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CAIVANO. Processo ingerenze criminali. Oggi terza udienza. La Palmiero ribadisce i nomi dei politici graditi al clan

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CAIVANO – Mentre tutta la vecchia classe dirigente convinta di doversi candidare alle prossime elezioni amministrative spera che tutto quanto finito agli onori della cronaca venga quanto prima relegato nell’oblio puntando sulla memoria corta dei cittadini, a tenere alta l’attenzione sul processo che ha visto coinvolti politici in odore di camorra ci pensa il sottoscritto aggiungendo particolari che forse sono sfuggiti a parecchi, compreso i diretti interessati.

Stamattina nell’aula 108 del Tribunale Napoli Nord si è svolta la terza udienza del rito ordinario del processo sulle estorsioni a Caivano che vede imputati alcuni soggetti politici, imprenditori, imprese e il tecnico del Comune di Caivano Vincenzo Zampella.

Oggi toccava ai testi nominati dall’accusa e il primo a sedersi è stato l’ex Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Caivano il Ten. Antonio La Motta al quale la difesa si è opposta alla messa agli atti delle sue informative e ha voluto escuderlo in aula. Stessa sorte è toccata alla ex Consigliera di Fratelli d’Italia Giovanna Palmiero che però durante l’interrogatorio fatto dal PM Giorgia De Ponte ha aggiunto interessanti particolari che finora erano sfuggiti alla stampa.

La coordinatrice cittadina della fiamma tricolore ha chiarito perfettamente la sua posizione e il motivo per la quale si è vista costretta a denunciare i fatti accaduti nel maggio 2022, ossia quando il marito Luigi Muto, in occasione di una riunione di maggioranza, quando si stava discutendo della possibilità di indire bando pubblica per il servizio di igiene urbana, per strada venne avvicinato da due energumeni e minacciato verbalmente in prima istanza e successivamente anche fisicamente.

Ribadendo in aula che i due energumeni agivano per nome e per conto del Clan Angelino, l’ex Consigliera espone i fatti, dichiarando che la richiesta dei due fatta al marito era quella di invitare la moglie a non contraddire sia nelle riunioni che in aula il volere o le proposte avanzate da alcuni addetti ai lavori.

Alla richiesta del PM di chiarire l’identità degli addetti ai lavori graditi al clan e quali fossero gli argomenti contraddittori al loro volere la coordinatrice meloniana chiarisce che l’argomento fosse la volontà di parte della maggioranza di voler acquisire in house le prestazioni della Green Line srl attuale gestore del servizio di raccolta rifiuti mentre lei era propensa a indire una gara di tipo europeo aperta a tutti gli operatori economici che ne volessero far parte, ribadendo anche nell’aula del tribunale che la minaccia fatta al marito era quella di invitare la consorte a non contraddire in aula e nelle riunioni la volontà e le proposte di Giamante Alibrico consigliere di Italia Viva (condannato in primo grado a 8 anni e 6 mesi con il rito abbreviato), Armando Falco segretario di Italia Viva (imputato in questo processo) e Gaetano Lionelli consigliere di Noi Campani (estraneo ai fatti e mai indagato).

L’interrogatorio del PM così come quello delle difese prosegue poi principalmente sull’individuazione di un Sistema Clientelare tra Politica e camorra, ovviamente con scopi differenti e opposti ma l’aneddoto delle minacce incuriosisce anche e soprattutto il Presidente della Giuria che verso la fine dell’interrogatorio torna sull’argomento e fa ripetere alla Palmiero i nomi dei politici graditi al clan.

Premesso che i primi due sono innocenti fino al terzo grado di giudizio e che il terzo sia addirittura fuori da ogni implicazione o indagine fa d’uopo però che dal punto di vista etico e morale qualche risposta alla cittadinanza va comunque data, pure perché le domande sorgono spontanee se si considera che da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, Gaetano Lionelli sia candidato alle prossime elezioni amministrative in una lista a supporto della coalizione di centro sinistra insieme a Mimmo Falco e Pippo Ponticelli entrambi consiglieri comunali che hanno rappresentato una continuità amministrativa tra le due Amministrazioni sciolte per ingerenze criminali.

Ora. Ribadendo sempre il concetto che queste persone non hanno carichi pendenti e che sono totalmente estranee ai fatti e ai tecnicismi che riguardano un processo penale, ciò che preoccupa è l’inopportunità politica e il fumus che alcuni soggetti elettorali potrebbero configurare ai fini di un ulteriore scioglimento per infiltrazioni camorristiche laddove i loro nomi risultassero inseriti nelle liste ai nastri di partenza della prossima campagna elettorale.

Se poi, a tutto questo, aggiungiamo il fatto che nessuno di questi si sia mai accorto o abbia mai denunciato ingerenze o casi anomali in qualità di controllori dato che erano consiglieri comunali, e che Pippo Ponticelli, una volta pubblicato l’audio dove egli stesso asseriva che il settore Manutenzione fosse ingerito dalla camorra, addirittura decide di denunciare il sottoscritto piuttosto che la camorra, allora credo che qualche dubbio e qualche perplessità, sulle loro competenze e qualità amministrative, nasca in maniera fisiologica.

Ecco perché il sottoscritto è sempre più che convinto che il vero cambiamento a Caivano nasca da una vera rigenerazione e rinnovamento della classe dirigente. Nomi nuovi, tra candidati al Consiglio Comunale, giunta e candidato a Sindaco. Solo così Caivano potrà rinascere seriamente.

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CAIVANO. Si sgretola il tavolo del Csx. Oramai è chiaro che non si può non prescidere da una nuova classe dirigente

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CAIVANO – Il Campo largo si è ristretto! Il tavolo del centro sinistra si è rotto. Ieri sera nella sede del Movimento 5 Stelle in via Roma si è svolto il quarto incontro del tavolo proposto dal PD e che prevedeva l’intervento dei partiti che fanno parte del campo largo a livello nazionale.

Disposti in tondo c’erano i rappresentanti del PD, Verdi, Sinistra Italiana, Italia Viva, Noi Campani e i pentastellati padroni di casa. A prendere subito la parola, data l’assenza del deputato Penza è un certo Pasquale Ristoranto e anche lui, commettendo lo stesso errore dei suoi commensali negli scorsi incontri, come primo punto all’ordine del giorno, vuole tracciare il profilo di quella che deve essere la sintesi della loro ipotetica coalizione e parte col dire che il candidato sindaco debba essere espressione dei partiti oppure della società civile e che non abbia mai rivestito ruoli politici, mai consigliere, mai assessore e mai sindaco.

Insomma. Pur tenendo conto che tra i candidati al Consiglio comunale in quella schiera ci sarà inserito di tutto e di più, almeno sulla figura del Sindaco vogliono salvare la faccia attenendosi non solo alla mia proposta editorialista di sempre ma anche a quello che in realtà è il sentiment del popolo caivanese. Sulla stessa linea dei pentastellati si sono disposti anche i Verdi, Italia Viva e Noi Campani.

Una cosa è certa. A Caivano non si può non prescindere dalla proposta di una nuova classe dirigente e data l’enorme difficoltà ad aggregare, anche chi voleva e poteva derogare sulla vecchia nomenclatura se ne sta rendendo conto. Così cominciano a scimmiottare il progetto messo su da Caivano Liberal Democratica, senza però tenere ancora fermamente fede al criterio naturale del gruppo rappresentato da Giuseppe Libertino, ossia tutti nomi nuovi, dal sindaco all’ultimo candidato al Consiglio comunale.

Da quelle dichiarazioni è evidente che i tre partiti – M5S, Italia Viva e Verdi – estromettono dai loro pensieri il candidato a Sindaco che poteva piazzare sul tavolo proprio il PD, ossia Mimmo Semplice. Anche perché da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, a muovere i fili di questo principio è proprio il fratello dell’ex Sindaco, Donato Falco – assente alla riunione – che da un lato candida il figlio tra le file del PD e dall’altro lato tenta di replicare il copione del 2020 mettendo a capo della coalizione una persona mite, moderata e acculturata ma che non si sia mai interessato alla politica, almeno da diversi anni e che ha già in mente, chiaro, il suo nome. A tempo debito ve lo sveleremo.

Termina così con un nulla di fatto l’ennesima riunione e l’amaro che resta in bocca ancora a chi ama questa città è il fatto che la vecchia classe dirigente ancora litiga sulle poltrone, ancora non ha fatto seria introspezione sugli errori commessi nel passato recente e con la solita presunzione cerca un riscatto sociale e politico nel nome di quella innocenza e impunità singola che non assolve affatto dalla responsabilità politica, oggettiva e collettiva che la vecchia nomenclatura dovrebbe prendersi.

Dal canto suo il Movimento 5 stelle, convinto pure del fatto che ci sono liste civiche di sinistra che non si avvicinano al tavolo causa presenza del PD, ha deciso di iniziare degli incontri bilaterali con tutte le forze progressiste e democratiche di Caivano e lo fa attraverso un post apparso stamattina sui social.

Errare è umano ma perseverare è diabolico. Il M5S ricomincia da capo ma nella sostanza non cambia i criteri di aggregazione e non ha ancora compreso che forse, slegandosi da diktat calati da Roma che nulla hanno a che vedere con la realtà locale caivanese, il partito dei pentastellati, al netto dei suoi alleati che presentano profili in odore di fumus, potrebbe essere davvero l’unico partito del rinnovamento, in quella schiera, e che potrebbe presentare una lista fatta di nomi nuovi così come vuole la gente di Caivano. Invece no. Si ricomincia da capo perché poi il giorno della presentazione delle liste sempre deve arrivare e qualcuno sempre sarà disposto a cedere pur di non essere escluso dai giochi. Ed è proprio questo il principio che non ha mai assicurato la governabilità su questo martoriato territorio. E se mala tempora currunt, sed peiora parantur.

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CAIVANO. La totale assenza di indignazione della società civile presta il fianco ai piani dei soliti politicanti

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CAIVANO ha già perso! Ci sono ottime probabilità che questo comune verrà sciolto di nuovo dalla Prefettura e buone possibilità che possa essere sciolto già prima di andare a votare nel novembre prossimo.

La società civile è dormiente, sfiduciata, menefreghista e priva di entusiasmo. Le tante persone perbene che abitano questa città si sono assuefatte al pensiero che debbano vivere in un dormitorio privo di qualsiasi tipo di servizio e ostaggio del narcotraffico. Dopo gli arresti per ingerenze criminali poche persone si sono indignate della malagestio perpetrata da oltre trent’anni dalla vecchia classe dirigente. Troppo pochi per spedire a casa i vecchi politicanti di sempre.

Adesso è troppo tardi. Mancano pochi mesi al traguardo della presentazione delle liste e l’assenza dell’indignazione della parte sana della città ha giovato alla sete di potere dei soliti noti. Chi dai social urlava di volere gente nuova al governo della città non ha capito che doveva scendere in campo in prima persona. Non ha capito che il futuro a Caivano non si può più delegare, specialmente non si può delegare sempre in mano agli stessi. Non si può chiedere il cambiamento a chi ha creato questo status. Stato di cose che fa comodo alla maggior parte degli abitanti di questa città. Un territorio abitato per la maggior parte da falsi poveri e media borghesia che o rappresenta le zone d’ombra della città o nell’arco degli anni ha saputo tessire un buon equilibrio con le stesse. Insomma una grande fetta di Caivano ha dimostrato di temere addirittura il cambiamento.

Così, a presentarsi ai nastri di partenza della prossima competizione elettorale saranno sempre gli stessi. Nomi usurati dal tempo e dalle indagini. Nomi che se non saranno scesi in campo in prima linea, determineranno più di prima dalle retrovie. Da destra a sinistra già sono in atto i più massonici accordi per cercare di vendere al popolo il cambiamento di gattopardiana memoria.

Non è bastata la lotta di anni e anni intrapresa dalla stampa libera, non sono bastati i fiumi di parole che dal 2015 hanno cominciato a denunciare il fenomeno delle somme urgenze e degli affidamenti diretti a vantaggio sempre e solo delle stesse ditte; il fenomeno dell’affidamento e della liquidazione a distanza di sette giorni, in alcuni casi si sono registrati anche affidamenti con la rovesciata, ossia dopo la liquidazione dello stesso lavoro determinato dai settori più volte, tutto questo nella totale distrazione di esecutivo e amministrazione; posti di lavoro affidati a parenti e affini del capoclan attualmente in carcere; assessori, consiglieri e segretari di partito che non disdegnavano di farsi vedere in giro con i camorristi. Per finire di denunciare tutta l’ipocrisia di un decreto che a tutto è servito fuorché a risanare un territorio, anzi, ha solo affibbiato una etichetta indelebile ad una comunità formata da persone perbene e laboriose. Tutto questo non è servito a far indignare i caivanesi, farli scendere in campo per pensionare una volta e per tutte la vecchia classe dirigente. Maggioranza e opposizione, senza far distinzione, perchè chi per omertà, chi per paura, chi per ignavia, tutti allo stesso modo, hanno prestato il fianco all’ascesa e all’ingerenza della criminalità organizzata.

Il silenzio della politica dettato dalla paura di essere coinvolta nelle vicende giudiziarie e il silenzio della parte sana della città hanno finito di creare quel vuoto che sarà colmato dai soliti profeti, nani, ballerine e saltimbanchi. Già se si guarda alla Festa di Campiglione. Alla fine, per la sua fattibilità, bisognerà ringraziare una sola persona e gli imprenditori che hanno messo mano al portafogli e sacrificato i loro momenti di svago e lavoro, me ne potranno dare atto.

Se a tutto questo aggiungiamo anche la memoria corta dei cittadini, appare più che naturale la discesa in campo dei soliti politicanti. Così da destra a sinistra si stanno organizzando ma sempre con le stesse dinamiche se non peggio. Dinamiche che nulla hanno a che fare con il cambiamento. Politicanti in cerca di burattini da manovrare. Personaggi che vogliono cambiare il vestito alla politica senza farle fare prima una grande doccia sanificatrice. Questo sta succedendo a Caivano.

Partendo dalla sinistra, c’è un gruppo di partiti chiamati in adunanza dal PD che insieme al primo partito della vecchia Amministrazione sciolta per camorra, si sono seduti ad un tavolo senza aver prima rinnovato la propria classe dirigenziale e alla prima loro riunione già litigano perché sbagliano totalmente l’argomento, poiché la prima cosa che pensano è quella di tracciare il profilo dell’ipotetico candidato a Sindaco. Ma come si può pensare di far amministrare una città allo stesso gruppo di partiti e persone che hanno rappresentato la coalizione sciolta per camorra, che al loro primo incontro per le prossime amministrative al posto di fare una seria introspezione, capire quali sono state le loro lacune che hanno permesso l’ingerenza della criminalità organizzata e dopo aver individuato causa e colpevoli iniziare a ragionare sui criteri di aggregazione, vogliono tracciare non solo il profilo del candidato a sindaco che dovrebbe essere il penultimo tema da affrontare al tavolo prima del nome, ma addirittura il carattere. E indovinate un po’ parte di quel tavolo come lo vuole? Lo vuole mite, moderato che non abbia mai fatto politica o si sia mai interessato ma acculturato. Insomma un bamboccio da poter manovrare con i fili ma che alla cittadinanza possa essere venduto come una mente pensante difficile da manovrare.

In poche parole quelli della sinistra caivanese, quelli sciolti per camorra, per intenderci, continuano a fare i “draghi” della politica. Solo loro riescono a partorire queste idee geniali, credendo che tutto il resto del mondo abbia l’anello al naso. Questo tavolo si aggiornerà domani stavolta nella sede del Movimento 5 stelle e il tema sarà di nuovo la scelta della sintesi. Da un lato col PD che spinge per una figura politica autorevole ma comunque appartenente alla vecchia classe dirigente, dall’altro lato Verdi, M5S e Italia Viva spingono per il burattino di turno. Staremo a vedere chi la spunta, fermo restando la mia opinione di fare prima seria introspezione sui reali problemi che persistono in questo gruppo di partiti e che sono forieri di ingerenze criminali.

Ma se Atene piange Sparta non ride. Dal centro destra, il silenzio della parte sana e la memoria corta dei cittadini hanno dato vita a una forma di gerontocrazia pesante. Se a sinistra si parla di vecchia classe dirigente, a destra si può benissimo parlare di antica e longeva classe dirigente. Tutto quello che è successo, in assenza di nuove proposte, scaturisce il sentimento del “si stava meglio quando si stava peggio” e i vari Carofilo, Castelli e Del Gaudio si sentono in diritto di rappresentare anch’essi il “nuovo” che avanza. Tanto è vero che da indiscrezioni raccolte in esclusiva sul territorio, si sono consumate già più di una riunione tra di loro con la speranza di unire il centro destra insieme a Giovanna Palmiero e Maria Fusco di Fratelli d’Italia, e Giuseppe Mellone di Forza Italia. Riunioni che per ora non hanno sortito alcun effetto perché non si riesce ancora a capire da quale criterio intendono far partire i lavori del tavolo programmatico. Resta alla finestra per ora l’ex Sindaco Simone Monopoli che ai più fa sapere di voler stare fuori dai giochi della politica che per troppo tempo l’ha reso solo una vittima del sistema.

Al centro invece regna la confusione più totale. Scompare la figura di Antonio Angelino dalle varie testate giornalistiche amiche per far spazio al vero nuovo di Caivano Conta. Infatti al netto del suo leader e della figlia d’arte Orsella Russo, la lista che davvero potrebbe rappresentare ciò che ho sempre auspicato è proprio quella di Caivano Conta, dato che i vari Peppe Grande, Tobia Angelino, Pasquale Licito, Giuseppe Leodato etc. potrebbero impersonare perfettamente la base della nuova classe dirigente.

A tal proposito da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo pare che anche in questa fazione ci sia più di una spaccatura. Da un lato alcuni fedelissimi del topiano Angelino pare stiano consigliando allo stesso di fare un passo indietro per fatti già conclamati e illustrati dalla stampa e dall’altro lato Luigi Esposito coordinatore cittadino di Azione pare stia tentando di essere promotore di un altro tavolo di centro, invitando allo stesso quelle forze liberali e popolari non ancora decisamente collocate per poi valorizzare la propria stessa figura come leader dell’intera coalizione. Su questo versante vi terremo aggiornati.

Insomma, il dato politico che ne esce fuori è alquanto raccapricciante ed è determinato proprio da quanto detto in premessa. Gli scenari appena illustrati non sono altro che figli dell’immotivata assenza della società civile a far parte della prossima competizione elettorale, la quale poteva in un certo senso sbaragliare i programmi atavici di alcuni politicanti e aprire la strada alla creazione di una nuova classe dirigente. In parole povere: mala tempora currunt.

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Caivano

CAIVANO. 1°Memorial Carmine Semplice. Un riconoscimento dovuto ad un uomo promotore dei sani principi dello sport

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CAIVANO – Il tre maggio dell’anno scorso ci lasciava un personaggio illustre della comunità gialloverde Il Prof. Carmine Semplice, docente di chimica presso l’Isis “Attilio Romanò” di Miano. Stimato e voluto bene da tutti, egli, oltre ad essere un professionista dedito e amante del proprio lavoro e della propria famiglia, amava anche lo sport, in particolare il tennis.

Iscritto e socio sostenitore del Club Tennis Campiglione, insieme al direttorio del club era solito promuovere questo sport sul proprio territorio.

Così l’ASD Tennis Campiglione con un memorial, nella sua prima edizione, attraverso un torneo di terza categoria, ha voluto ricordare la sua splendida persona.

Il torneo si svolgerà presso la sede dell’ASD Campiglione in via Colanton Fiore Caivano dall’1 al 14 giugno e prevede un montepremi di € 500,00 per i vincitori.

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