partito di Renzi se dovessero prevalere le ambizioni di Tuccillo, Italia viva dovrà isolarsi a sinistra per poi tornare a sostenere sottobanco Pannone al ballottaggio pur di determinare, ancora una volta, la sconfitta del centro. Se dovesse, invece, prevalere, la linea di Annalisa Salzano, figura vicina all’ex sindaco Tuccillo ma dotata di autonomia e intelligenza politica, Italia Viva potrebbe guadagnarsi un ruolo da protagonista al centro proprio in alleanza con le civiche e la coalizione di Giustino.

A sinistra c’è tanta buona volontà, soprattutto nei giovani del Pd, ma scarsa capacità di incidere sui temi, complice pure l’assenza di un rappresentante democratico dal civico consesso. Il Pd e il Movimento Cinque stelle, da soli, non sono autosufficienti nemmeno per accedere al ballottaggio. Allora hanno di fronte due strade obbligate: schierare il solito candidato di bandiera al primo turno e poi al ballottaggio dichiarare il non voto e lasciare libertà di coscienza favorendo poi nell’urna Pannone e Nespoli. Come avvenuto alle ultime amministrative, almeno per una parte dei democratici. Oppure, riconoscere chi sul campo la leadership se l’è conquistata con battaglie costanti e continue su temi spinosi, assumendosi la responsabilità di metterci la faccia e di caricarsi lo studio di tutti gli atti settore per settore. Portando in aula e in altre istituzioni tutte le zone d’ombra.

Sui grandi temi spinosi e che parlano di presunte illegalità, c’è solo Gennaro Giustino. In larga parte il centrosinistra è assente o nella migliore delle ipotesi va a traino del leader di “A Viso Aperto”. La seconda strada, riguarda il riconoscimento della leadership a Giustino, sostenerlo e vincere le elezioni. Due strade diverse che oggi alimentano e dividono il dibattito nel Pd tra le varie anime. I segnali che arrivano, però, non sono confortanti in vista del campo largo. Pannone e Nespoli fanno, ovviamente, il tifo per la divisione sapendo che al ballottaggio, col centrosinistra fuori gioco, possono, come storia racconta, contare su numerosi collaborazionisti che arrivano proprio da sinistra. Un’anomalia tutta afragolese che trova radici nell’analisi storica del contesto trentennale dominato da una sola medaglia a due volti, quello di Nespoli e quello di Tuccillo.

Poi c’è “Più Europa”, dei consiglieri Iazzetta e De Stefano che si sono chiamati fuori sin da subito dallo sfascio amministrativo della Lega e lavorano alla costruzione di uno schieramento ambizioso alle Amministrative nonostante il gruppo sarà impegnato con un proprio rappresentante candidato alle prossime elezioni Regionali. Un appuntamento che, poi, inciderà anche sulla scelta della coalizione a livello locale.

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AFRAGOLA. Gestione Stadio Moccia. Cifre alte che dovranno garantire la gestione temporanea ai soliti amici dell’Amministrazione

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AFRAGOLA – Anche se intervistando il Prefetto Michele di Bari e domandandogli se ad Afragola si potesse attuare il modello Caivano, egli rispose che non ce n’era bisogno perché le attenzioni dell’Amministrazione ai problemi della città erano quelle giuste, i fatti lo smentiscono categoricamente.

Dopo lo scandalo delle polizze false sull’appalto milionario dell’igiene urbana, le anomalie registrate sull’appalto PNRR per la riqualificazione degli immobili delle Salicelle, l’indagine della Procura piombata su alcune speculazioni edilizie del territorio come quella dell’ex Cinema Splendido, torniamo ad occuparci dello stadio “Luigi Moccia” anch’esso finito sotto la lente di ingrandimento dopo le dichiarazioni del Presidente dell’AC Afragolese Raffaele Mosca quando asserì di dover pagare, sottoforma di sponsor, il fitto per l’uso del campo centrale all’attuale “gestore temporaneo” dello stadio.

Da allora nulla è cambiato. Lo stadio è nei fatti sempre sotto la gestione del Presidente del Consiglio Biagio Castaldo e dei suoi sodali, così come dichiarato anche dal Segretario del PD locale Pasquale Rosario Iazzetta e mentre prorpio i dem si sono battuti affinché sullo stadio venisse fatta chiarezza e venisse attuato il regolare iter burocratico per il bando di indizione pubblica sulla gestione, la montagna partorisce il topolino.

È di pochi giorni fa – il 19 marzo scorso – la delibera di giunta che decide le quote annuali per la gestione dell’intero complesso sportivo “L. Moccia” che comprenderebbe un campo da calcio, palazzetto dello sport, bocciodromo, campo da rugby, n.2 palestre coperte, oltre che un blocco
spogliatoi a servizio esclusivo del campo di calcio, 3 blocchi spogliatoi a servizio del palazzetto e delle 2 palestre, pista di atletica da completare, tribune e aree di parcheggio.

La cifra riportata e firmata dalla giunta è pari a € 127.321,85 oltre iva. Praticamente una cifra blu. Un bando di gara che, se riporterà tale cifra per il noleggio dell’intero complesso sportivo, sicuramente andrà deserto, dato che si è scelti di rendere l’offerta inappetibile.

Ma questo è un modus operandi della gestione reale di questa Amministrazione. È successo anche con i campetti antistanti il rivenditore “Leroy Merlin” e succederà anche col Moccia. Perché alla fine il temporaneo dovrà diventare permanente e gli attuali gestori, dovranno continuare ad egemonizzare sul complesso a spese dei contribuenti, dato che le utenze, in questo caso sono a carico dell’ente normanno.

La conferma della mia tesi sta nel fatto che a distanza di sei giorni dalla firma sulla delibera sopra citata, ossia il 25 marzo scorso, l’Amministrazione Pannone negli uffici comunali di Via Leutrek, firma l’autorizzazione per la gestione temporanea del campo da Rugby all’Associazione “U.S. Rugby Afragola”. Quindi, premesso che non si conoscono le regole di ingaggio di tale concessione ma cosa succede se prossimamente verrà indetta la gara per la gestione dell’intero complesso e si dovesse presentare un operatore economico interessato? Questi poveri cristi dell’US Rugby Afragola dovranno sloggiare e restare di nuovo senza campo? O nel bando di gara verranno pure imposte le cifre di fitto per le associazioni del territorio?

Ovviamente, facendo la parte dell’avvocato del diavolo noi siamo sicuri che il prezzo alto di gestione contemplato nella delibera di cui sopra, funga proprio da deterrente nei confronti di chi vive di gestione di impianti sportivi.

Un’altra anomalia che c’è da registrare e che sarebbe bello se l’Amministrazione Pannone ci rendesse edotti è che nella delibera di giunta del 19 marzo scorso si legge questo piccolo passaggio: “gli spogliatoi del campo da rugby sono inutilizzabili in quanto vandalizzati”. Allora ci si domanda come si fa ad affidare la gestione di un campo senza l’uso degli spogliatoi? E perché i cittadini afragolesi devono sempre accontentarsi del meno peggio? Perché i rugbisti afragolesi dovranno rischiare una patologia polmonare ogni volta che ci si allena? Ai posteri l’ardua sentenza.

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