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CARDITO. Cirillo e il deserto

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CARDITO – Cardito. L’intervista al sindaco di Cardito, Giuseppe Cirillo, apre ad una serie di riflessioni che meritano di essere approfondite sul piano politico. Anche per alzare l’asticella del dibattito, troppo appiattita su Cirillo, unico soggetto politico emerso in questi dodici anni, e non per colpa del primo cittadino.

In vista delle prossime elezioni, e quindi di un ciclo nuovo che si dovrà aprire, è necessario già oggi piantare qualche seme che dovrà poi fiorire.

Partiamo da una premessa. Giuseppe Cirillo ha azzerato in questi dodici lunghi anni i vecchi schemi. Cosa significa? Non esistono più divisioni o squadre predefinite, che sanciscono alleanze già precostituite oppure soggetti politici che non possono dialogare al di là dei posizionamenti di questi anni. Uso un termine forte per rendere l’idea: il sindaco è cresciuto politicamente a dismisura. La classe politica locale non è riuscita a stare al suo passo. Anzi, di passi ne ha compiuti ma all’indietro. Ciò ha provocato due elementi: azzeramento del dibattito politico, drastica riduzione dei soggetti politici. In minoranza, alcuni sono partiti da giovani promesse e chiudono l’esperienza nel totale anonimato. In maggioranza singolarmente non esiste nessuno: tutti fedelissimi del primo cittadino. Come detto, un appiattimento su Cirillo così forte che ha azzerato la politica e superato i vecchi schemi.

Adesso, nella costruzione del dopo dodicennio, l’unico che ha dettato la prima ricetta è sempre il capo dell’amministrazione carditese. Punta alla politicizzazione del quadro: centrodestra e centrosinistra. Legittimo, soprattutto per la sua visione di alto profilo maturata pure da vicepresidente della Città metropolitana e quindi ormai abituato ad altri palcoscenici e ad altri livelli rispetto, e lo dico con rispetto e dispiacere, al degrado che caratterizza questi territori.

Questa è una visione del futuro, nella costruzione del futuro, che dovrà tramutarsi in concretezza. E bisogna capire se sarà l’unica in campo come è accaduto in questi 12 anni oppure se ci sarà dell’altro. Non lo può sapere nessuno, almeno in questo momento. E allora proviamo a sviluppare un ragionamento su dati oggettivi e che aiutano la riflessione. Penso che Nunzio Raucci abbia capito che la sua ambizione personale di voler fare il candidato a sindaco nonostante nessuno lo volesse, ha rappresentato negli anni il migliore alleato di Cirillo e della sua scalata.

Quindi, in un contesto dove la politica è stata azzerata, innanzitutto bisogna togliere da mezzo le ambizioni personali. E in un deserto, dove politicamente non è cresciuto nemmeno un fiore e dove il primo cittadino ha azzerato, superato, cancellato, i vecchi schemi, da dove ripartire. C’è chi nel deserto vede solo sabbia e null’altro. E chi, affidandosi ad una visione più ottimista, coglie da quel deserto un’opportunità. Qualsiasi cosa si deve costruire e indipendentemente da chi la deve costruire, si parte da zero. Quindi, sarà molto più semplice. In cosa si tramuta questo contesto? Tutti possono parlare con tutti.

Non ci sono più barriere precostituite da gruppi contrapposti. Per intenderci, il gruppo Barra può tranquillamente ragionare con Cirillo e stabilire un percorso insieme. Le vecchie ruggini tra i protagonisti del dopo Barra sono ormai superate, vecchie, lontane proprio grazie a ciò che ho spiegato in apertura: i vecchi schemi sono stati abbattuti. Il primo passo, quindi, è quello di individuare chi sono i soggetti politici. E, badate bene, c’è una sottile differenza tra consiglieri comunali e soggetti politici. Mi spiego meglio. I soggetti politici sono coloro che riescono ad avere un peso nell’opinione pubblica e sono soggetti aggregatori capaci di mettere in piedi una lista. Due esempi e si torna sempre lì, Giuseppe Cirillo e Peppe Barra. Sono soggetti che storicamente hanno dei gruppi politici e sono in grado di partorire due liste ciascuno.

I candidati nelle liste, per quanto forti, tra chi è rimasto a casa e chi siede in consiglio comunale, vengono un attimino dopo. In maggioranza non ci sono leader autonomi capaci di ragionare sullo stesso piano con il sindaco. Ripeto, sono tutti a seguito di Cirillo e il sindaco dovrà preoccuparsi di comporre liste in grado di garantirli. Saranno ottimi candidati da 300 e 400 voti, ma da qui a trasformarsi in soggetti politici ce ne passa. La stessa cosa vale per l’opposizione. Raucci è un candidato al Consiglio che ti fa la differenza. Ma il soggetto politico che fa le liste resta Giuseppe Barra. Quindi, alla fine di questa esperienza bisognerà comprendere chi saranno i soggetti aggregatori, chi saranno i soggetti politici, quanti ne saranno e quali tavoli si metteranno in piedi.

Cirillo sicuramente dovrà partire dalla sua continuità e dovrà comprendere attorno a lui chi sarà in grado di fare una lista di candidati al consiglio comunale. E lo stesso vale per coloro che aspirano, magari a qualcosa di nuovo. Prima delle ambizioni personali e prima di mettere in piedi tavoli dove siedono soggetti che rappresentano solo se stessi, bisognerà verificare chi farà le liste. I consiglieri uscenti saranno in grado di comporre una lista? Oppure gli uscenti sono da considerare semplici candidati da inserire in qualche lista che magari sarà messa in piedi dai veri soggetti politici che in questi cinque anni sono stati fuori dal civico consesso?

Domande che contengono un ragionamento sottile e magari le possono comprendere solo gli addetti ai lavori. Ma hanno un significato enorme e proprio la mancata risposta, ad oggi, a queste domande, giustifica ciò che sta accadendo. Ad un anno dalle elezioni non c’è ancora un tavolo politico con soggetti riconosciuti per tracciare la continuità di Cirillo; men che meno non c’è un tavolo politico di alternativa. E torniamo al punto di partenza del mio ragionamento: dalle ceneri dei vecchi schemi, dalla sabbia di questo deserto può nascere qualsiasi cosa. E servirà davvero tanto tempo per capire chi ha davvero polvere da sparare e chi, invece, dovrà pensare solo a salvare se stesso in chiave politica.

Ecco perché l’unico che ha avuto l’autorevolezza per provare a parlare di futuro ed a dettare uno schema chiaro, netto, preciso, è stato Peppe Cirillo. Centrosinistra puro, con partiti e civiche, apertura al Movimento Cinque stelle e Europa verde. Ha una traccia incontestabile. Poi si “peserà” la valenza di eventuali soggetti politici che siederanno a quel tavolo oppure si tratterà di un leader indiscusso e tanti candidati al civico consesso.

Tutto il resto è da costruire. E ad oggi oltre le liste di Peppe Barra non si vede nulla all’orizzonte: né soggetti politici uscenti dal civico consesso capaci di fare una lista, né soggetti politici fuori dal Consiglio che si sono fatti avanti come promotori di una lista.

Aprovidolo e Mirone di Forza Italia non sappiamo se la metteranno in piedi. Lo stesso vale per Luigi Iorio. Tutto da verificare. Così come è da verificare se, magari, più avanti, ci sarà qualche ritorno di fiamma di soggetti politici che vengono dal passato e saranno ancora capaci di mettere insieme persone che vogliono candidarsi e partecipare.
Questo spiega perché non esistono al momento tavoli. Non c’è il tavolo della continuità e non esiste il tavolo dell’alternativa. Esiste Peppe Cirillo e nient’altro. Ed è davvero una sconfitta per tutto il resto della classe dirigente. In parte appiattita su Cirillo, in parte espressione solo di ambizioni personali.

Nel deserto è vero che c’è il vantaggio di partire da zero e si può avere anche l’ambizione di costruire Dubai. Nessuno pensava possibile costruire una città avveniristica e moderna proprio nel cuore della sabbia. Eppure, ci sono riusciti. Ma prima di riuscirci c’è stato chi ha avuto la capacità, la competenza e la forza di pensarlo e di renderlo possibile. In questo momento manca proprio questo.

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CARDITO. Il “precetto pasquale” dell’opposizione: una luce e mille contraddizioni.

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CARDITO – Come annunciato in esclusiva da “Minformo”, ieri sera (venerdì) si è tenuto il tavolo guidato dall’ex sindaco Peppe Barra. Una figura della politica locale, proiettata ad una candidatura alle prossime regionali. Quindi, proprio in virtù di ciò, rappresenta il “regista” di questa coalizione in via di costruzione; una sorta di padre nobile”. E poi c’è un altro dato determinante: la linea politica al tavolo l’ha dettata lui, ritrovando riscontri in tutti gli interlocutori presenti.

La sintesi: un ciclo è finito. Non si parla male di Cirillo, non bisogna fossilizzarsi sugli aspetti amministrativi ma il nuovo corso si costruisce e si fonda sulla condivisione programmatica. E lo stesso Barra, giustamente, ha spiegato che a nulla servono le riunioni settimanali. Ogni cosa a suo tempo e soprattutto ogni riunione deve avere sempre un senso, partorire una proposta, compiere passi in avanti sul percorso. Senza l’ “ammuina” degli anni scorsi che ha rafforzato solo la leadership di Cirillo.

Peppe Barra ha fatto valere il suo peso e gli è stato pure riconosciuto da tutti. Adesso entriamo nei dettagli della riunione, sulle cose buone emerse, sulle incoerenze, che non sono mancate, e sui retroscena.

Innanzitutto, partiamo dai presenti. Peppe Barra ha portato al tavolo una “mini-delegazione” del suo folto gruppo: Cristofaro Salvato, già consigliere comunale; l’amico di tante battaglie, Biagio Soritto; il coordinatore del gruppo Francesco Desimone e i due consiglieri comunali, Nunzio e Andreina Raucci.
Per “Europa Verde” presente il consigliere Luigi Iorio, per Forza Italia Giovanni Aprovidolo e Giuseppe Mirone; per Fratelli d’Italia Giuseppina Tignola, ex consigliere comunale a Cardito e attuale consigliere del partito della Premier Meloni ad Afragola; e poi la “new entry” di Ferdinando Fusco, medico carditese, espressione del movimento “Itinerario” in rappresentanza anche dell’avvocato Vincenzo Mormile.

Alla riunione hanno partecipato anche due esponenti della “vecchia guardia”, Biagio Auriemma e Biagio Garofalo, più l’ex presidente del consiglio comunale durante il primo mandato di Cirillo, Pasquale Barra. Quest’ultimo, è stato l’unico ad entrare su delicati argomenti amministrativi riservando parole di fuoco nei confronti del primo cittadino.

Unico assente di “peso”, l’ingegnere Luigi Credendino di “Cardito libera”. Ha annunciato ai suoi fedelissimi che il movimento tornerà in campo alle prossime Amministrative ma, scottato da quanto accaduto negli anni precedenti, vorrà vederci chiaro prima di legittimare i suoi interlocutori.

I consiglieri di maggioranza, pure invitati da Barra in piena trasparenza e a dimostrazione che si programma un nuovo ciclo, non hanno partecipato. Certificando ciò che “Minformo” ha ricostruito nei giorni scorsi, ossia che in maggioranza l’unico vero soggetto politico ed interlocutore resta proprio il capo dell’amministrazione.

Come detto, la linea l’ha spiegata Peppe Barra, nei contenuti e nei tempi. Con calma, senza ansia. Ed è giusto così. Prima la Regione poi si pensa alla prossima scadenza elettorale carditese.

Un altro dato che emerge riguarda l’incoerenza dei partiti di centrodestra. Cosa ci fanno Forza Italia e Fratelli d’Italia al tavolo con gruppi di centrosinistra e addirittura con un partito come “Europa verde” che dovrebbe rappresentare la sinistra? E come fa Luigi Iorio, consigliere dei “Verdi”, a dialogare con la destra della Meloni e col partito di Tajani? Questo elemento dà il senso dell’accozzaglia.

Inoltre, non passa inosservata nemmeno la scomoda posizione di Giovanni Aprovidolo, consigliere “azzurro”. Ha passato 12 anni alla corte di Giuseppe Cirillo e non basta qualche mese di opposizione per purificarsi con l’acqua santa. E nessuno si stupirà se da qui a qualche settimana, lo ritroveremo di nuovo al fianco del sindaco in carica in quanto non ha ancora spiegato i motivi della rottura col primo cittadino. Giochi vecchi quanto il mondo che ormai non sorprendono più nessuno.

Il racconto della riunione finisce qui. Tutti a casa e nulla di fatto. Peppe Barra ha dato dignità al “precetto pasquale” di soggetti che in 12 anni hanno rappresentato la maggioranza, l’opposizione e persino entrambe le partiti contemporaneamente, i migliori alleati di Cirillo. Non sono mai riusciti ad affrontare un tema serio dimostrando incapacità o, nel caso di Forza Italia, totale condivisione dell’esperienza che sta per terminare. Tutti, da destra a sinistra, hanno il dovere di impegnarsi nella costruzione di un nuovo ciclo. Ma la storia, nel bene e nel male, prima di Cirillo, durante Cirillo e dopo Cirillo non va dimenticata per costruire il futuro.

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CARDITO. La riunione dell’opposizione si trasforma in “precetto Pasquale”

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CARDITO – La notizia sulla convocazione della riunione dei gruppi di opposizione comunicata da “Minformo” in esclusiva (leggi qui), trova riscontro nel video pubblicato da Giuseppe Barra sulla sua pagina “Facebook” (guarda qui). Barra conferma l’incontro di lunedì. In realtà, il confronto tra consiglieri e forze politiche di minoranza è stato spostato a venerdì. Giusto per essere precisi.

Adesso approfondiamo il ragionamento perché Barra, come al solito, nelle sue uscite pubbliche, non è mai banale, ci mette la faccia e si assume la responsabilità di mettere sul tavolo contenuti di qualità che molti non riescono nemmeno a comprendere.

È normale che oggi l’attenzione dell’ex sindaco sia tutta proiettata alle Regionali. È andato vicino all’elezione cinque anni fa, ha il dovere di riprovarci. Per la sua storia e per la sua comunità. Così come è vero che molti gli chiedono di candidarsi a sindaco di Cardito dopo il dodicennio Cirillo. Lui declina, “ho già dato”. Ma non è un argomento all’odine del giorno.

L’attualità ci parla della prima riunione convocata dall’opposizione. Chi l’ha partorita ha ragionato sul tentativo di mettere attorno ad un tavolo tutti quelli che non si rivedono nel centrosinistra che Peppe Cirillo sta mettendo in piedi e col quale ha governato dodici anni. E col quale si presenterà alle prossime amministrative a sostegno del candidato a sindaco scelto dalla coalizione di governo. Barra, invece, nel suo video afferma, a giusta ragione, un messaggio diverso, invitando all’incontro di venerdì addirittura “i consiglieri dell’attuale maggioranza”. Cosa significa? Tante cose. E scusate il gioco di parole. La prima: l’incontro di venerdì diventa inutile. Aperto a tutti, all’opposizione, alla maggioranza, alla destra, alla sinistra, al centro, all’alternativa a Cirillo, alla continuità e a chi non se ne frega del primo cittadino in carica; a chi è stato fuori, a chi c’è stato dentro, a chi c’è stato e poi se n’è uscito. Aperto a tutti. Tutti, tutti. Insomma, tutto ridotto a ciò che realmente è: un incontro banale.

La seconda: non si è capito chi “canta” la messa di quello che passerà alla storia non come la prima tappa di costruzione di una ipotetica coalizione ma come il classico “precetto pasquale” senza nemmeno il prete.

La terza: se si convoca una riunione e si invitano tutti attorno al tavolo, significa che il leader di quel tavolo è l’unico non invitato. Giuseppe Cirillo. E i motivi sono semplici: i consiglieri di maggioranza sono creature di Cirillo. Lo abbiamo già spiegato. Tranne il presidente dell’Assise, Antonio Giangrande, quei consiglieri esistono come soggetti politici perché esiste Cirillo. Dialogare con loro, voler stringere un’alleanza con loro, voler fare coalizione con loro, significa riconoscere l’indiscussa leadership di Cirillo perché oltre Cirillo, con Peppe Barra non interessato alla candidatura a sindaco, a Cardito c’è il vuoto. E lo si certifica proprio con l’organizzazione della riunione di venerdì prossimo. Aperta a tutti. Quasi come se si volesse formare un’unica coalizione proprio ad evitare che la partita si possa giocare. Tutti vogliono vincere senza sforzo e soprattutto senza pensare.

Ultima riflessione. Forse più vicina alla qualità politica del pensiero di Peppe Barra. La stagione di Cirillo è finita. La partita vera, per alzare l’asticella del confronto, è quella di organizzare un nuovo ciclo di governo che passi, come prima tappa, dalla vittoria elettorale. E quindi non ci dev’essere contrapposizione col sindaco in carica e nemmeno divisioni di campo. Le carte si mischiano, tutti possono parlare con tutti, tutti legittimano tutti, tutti possono allearsi con tutti. Un nuovo ciclo con squadre ancora da comporre.

Ecco cosa significa aprire la riunione di venerdì ai consiglieri di maggioranza, cambiando ovviamente a quell’incontro i connotati iniziali. Un capolavoro di Barra, d’altronde la sua capacità politica, la sua leadership, la sua intelligenza, non si scoprono certo oggi. L’unico a potersi permettere di giocare a carte scoperte; non a caso, come “Minformo” ha aperto il dibattito in città sul presente e sul futuro, ad oggi sono arrivate due reazioni pubbliche: una di Cirillo, l’altra di Barra. Il resto in silenzio, nascosti, muti, come storia racconta e come questi anni di mancata opposizione testimoniano.

Vedremo cosa uscirà dalla riunione di venerdì, chi parteciperà e soprattutto cosa dirà chi interverrà. O finirà sin da subito a tarallucci e vino? O meglio, a casatiello e pastiera, per restare in tema festivo?

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CARDITO. L’alternativa “a nessuno” inizia da una riunione carbonara

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CARDITO – Lunedì prossimo prima riunione dell’opposizione con all’ordine del giorno la discussione su come organizzare il futuro. I consiglieri Luigi Iorio, Giovanni Aprovidolo, Giuseppe Mirone, Nunziante e Andreina Raucci, vogliono iniziare a discutere sull’eventuale percorso che possa portare alla formazione di una coalizione e allo schieramento che metterà in campo l’attuale maggioranza guidata fa Giuseppe Cirillo.

I consiglieri di minoranza hanno chiesto la partecipazione all’incontro dell’ex sindaco Giuseppe Barra, in quanto è l’unico soggetto politico capace di mettere in piedi liste rappresentative, radicate e di qualità. La riunione doveva restare riservata e negli obiettivi degli organizzatori c’è la definizione di una serie di incontri bilaterali con soggetti politici esterni al consiglio comunale per tentare di coinvolgerli in vista delle elezioni Amministrative dell’anno prossimo.

Un cammino ricco di insidie, contraddizioni e incoerenze per diversi motivi che proviamo ad elencarli. Innanzitutto, sembra di rivivere un film già visto e che ha rappresentato la fortuna di Cirillo negli ultimi 14 anni. Nunzio Raucci vuole candidarsi a sindaco. La storia si ripete, esattamente il copione delle ultime due fasi antecedenti alle due ultime elezioni Comunali.

Mettono insieme un tavolo con tutte le forze di alternativa a Cirillo e alla fine salta tutto perché il candidato a Sindaco o è Raucci oppure non è nessuno. Risultato? Raucci resta da solo e Cirillo stravince. E anche questa volta il percorso è lo stesso, con alcune aggravanti. Raucci non sarà mai il candidato a sindaco di una coalizione ampia. Lo dice la storia e ancora di più l’assenza di un’opposizione seria in questi anni, con silenzi su temi seri come le Politiche sociali e l’attività dell’ambito, che gridano in chiave politica vendetta. Poi, c’è Peppe Barra che ha la responsabilità di rilanciare un gruppo folto e rappresentativo. Fino ad oggi ha lasciato campo libero ai suoi. E nelle ultime due consiliature, la leaderhsip nella strategia di Raucci ha prodotto sempre lo stesso risultato: sconfitta sono e solo due consiglieri eletti.

Nunzio e Andreina Raucci. Un bilancio fallimentare che nessuno nel gruppo “barriano” è disposto a ripetere oppure a sacrificarsi per garantire i seggi ai Raucci. La linea la detterà Barra e la parola d’ordine è “vittoria”. E se c’è da ragionare anche col sindaco in carica, in prospettiva, nessun problema. Peppe Barra insieme alla stragrande maggioranza del gruppo che guida non preclude nessuna ipotesi.

Lo stesso vale per “Europa verde” di Luigi Iorio. Non esclude un’alleanza con i partiti di centrosinistra alle prossime Amministrative. Infine, c’è l’incoerenza del tavolo di lunedì dove un partito di sinistra come “Europa verde” dovrebbe preparare il futuro con Forza Italia, partito di centrodestra. A nulla servirà nascondere i simboli e provare con le civiche. Sarebbe il segreto di Pulcinella. Quindi, l’opposizione parte male e di questo passo inizia un percorso già conoscendo il fallimentare esito finale. Un’analisi impietosa che riguarda pure i soggetti politici esterni al civico consesso, già scottati negli anni scorsi dalle precedenti esperienze con gli stessi protagonisti del tavolo di oggi.

Si pensi a Luigi Credendino. Due volte ha partecipato, due volte è stato messo di fronte all’imposizione del candidato a sindaco: “O Raucci o si sfascia tutto”. E tutto si sfasciò, si è sfasciato e si sfascerà di nuovo. Credendino mai acetterà di rivivere quelle esperienze, così come Pasquale Barra, Rocco Saviano, men che meno nuove energie che vogliono impegnarsi componendo le liste. Se si chiamano in campo professionisti, bisognerà avere la maturità di individuare un candidato a sindaco all’altezza delle aspettative. Per fare meglio e di più degli uscenti, non per ripeterne schema, valori e obiettivi, con minori capacità e quindi proiettarsi a fare addirittura peggio. Ed infine l’opposizione arriva con 12 anni di ritardo. Vogliono preparare l’alternativa a Giuseppe Cirillo quando Giuseppe Cirillo ha finito i tre mandati e non può più ricandidarsi. Con Cirillo in campo hanno solo saputo dimostrare silenzio e inferiorità sul piano politico, elettorale e pure nel confronto.

E poi strappa qualche sorriso la posizione di Forza Italia. I componenti sono stati eletti col centrosinistra, hanno governato con Cirillo, sono stati negli anni, insieme a Raucci, i migliori alleati di Cirillo; rompono, passano col partito di Tajani nel centrodestra e cosa fanno?

Vogliono organizzare una coalizione con i partiti di sinistra e le civiche di centrosinistra. Fa già ridere così. Non sarebbe più coerente provare a mettere in piedi il centrodestra, come proposta alternativa di governo al centrosinistra? A cosa serve provare a costruire un’accozzaglia, come accaduto negli anni scorsi, che alla fine non sarà messa in piedi perché lo stesso Giuseppe Barra mai consentirà la ripetizione del teatrino degli anni scorsi?

C’è solo una verità. L’alternativa non a Cirillo ma all’Amministrazione in carica è interpretata da soggetti come Credendino. Purtroppo l’ingegnere carditese fa paura perché competente, preparato ed estraneo alla logica degli ultimi trent’anni. Quindi, non sarà mai investito da chi non vuole “combattere” Cirillo ma prenderne solo il posto, senza cambiare nulla.
Tra l’originale e la brutta copia, i cittadini preferiranno sempre la prima opzione. Avvisate “l’alternativa che non c’è”…

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