SALERNO – Riceviamo e pubblichiamo: Questa segreteria si rivede costretta a ritornare su un problema annoso quale quello dello straordinario, anche perché ci ritroviamo di fronte ad uno sforamento di 3 milioni di € per il Comparto, a fronte di 18 milioni di € per la Dirigenza Medica. Già a guardare i numeri si evince che probabilmente il problema non è il comparto, ma altro, ma volendo rimanere in tema di comparto, si chiede all’Azienda una volta adottato i criteri minimi di personale, perché continua minacciosa a inviare missive per ridurre ancora lo straordinario del comparto, forse perchè bisogna lavorare sotto organico? O forse bisogna lavorare senza marcarsi per salvare l’Azienda? Ma in tutto questo siamo sicuri che il problema presente in Azienda sia lo straordinario?
Oppure bisogna guardarsi intorno e capire; se tutti stanno svolgendo la propria mansione; se i progetti obiettivi sono utilizzati per abbattere lo straordinario; se i troppi ma veramente esagerati incarichi di funzione e anche tutti ben pagati servono a premiare qualcuno oppure servono per obiettivi precisi;
Probabilmente l’Azienda ha perso di vista quelli che sono gli obiettivi prefissi, sempre che ci siano. Questa segreteria come la massa dei lavoratori che si prodigano giorno dopo giorno per mandare avanti l’Azienda (perché c’è da precisare che l’azienda non viene mandata avanti dalle Direzioni ne dà scartoffie varie ma da coloro che tutti i giorni si prodigano dando il loro contributo, sottraendo del tempo alla loro vita privata e alla famiglia per quattro soldi) sono stanchi di essere sempre imputati di tutti i danni dell’Azienda.
Anche perché probabilmente i danni di un’Azienda non sono da imputare ai lavoratori ma a chi la dirige Certi di un pronto riscontro Porgiamo cordiali saluti Segretario Provinciale Angelo Rambaldi
“Intanto mi piacerebbe ne parlassero con me e non attraverso la stampa.Ma non credo che i comuni abbiano di che lamentarsi. Sento alcuni sindaci settimanalmente i quali con grande onestà intellettuale dicono che non hanno mai avuta tanta attenzione da un governo nazionale”.
Lo ha detto il Ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci rispondendo ai giornalisti sui dubbi manifestati da alcuni comuni dell’area flegrea sulla proclamazione dello stato di emergenza per il rischio bradisismo.
“Ho avviato questa macchina – ricorda Musumeci – un anno e mezzo fa, tre giorni dopo aver ascoltato i sindaci. Poi è chiaro che ognuno è libero di esprimere i propri pareri, dei quali io tengo conto, ma anche noi abbiamo i nostri obiettivi da raggiungere“.
CAIVANO – Il Campo largo si è ristretto! Il tavolo del centro sinistra si è rotto. Ieri sera nella sede del Movimento 5 Stelle in via Roma si è svolto il quarto incontro del tavolo proposto dal PD e che prevedeva l’intervento dei partiti che fanno parte del campo largo a livello nazionale.
Disposti in tondo c’erano i rappresentanti del PD, Verdi, Sinistra Italiana, Italia Viva, Noi Campani e i pentastellati padroni di casa. A prendere subito la parola, data l’assenza del deputato Penza è un certo Pasquale Ristoranto e anche lui, commettendo lo stesso errore dei suoi commensali negli scorsi incontri, come primo punto all’ordine del giorno, vuole tracciare il profilo di quella che deve essere la sintesi della loro ipotetica coalizione e parte col dire che il candidato sindaco debba essere espressione dei partiti oppure della società civile e che non abbia mai rivestito ruoli politici, mai consigliere, mai assessore e mai sindaco.
Insomma. Pur tenendo conto che tra i candidati al Consiglio comunale in quella schiera ci sarà inserito di tutto e di più, almeno sulla figura del Sindaco vogliono salvare la faccia attenendosi non solo alla mia proposta editorialista di sempre ma anche a quello che in realtà è il sentiment del popolo caivanese. Sulla stessa linea dei pentastellati si sono disposti anche i Verdi, Italia Viva e Noi Campani.
Una cosa è certa. A Caivano non si può non prescindere dalla proposta di una nuova classe dirigente e data l’enorme difficoltà ad aggregare, anche chi voleva e poteva derogare sulla vecchia nomenclatura se ne sta rendendo conto. Così cominciano a scimmiottare il progetto messo su da Caivano Liberal Democratica, senza però tenere ancora fermamente fede al criterio naturale del gruppo rappresentato da Giuseppe Libertino, ossia tutti nomi nuovi, dal sindaco all’ultimo candidato al Consiglio comunale.
Da quelle dichiarazioni è evidente che i tre partiti – M5S, Italia Viva e Verdi – estromettono dai loro pensieri il candidato a Sindaco che poteva piazzare sul tavolo proprio il PD, ossia Mimmo Semplice. Anche perché da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, a muovere i fili di questo principio è proprio il fratello dell’ex Sindaco, Donato Falco – assente alla riunione – che da un lato candida il figlio tra le file del PD e dall’altro lato tenta di replicare il copione del 2020 mettendo a capo della coalizione una persona mite, moderata e acculturata ma che non si sia mai interessato alla politica, almeno da diversi anni e che ha già in mente, chiaro, il suo nome. A tempo debito ve lo sveleremo.
Termina così con un nulla di fatto l’ennesima riunione e l’amaro che resta in bocca ancora a chi ama questa città è il fatto che la vecchia classe dirigente ancora litiga sulle poltrone, ancora non ha fatto seria introspezione sugli errori commessi nel passato recente e con la solita presunzione cerca un riscatto sociale e politico nel nome di quella innocenza e impunità singola che non assolve affatto dalla responsabilità politica, oggettiva e collettiva che la vecchia nomenclatura dovrebbe prendersi.
Dal canto suo il Movimento 5 stelle, convinto pure del fatto che ci sono liste civiche di sinistra che non si avvicinano al tavolo causa presenza del PD, ha deciso di iniziare degli incontri bilaterali con tutte le forze progressiste e democratiche di Caivano e lo fa attraverso un post apparso stamattina sui social.
Errare è umano ma perseverare è diabolico. Il M5S ricomincia da capo ma nella sostanza non cambia i criteri di aggregazione e non ha ancora compreso che forse, slegandosi da diktat calati da Roma che nulla hanno a che vedere con la realtà locale caivanese, il partito dei pentastellati, al netto dei suoi alleati che presentano profili in odore di fumus, potrebbe essere davvero l’unico partito del rinnovamento, in quella schiera, e che potrebbe presentare una lista fatta di nomi nuovi così come vuole la gente di Caivano. Invece no. Si ricomincia da capo perché poi il giorno della presentazione delle liste sempre deve arrivare e qualcuno sempre sarà disposto a cedere pur di non essere escluso dai giochi. Ed è proprio questo il principio che non ha mai assicurato la governabilità su questo martoriato territorio. E se mala tempora currunt, sed peiora parantur.
Alla gestione dei parcheggi pubblici ai servizi socio-assistenziali, dai lavori nelle scuole o nelle strade alla manutenzione del verde: nel Comune di Caserta la camorra o soggetti ad essa contigui si infiltravano per lucrare guadagni negli anni dell’amministrazione targata Pd dell’ex sindaco Carlo Marino, in carica dal giugno 2016 all’aprile scorso, quando il Governo ha sciolto l’ente comunale per infiltrazioni camorristiche.
Un quadro di illegalità e condizionamenti diffusi e profondi che emerge in dalla relazione del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, allegata al Decreto del Presidente della Repubblica in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Il Ministro parla di “una evidente assenza di legalità dell’azione amministrativa e uno stato di precarietà degli uffici comunali, da cui conseguono irregolarità gestionali e un preoccupante livello di compromissione dell’amministrazione comunale”, e di una struttura politico-amministrativa “costantemente orientata ad eludere i principi di legalità, trasparenza, imparzialità e correttezza, tendenza aggravata dai rapporti di collegamento diretto e indiretto tra il sindaco, l’ex vicesindaco e l’ex assessore con la criminalità organizzata”.