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Caivano

Dopo l’annuncio del Tavolo del PD sale l’indignazione dei caivanesi. Libertino: “Prima si accusano e poi stanno insieme”

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CAIVANO – Riceviamo e pubblichiamo:
“L’indignazione: finalmente. È il caso di scriverlo a caratteri cubitali. Noi, cittadini onesti e impegnati per questa terra, lo sapevamo già che l’indignazione fosse diffusa; perché, se siamo indignati noi cittadini onesti ed impegnati, perché non dovrebbero esserlo pure tutte le persone oneste di Caivano?
Abbiamo vissuto lo stesso dramma: governati da una classe dirigente omertosa e connivente. Silente e complice. Incapace e con interessi privati.
Ogni volta prometteva il cambiamento. Ed ogni volta siamo stati costretti a prendere atto che avevamo di fronte sempre le stesse persone, sempre le stesse facce, sempre gli stessi obiettivi e interessi.
Qualcuno si è salvato scappando, appena ha avuto la sensazione del tintinnìo delle manette.
Altri sono stati travolti dall’onda degli scioglimenti e dalle inchieste della Procura.
Adesso nessuno può più sfuggire al giudizio della storia: prima ancora che dell’opinione pubblica.
Se le facce sono sempre le stesse da 40 anni a questa parte, se sempre gli stessi hanno promesso il cambiamento e prodotto la peggiore degenerazione, perché i cittadini, oggi, dopo tutto quanto accaduto in questa terra martoriata e sfortunata, dovrebbero ancora dare credito agli stessi soggetti?
Oggi non è credibile alcuna ipotesi di riciclo. Già vista e fallita, e sempre con gli stessi risultati.
Si è passati dallo scioglimento per camorra del centrodestra alimentato dal centrosinistra, allo scioglimento per camorra del centrosinistra con l’aggiunta di arresti e di una ricostruzione della Procura da brividi.
Ora i 40 anni di brutta politica si riorganizzano. Civiche che di civico non hanno nulla, destra sinistra, centro, centrosinistra. Sono sempre loro. Sempre gli stessi. Quelli che in questi due anni sono rimasti in silenzio mentre Caivano ha vissuto e sta vivendo il momento più brutto della sua storia.
Mai come oggi, trasformata a livello nazionale nell’esempio da non seguire. 40 anni di politica spartiti in 24 mesi, come se nessuno di quei soggetti fosse di Caivano; come se nessuno di quei soggetti amasse Caivano, come se nessuno di quei soggetti fosse interessato più a questa città, perché è chiaro che oggi quel Municipio non può più essere il “bancomat” di nessuno.
Procura e prefettura hanno i radar accesi qui più che altrove e tale contesto non è proprio l’ideale per chi ha scritto la storia di questo territorio. Bastano i loro nomi a determinare una continuità che nessuno vuole.
E lo abbiamo dimostrato noi, cittadini attivi, che in questi due anni di fango scaricato sulla nostra comunità gratuitamente.
Ci abbiamo messo la faccia a difesa di ciò che veramente siamo: persone perbene, corrette che vivono di lavoro.
Sbaglia chi ci ha confuso con una parte della classe politica che ci ha governato.
La stessa politica rimasta muta dopo lo sfascio realizzato ed è toccato a noi sobbarcarci il peso della difesa di Caivano e di ciò che veramente siamo. E adesso, alla vigilia delle elezioni, abbiamo anche capito perché ci hanno lasciati soli.
La politica non poteva parlare perché l’indignazione non era limitata a noi cittadini attivi.
Intanto cosa succede nel nostro territorio? Il centrosinistra con Pd, i Cinque stelle ed altri partiti, ossia la continuità dell’amministrazione Falco, annunciano il tavolo politico per organizzare la coalizione. La notizia arriva sui social e i cittadini commentano: solo tanta indignazione. Provate a leggere i commenti in rete sulle pagine social dei giornali on line del paese.
Questa volta non basteranno tutte le famose e solite promesse a legittimare il ritorno di una classe politica “jurassica” e responsabile di quanto di peggio è accaduto.
Un unico calderone pronto a tornare che rappresenta la continuità, ma questo carrozzone Caivano non lo vuole, non lo vogliono i cittadini di Caivano, non lo vogliono la stragrande maggioranza dei residenti.
E dall’indignazione di queste ore abbiamo il dovere di partire. Non basta indignarsi, ce lo dobbiamo mettere in testa perché chi ha interessi, chi ha scritto i 40 anni di storia a Caivano non si è mai preoccupato dell’indignazione e nemmeno della reputazione. Convinti che i cittadini corretti se ne staranno a casa e se qualcuno prova a scendere in campo, sanno pure come infangarli, da specialisti in materia, e rispedirli a casa.
Sono convinti che la città sia tutta loro, ancora loro, indignata ma pronta ad essere di nuovo colonizzata dagli stessi soggetti, dagli stessi interessi, dagli stessi accordi.
E gli indignati? Alcuni non andranno a votare, altri sceglieranno col naso turato il “meno peggio”. Quante volte abbiamo ascoltato questa frase? Tante, troppe volte. E allora è arrivato il momento di compiere un passo in avanti, oltre l’indignazione. Abbiamo il dovere di rimboccarci le maniche e di impegnarci in un progetto che sia alternativo a 40 anni di pessima e fallimentare.
Contrastare i soliti soggetti: quelli in prima linea ed altri in regia, che reggevano i fili di quelle coalizioni che oggi tentano di riorganizzarsi sotto la stessa guida e la stessa stella.
Come dobbiamo fare per scendere in campo? Abbiamo il dovere di creare dei canali di comunicazione e delle occasioni di partecipazione per aderire.
Il movimento ha annunciato che sarà promotore di una campagna aperta proprio per favorire la partecipazione, offrendo tutti gli strumenti utili e necessari. Caivanesi, è un’occasione da non perdere.
Parliamo, confrontiamoci, partecipiamo, scendiamo in campo, occupiamo quei posti da sottrarre a coloro che ci hanno saccheggiato, mortificato, umiliato e nonostante ciò vorrebbero ancora provare la scalata al Municipio.
Ci hanno rubato tutto, persino il futuro. Adesso tocca a noi: prendiamoci il presente. La sfida è questa. Non vogliamo il futuro, ci prendiamo il presente. Come abbiamo già fatto da due anni a questa parte. E senza di loro siamo stati decisamente meglio dimostrando che Caivano siamo noi, distinti, distanti e diversi da chi ci ha fatto passare per una banda di camorristi e tangentisti, omertosi e collusi.
Caivano siamo noi. E Caivano si riprenderà il presente!

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Caivano

CAIVANO. Si sgretola il tavolo del Csx. Oramai è chiaro che non si può non prescidere da una nuova classe dirigente

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CAIVANO – Il Campo largo si è ristretto! Il tavolo del centro sinistra si è rotto. Ieri sera nella sede del Movimento 5 Stelle in via Roma si è svolto il quarto incontro del tavolo proposto dal PD e che prevedeva l’intervento dei partiti che fanno parte del campo largo a livello nazionale.

Disposti in tondo c’erano i rappresentanti del PD, Verdi, Sinistra Italiana, Italia Viva, Noi Campani e i pentastellati padroni di casa. A prendere subito la parola, data l’assenza del deputato Penza è un certo Pasquale Ristoranto e anche lui, commettendo lo stesso errore dei suoi commensali negli scorsi incontri, come primo punto all’ordine del giorno, vuole tracciare il profilo di quella che deve essere la sintesi della loro ipotetica coalizione e parte col dire che il candidato sindaco debba essere espressione dei partiti oppure della società civile e che non abbia mai rivestito ruoli politici, mai consigliere, mai assessore e mai sindaco.

Insomma. Pur tenendo conto che tra i candidati al Consiglio comunale in quella schiera ci sarà inserito di tutto e di più, almeno sulla figura del Sindaco vogliono salvare la faccia attenendosi non solo alla mia proposta editorialista di sempre ma anche a quello che in realtà è il sentiment del popolo caivanese. Sulla stessa linea dei pentastellati si sono disposti anche i Verdi, Italia Viva e Noi Campani.

Una cosa è certa. A Caivano non si può non prescindere dalla proposta di una nuova classe dirigente e data l’enorme difficoltà ad aggregare, anche chi voleva e poteva derogare sulla vecchia nomenclatura se ne sta rendendo conto. Così cominciano a scimmiottare il progetto messo su da Caivano Liberal Democratica, senza però tenere ancora fermamente fede al criterio naturale del gruppo rappresentato da Giuseppe Libertino, ossia tutti nomi nuovi, dal sindaco all’ultimo candidato al Consiglio comunale.

Da quelle dichiarazioni è evidente che i tre partiti – M5S, Italia Viva e Verdi – estromettono dai loro pensieri il candidato a Sindaco che poteva piazzare sul tavolo proprio il PD, ossia Mimmo Semplice. Anche perché da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, a muovere i fili di questo principio è proprio il fratello dell’ex Sindaco, Donato Falco – assente alla riunione – che da un lato candida il figlio tra le file del PD e dall’altro lato tenta di replicare il copione del 2020 mettendo a capo della coalizione una persona mite, moderata e acculturata ma che non si sia mai interessato alla politica, almeno da diversi anni e che ha già in mente, chiaro, il suo nome. A tempo debito ve lo sveleremo.

Termina così con un nulla di fatto l’ennesima riunione e l’amaro che resta in bocca ancora a chi ama questa città è il fatto che la vecchia classe dirigente ancora litiga sulle poltrone, ancora non ha fatto seria introspezione sugli errori commessi nel passato recente e con la solita presunzione cerca un riscatto sociale e politico nel nome di quella innocenza e impunità singola che non assolve affatto dalla responsabilità politica, oggettiva e collettiva che la vecchia nomenclatura dovrebbe prendersi.

Dal canto suo il Movimento 5 stelle, convinto pure del fatto che ci sono liste civiche di sinistra che non si avvicinano al tavolo causa presenza del PD, ha deciso di iniziare degli incontri bilaterali con tutte le forze progressiste e democratiche di Caivano e lo fa attraverso un post apparso stamattina sui social.

Errare è umano ma perseverare è diabolico. Il M5S ricomincia da capo ma nella sostanza non cambia i criteri di aggregazione e non ha ancora compreso che forse, slegandosi da diktat calati da Roma che nulla hanno a che vedere con la realtà locale caivanese, il partito dei pentastellati, al netto dei suoi alleati che presentano profili in odore di fumus, potrebbe essere davvero l’unico partito del rinnovamento, in quella schiera, e che potrebbe presentare una lista fatta di nomi nuovi così come vuole la gente di Caivano. Invece no. Si ricomincia da capo perché poi il giorno della presentazione delle liste sempre deve arrivare e qualcuno sempre sarà disposto a cedere pur di non essere escluso dai giochi. Ed è proprio questo il principio che non ha mai assicurato la governabilità su questo martoriato territorio. E se mala tempora currunt, sed peiora parantur.

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Caivano

CAIVANO. La totale assenza di indignazione della società civile presta il fianco ai piani dei soliti politicanti

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CAIVANO ha già perso! Ci sono ottime probabilità che questo comune verrà sciolto di nuovo dalla Prefettura e buone possibilità che possa essere sciolto già prima di andare a votare nel novembre prossimo.

La società civile è dormiente, sfiduciata, menefreghista e priva di entusiasmo. Le tante persone perbene che abitano questa città si sono assuefatte al pensiero che debbano vivere in un dormitorio privo di qualsiasi tipo di servizio e ostaggio del narcotraffico. Dopo gli arresti per ingerenze criminali poche persone si sono indignate della malagestio perpetrata da oltre trent’anni dalla vecchia classe dirigente. Troppo pochi per spedire a casa i vecchi politicanti di sempre.

Adesso è troppo tardi. Mancano pochi mesi al traguardo della presentazione delle liste e l’assenza dell’indignazione della parte sana della città ha giovato alla sete di potere dei soliti noti. Chi dai social urlava di volere gente nuova al governo della città non ha capito che doveva scendere in campo in prima persona. Non ha capito che il futuro a Caivano non si può più delegare, specialmente non si può delegare sempre in mano agli stessi. Non si può chiedere il cambiamento a chi ha creato questo status. Stato di cose che fa comodo alla maggior parte degli abitanti di questa città. Un territorio abitato per la maggior parte da falsi poveri e media borghesia che o rappresenta le zone d’ombra della città o nell’arco degli anni ha saputo tessire un buon equilibrio con le stesse. Insomma una grande fetta di Caivano ha dimostrato di temere addirittura il cambiamento.

Così, a presentarsi ai nastri di partenza della prossima competizione elettorale saranno sempre gli stessi. Nomi usurati dal tempo e dalle indagini. Nomi che se non saranno scesi in campo in prima linea, determineranno più di prima dalle retrovie. Da destra a sinistra già sono in atto i più massonici accordi per cercare di vendere al popolo il cambiamento di gattopardiana memoria.

Non è bastata la lotta di anni e anni intrapresa dalla stampa libera, non sono bastati i fiumi di parole che dal 2015 hanno cominciato a denunciare il fenomeno delle somme urgenze e degli affidamenti diretti a vantaggio sempre e solo delle stesse ditte; il fenomeno dell’affidamento e della liquidazione a distanza di sette giorni, in alcuni casi si sono registrati anche affidamenti con la rovesciata, ossia dopo la liquidazione dello stesso lavoro determinato dai settori più volte, tutto questo nella totale distrazione di esecutivo e amministrazione; posti di lavoro affidati a parenti e affini del capoclan attualmente in carcere; assessori, consiglieri e segretari di partito che non disdegnavano di farsi vedere in giro con i camorristi. Per finire di denunciare tutta l’ipocrisia di un decreto che a tutto è servito fuorché a risanare un territorio, anzi, ha solo affibbiato una etichetta indelebile ad una comunità formata da persone perbene e laboriose. Tutto questo non è servito a far indignare i caivanesi, farli scendere in campo per pensionare una volta e per tutte la vecchia classe dirigente. Maggioranza e opposizione, senza far distinzione, perchè chi per omertà, chi per paura, chi per ignavia, tutti allo stesso modo, hanno prestato il fianco all’ascesa e all’ingerenza della criminalità organizzata.

Il silenzio della politica dettato dalla paura di essere coinvolta nelle vicende giudiziarie e il silenzio della parte sana della città hanno finito di creare quel vuoto che sarà colmato dai soliti profeti, nani, ballerine e saltimbanchi. Già se si guarda alla Festa di Campiglione. Alla fine, per la sua fattibilità, bisognerà ringraziare una sola persona e gli imprenditori che hanno messo mano al portafogli e sacrificato i loro momenti di svago e lavoro, me ne potranno dare atto.

Se a tutto questo aggiungiamo anche la memoria corta dei cittadini, appare più che naturale la discesa in campo dei soliti politicanti. Così da destra a sinistra si stanno organizzando ma sempre con le stesse dinamiche se non peggio. Dinamiche che nulla hanno a che fare con il cambiamento. Politicanti in cerca di burattini da manovrare. Personaggi che vogliono cambiare il vestito alla politica senza farle fare prima una grande doccia sanificatrice. Questo sta succedendo a Caivano.

Partendo dalla sinistra, c’è un gruppo di partiti chiamati in adunanza dal PD che insieme al primo partito della vecchia Amministrazione sciolta per camorra, si sono seduti ad un tavolo senza aver prima rinnovato la propria classe dirigenziale e alla prima loro riunione già litigano perché sbagliano totalmente l’argomento, poiché la prima cosa che pensano è quella di tracciare il profilo dell’ipotetico candidato a Sindaco. Ma come si può pensare di far amministrare una città allo stesso gruppo di partiti e persone che hanno rappresentato la coalizione sciolta per camorra, che al loro primo incontro per le prossime amministrative al posto di fare una seria introspezione, capire quali sono state le loro lacune che hanno permesso l’ingerenza della criminalità organizzata e dopo aver individuato causa e colpevoli iniziare a ragionare sui criteri di aggregazione, vogliono tracciare non solo il profilo del candidato a sindaco che dovrebbe essere il penultimo tema da affrontare al tavolo prima del nome, ma addirittura il carattere. E indovinate un po’ parte di quel tavolo come lo vuole? Lo vuole mite, moderato che non abbia mai fatto politica o si sia mai interessato ma acculturato. Insomma un bamboccio da poter manovrare con i fili ma che alla cittadinanza possa essere venduto come una mente pensante difficile da manovrare.

In poche parole quelli della sinistra caivanese, quelli sciolti per camorra, per intenderci, continuano a fare i “draghi” della politica. Solo loro riescono a partorire queste idee geniali, credendo che tutto il resto del mondo abbia l’anello al naso. Questo tavolo si aggiornerà domani stavolta nella sede del Movimento 5 stelle e il tema sarà di nuovo la scelta della sintesi. Da un lato col PD che spinge per una figura politica autorevole ma comunque appartenente alla vecchia classe dirigente, dall’altro lato Verdi, M5S e Italia Viva spingono per il burattino di turno. Staremo a vedere chi la spunta, fermo restando la mia opinione di fare prima seria introspezione sui reali problemi che persistono in questo gruppo di partiti e che sono forieri di ingerenze criminali.

Ma se Atene piange Sparta non ride. Dal centro destra, il silenzio della parte sana e la memoria corta dei cittadini hanno dato vita a una forma di gerontocrazia pesante. Se a sinistra si parla di vecchia classe dirigente, a destra si può benissimo parlare di antica e longeva classe dirigente. Tutto quello che è successo, in assenza di nuove proposte, scaturisce il sentimento del “si stava meglio quando si stava peggio” e i vari Carofilo, Castelli e Del Gaudio si sentono in diritto di rappresentare anch’essi il “nuovo” che avanza. Tanto è vero che da indiscrezioni raccolte in esclusiva sul territorio, si sono consumate già più di una riunione tra di loro con la speranza di unire il centro destra insieme a Giovanna Palmiero e Maria Fusco di Fratelli d’Italia, e Giuseppe Mellone di Forza Italia. Riunioni che per ora non hanno sortito alcun effetto perché non si riesce ancora a capire da quale criterio intendono far partire i lavori del tavolo programmatico. Resta alla finestra per ora l’ex Sindaco Simone Monopoli che ai più fa sapere di voler stare fuori dai giochi della politica che per troppo tempo l’ha reso solo una vittima del sistema.

Al centro invece regna la confusione più totale. Scompare la figura di Antonio Angelino dalle varie testate giornalistiche amiche per far spazio al vero nuovo di Caivano Conta. Infatti al netto del suo leader e della figlia d’arte Orsella Russo, la lista che davvero potrebbe rappresentare ciò che ho sempre auspicato è proprio quella di Caivano Conta, dato che i vari Peppe Grande, Tobia Angelino, Pasquale Licito, Giuseppe Leodato etc. potrebbero impersonare perfettamente la base della nuova classe dirigente.

A tal proposito da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo pare che anche in questa fazione ci sia più di una spaccatura. Da un lato alcuni fedelissimi del topiano Angelino pare stiano consigliando allo stesso di fare un passo indietro per fatti già conclamati e illustrati dalla stampa e dall’altro lato Luigi Esposito coordinatore cittadino di Azione pare stia tentando di essere promotore di un altro tavolo di centro, invitando allo stesso quelle forze liberali e popolari non ancora decisamente collocate per poi valorizzare la propria stessa figura come leader dell’intera coalizione. Su questo versante vi terremo aggiornati.

Insomma, il dato politico che ne esce fuori è alquanto raccapricciante ed è determinato proprio da quanto detto in premessa. Gli scenari appena illustrati non sono altro che figli dell’immotivata assenza della società civile a far parte della prossima competizione elettorale, la quale poteva in un certo senso sbaragliare i programmi atavici di alcuni politicanti e aprire la strada alla creazione di una nuova classe dirigente. In parole povere: mala tempora currunt.

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Caivano

CAIVANO. 1°Memorial Carmine Semplice. Un riconoscimento dovuto ad un uomo promotore dei sani principi dello sport

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CAIVANO – Il tre maggio dell’anno scorso ci lasciava un personaggio illustre della comunità gialloverde Il Prof. Carmine Semplice, docente di chimica presso l’Isis “Attilio Romanò” di Miano. Stimato e voluto bene da tutti, egli, oltre ad essere un professionista dedito e amante del proprio lavoro e della propria famiglia, amava anche lo sport, in particolare il tennis.

Iscritto e socio sostenitore del Club Tennis Campiglione, insieme al direttorio del club era solito promuovere questo sport sul proprio territorio.

Così l’ASD Tennis Campiglione con un memorial, nella sua prima edizione, attraverso un torneo di terza categoria, ha voluto ricordare la sua splendida persona.

Il torneo si svolgerà presso la sede dell’ASD Campiglione in via Colanton Fiore Caivano dall’1 al 14 giugno e prevede un montepremi di € 500,00 per i vincitori.

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