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CAIVANO. Gli insulti collezionati dal PD sono la dimostrazione che la gente vuole il nuovo. Qualcuno ha iniziato ad offrirlo.

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CAIVANO – Mancano sei mesi alle prossime elezioni Amministrative e anche se la vecchia nomenclatura avesse preferito stare ancora nel silenzio, all’ombra del castello qualcosa si sta muovendo.

A dettare i tempi di quelli che potrebbero definirsi lavori elettorali è la parte sana e perbene di Caivano. Quella parte stanca del gioco del silenzio dei politici politicanti abituati a vendere fumo, ha deciso di mostrare i muscoli e comunicare alla città che le uniche idee che muovono nuove aggregazioni sul territorio sono quelle del rinnovamento della classe dirigente. Le stesse idee che il sottoscritto ha sempre proposto come soluzione per evitare la scure della Prefettura e il rischio di un nuovo scioglimento per ingerenze criminali per colpa della presenza di tanti, troppi ex Amministratori che rappresentano per gli enti preposti una continuità amministrativa con le precedenti Amministrazioni sciolte per infiltrazioni camorristiche.

Fino ad oggi la vecchia classe dirigente, senza fare distinzione tra chi ha fatto parte della maggioranza od opposizione nelle ultime due Amministrazioni sciolte per camorra, ha preferito la strada del silenzio. Per un solo motivo. Così come la camorra vuole il buio e la desertificazione del territorio, la vecchia politica vuole il silenzio per non dare adito alla popolazione, alla società civile di partecipare al dibattito pubblico, partecipazione che facilmente avrebbe potuto detonare la costruzione di una valida alternativa politica. Così, sfruttando il vantaggio di una base solida di conoscenze, la vecchia politica non ha bisogno di dialogo, comunicazione o illustrazione delle proprie visioni per aggregare adesioni. La vecchia politica si muove a mo’ di lobby. I nomi sono sempre gli stessi, oggi sono contro e alla prossima tornata elettorale li si vede insieme. Oggi si accusano e si odiano, domani si difendono e si vogliono bene. Ed è proprio dietro questo disegno carbonaro che gli stessi individui cercano in tutti i modi di non far crescere il numero degli addetti ai lavori né tanto meno di far entrare nuove leve all’interno di un mondo che per anni e per impunità diffusa credono sia di loro proprietà.

Giochi intelligenti per bambini deficienti. Chi ne ha la pancia piena, chi già da diversi anni si è indignato per i fallimenti continui che fanno registrare questi signori, fino al fallimento dei fallimenti riversato negli arresti e nella conseguente militarizzazione della città, questo gioco l’ha compreso e ha deciso di iniziare, anche in assenza di interlocutori, quel dibattito pubblico con tanto di temi e visioni, partendo dal tema dei temi, ossia: creare un’alternativa valida a tutta la vecchia classe dirigente fallimentare con la creazione di una nuova nomenclatura da presentare ai nastri di partenza delle prossime elezioni amministrative.

Così nasce il progetto che ruota intorno ai Liberal Democratici di Caivano, un movimento fortemente voluto dal Presidente di Caivano Legalitaria Giuseppe Libertino e da Mario Castaldo, e presentato il 28 Aprile scorso con tanto di cena-riunione dove sono state buttate giu le prime linee guida del disegno politico. Quindi rotto il silenzio, anche chi finora ha deciso di stare fermo, inerte e silente come il centrosinistra caivanese ha sentito forte il bisogno di non lasciare troppo spazio al nuovo che avanza uscendo con un Comunicato e annunciando l’apertura del tavolo politico attraverso gli organi di stampa.

Non si è fatta attendere la reazione della Caivano indignata. La reazione della gente stanca di vedere sempre gli stessi simboli e gli stessi nomi. Quei nomi che hanno relegato la città di Caivano ad essere l’ispiratrice di un Decreto legislativo che dipinge tutti i suoi cittadini alla stregua del più efferato boss della camorra. Ed è così che sotto il post pubblicato dalla stampa locale che ritraeva in bella mostra il simbolo del PD si leggono commenti dal tono dispregiativo e denigrante nei confronti dei commensali di quel tavolo.

Solo per riportarne qualcuno e per far comprendere il tono Giovanni scrive: Ma veramente fanno? Non si mettono nemmeno vergogna? Poi sono curioso di vedere eventuali politicanti…. Salvatore scrive: I vecchi politici hanno fallito..(GIOVANI E VECCHI ) facciano un passo indietro a favore di una nuova generazione che non ha mai avuto responsabilità… Luigi semplicemente: Vergognosi… Nando: Votate votate ecco i risultati, Santa: Fate ridere vergognatevi, Franco scrive: Mettete la testa sotto terra e fate finta che nessuno vi veda, Andrea invece: fate ridere avete governato con gli incriminati e facevate finta che il fatto non era vostro, sapete dove devono annà si? Armando la mette sulla satira: Cricchio crocco e manic e fiasco, mentre Ugo alza il tiro: Ma chi vi vota, io sicuramente no. Siete come il partito nazionale. Partito detenuti.

Insomma PD & Co. credo che dopo queste esternazioni si debbano fare seri esami di coscienza. Una sana introspezione e capire come fare per regolare il tiro. Certo è che per certi partiti di maggioranza che all’indomani dello scioglimento delle infiltrazioni camorristiche hanno ritenuto opportuno autoassolversi dalle responsabilità politiche, non facendo una seria autoanalisi e non rinnovando i loro ruoli dirigenziali, sarà difficile cambiare rotta oggi a pochi mesi di distanza dal traguardo.

Ecco perché il coordinatore di Caivano Liberal Democratica, dopo aver letto tali commenti social, ha sentito il bisogno di far sentire forte anche la sua voce, confermando l’indignazione della parte sana della città ma informando la stessa che il suo movimento sta creando una seria alternativa a tutto quanto visto finora. Gli strumenti ci sono e li mette a disposizione questo nuovo movimento, adesso la palla passa alla gente perbene di Caivano che oltre a quanto fatto da quelli che già hanno aderito al progetto, deve arricchire la nomenclatura dei candidati che si presenteranno ai nastri di partenza della prossima campagna elettorale. In maniera tale da poter far decidere alla cittadinanza caivanese da che parte stare: con gli stessi che hanno rovinato Caivano o con i nuovi candidati e con la speranza di un radicale cambiamento?

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CAIVANO. Si sgretola il tavolo del Csx. Oramai è chiaro che non si può non prescidere da una nuova classe dirigente

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CAIVANO – Il Campo largo si è ristretto! Il tavolo del centro sinistra si è rotto. Ieri sera nella sede del Movimento 5 Stelle in via Roma si è svolto il quarto incontro del tavolo proposto dal PD e che prevedeva l’intervento dei partiti che fanno parte del campo largo a livello nazionale.

Disposti in tondo c’erano i rappresentanti del PD, Verdi, Sinistra Italiana, Italia Viva, Noi Campani e i pentastellati padroni di casa. A prendere subito la parola, data l’assenza del deputato Penza è un certo Pasquale Ristoranto e anche lui, commettendo lo stesso errore dei suoi commensali negli scorsi incontri, come primo punto all’ordine del giorno, vuole tracciare il profilo di quella che deve essere la sintesi della loro ipotetica coalizione e parte col dire che il candidato sindaco debba essere espressione dei partiti oppure della società civile e che non abbia mai rivestito ruoli politici, mai consigliere, mai assessore e mai sindaco.

Insomma. Pur tenendo conto che tra i candidati al Consiglio comunale in quella schiera ci sarà inserito di tutto e di più, almeno sulla figura del Sindaco vogliono salvare la faccia attenendosi non solo alla mia proposta editorialista di sempre ma anche a quello che in realtà è il sentiment del popolo caivanese. Sulla stessa linea dei pentastellati si sono disposti anche i Verdi, Italia Viva e Noi Campani.

Una cosa è certa. A Caivano non si può non prescindere dalla proposta di una nuova classe dirigente e data l’enorme difficoltà ad aggregare, anche chi voleva e poteva derogare sulla vecchia nomenclatura se ne sta rendendo conto. Così cominciano a scimmiottare il progetto messo su da Caivano Liberal Democratica, senza però tenere ancora fermamente fede al criterio naturale del gruppo rappresentato da Giuseppe Libertino, ossia tutti nomi nuovi, dal sindaco all’ultimo candidato al Consiglio comunale.

Da quelle dichiarazioni è evidente che i tre partiti – M5S, Italia Viva e Verdi – estromettono dai loro pensieri il candidato a Sindaco che poteva piazzare sul tavolo proprio il PD, ossia Mimmo Semplice. Anche perché da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, a muovere i fili di questo principio è proprio il fratello dell’ex Sindaco, Donato Falco – assente alla riunione – che da un lato candida il figlio tra le file del PD e dall’altro lato tenta di replicare il copione del 2020 mettendo a capo della coalizione una persona mite, moderata e acculturata ma che non si sia mai interessato alla politica, almeno da diversi anni e che ha già in mente, chiaro, il suo nome. A tempo debito ve lo sveleremo.

Termina così con un nulla di fatto l’ennesima riunione e l’amaro che resta in bocca ancora a chi ama questa città è il fatto che la vecchia classe dirigente ancora litiga sulle poltrone, ancora non ha fatto seria introspezione sugli errori commessi nel passato recente e con la solita presunzione cerca un riscatto sociale e politico nel nome di quella innocenza e impunità singola che non assolve affatto dalla responsabilità politica, oggettiva e collettiva che la vecchia nomenclatura dovrebbe prendersi.

Dal canto suo il Movimento 5 stelle, convinto pure del fatto che ci sono liste civiche di sinistra che non si avvicinano al tavolo causa presenza del PD, ha deciso di iniziare degli incontri bilaterali con tutte le forze progressiste e democratiche di Caivano e lo fa attraverso un post apparso stamattina sui social.

Errare è umano ma perseverare è diabolico. Il M5S ricomincia da capo ma nella sostanza non cambia i criteri di aggregazione e non ha ancora compreso che forse, slegandosi da diktat calati da Roma che nulla hanno a che vedere con la realtà locale caivanese, il partito dei pentastellati, al netto dei suoi alleati che presentano profili in odore di fumus, potrebbe essere davvero l’unico partito del rinnovamento, in quella schiera, e che potrebbe presentare una lista fatta di nomi nuovi così come vuole la gente di Caivano. Invece no. Si ricomincia da capo perché poi il giorno della presentazione delle liste sempre deve arrivare e qualcuno sempre sarà disposto a cedere pur di non essere escluso dai giochi. Ed è proprio questo il principio che non ha mai assicurato la governabilità su questo martoriato territorio. E se mala tempora currunt, sed peiora parantur.

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CAIVANO. La totale assenza di indignazione della società civile presta il fianco ai piani dei soliti politicanti

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CAIVANO ha già perso! Ci sono ottime probabilità che questo comune verrà sciolto di nuovo dalla Prefettura e buone possibilità che possa essere sciolto già prima di andare a votare nel novembre prossimo.

La società civile è dormiente, sfiduciata, menefreghista e priva di entusiasmo. Le tante persone perbene che abitano questa città si sono assuefatte al pensiero che debbano vivere in un dormitorio privo di qualsiasi tipo di servizio e ostaggio del narcotraffico. Dopo gli arresti per ingerenze criminali poche persone si sono indignate della malagestio perpetrata da oltre trent’anni dalla vecchia classe dirigente. Troppo pochi per spedire a casa i vecchi politicanti di sempre.

Adesso è troppo tardi. Mancano pochi mesi al traguardo della presentazione delle liste e l’assenza dell’indignazione della parte sana della città ha giovato alla sete di potere dei soliti noti. Chi dai social urlava di volere gente nuova al governo della città non ha capito che doveva scendere in campo in prima persona. Non ha capito che il futuro a Caivano non si può più delegare, specialmente non si può delegare sempre in mano agli stessi. Non si può chiedere il cambiamento a chi ha creato questo status. Stato di cose che fa comodo alla maggior parte degli abitanti di questa città. Un territorio abitato per la maggior parte da falsi poveri e media borghesia che o rappresenta le zone d’ombra della città o nell’arco degli anni ha saputo tessire un buon equilibrio con le stesse. Insomma una grande fetta di Caivano ha dimostrato di temere addirittura il cambiamento.

Così, a presentarsi ai nastri di partenza della prossima competizione elettorale saranno sempre gli stessi. Nomi usurati dal tempo e dalle indagini. Nomi che se non saranno scesi in campo in prima linea, determineranno più di prima dalle retrovie. Da destra a sinistra già sono in atto i più massonici accordi per cercare di vendere al popolo il cambiamento di gattopardiana memoria.

Non è bastata la lotta di anni e anni intrapresa dalla stampa libera, non sono bastati i fiumi di parole che dal 2015 hanno cominciato a denunciare il fenomeno delle somme urgenze e degli affidamenti diretti a vantaggio sempre e solo delle stesse ditte; il fenomeno dell’affidamento e della liquidazione a distanza di sette giorni, in alcuni casi si sono registrati anche affidamenti con la rovesciata, ossia dopo la liquidazione dello stesso lavoro determinato dai settori più volte, tutto questo nella totale distrazione di esecutivo e amministrazione; posti di lavoro affidati a parenti e affini del capoclan attualmente in carcere; assessori, consiglieri e segretari di partito che non disdegnavano di farsi vedere in giro con i camorristi. Per finire di denunciare tutta l’ipocrisia di un decreto che a tutto è servito fuorché a risanare un territorio, anzi, ha solo affibbiato una etichetta indelebile ad una comunità formata da persone perbene e laboriose. Tutto questo non è servito a far indignare i caivanesi, farli scendere in campo per pensionare una volta e per tutte la vecchia classe dirigente. Maggioranza e opposizione, senza far distinzione, perchè chi per omertà, chi per paura, chi per ignavia, tutti allo stesso modo, hanno prestato il fianco all’ascesa e all’ingerenza della criminalità organizzata.

Il silenzio della politica dettato dalla paura di essere coinvolta nelle vicende giudiziarie e il silenzio della parte sana della città hanno finito di creare quel vuoto che sarà colmato dai soliti profeti, nani, ballerine e saltimbanchi. Già se si guarda alla Festa di Campiglione. Alla fine, per la sua fattibilità, bisognerà ringraziare una sola persona e gli imprenditori che hanno messo mano al portafogli e sacrificato i loro momenti di svago e lavoro, me ne potranno dare atto.

Se a tutto questo aggiungiamo anche la memoria corta dei cittadini, appare più che naturale la discesa in campo dei soliti politicanti. Così da destra a sinistra si stanno organizzando ma sempre con le stesse dinamiche se non peggio. Dinamiche che nulla hanno a che fare con il cambiamento. Politicanti in cerca di burattini da manovrare. Personaggi che vogliono cambiare il vestito alla politica senza farle fare prima una grande doccia sanificatrice. Questo sta succedendo a Caivano.

Partendo dalla sinistra, c’è un gruppo di partiti chiamati in adunanza dal PD che insieme al primo partito della vecchia Amministrazione sciolta per camorra, si sono seduti ad un tavolo senza aver prima rinnovato la propria classe dirigenziale e alla prima loro riunione già litigano perché sbagliano totalmente l’argomento, poiché la prima cosa che pensano è quella di tracciare il profilo dell’ipotetico candidato a Sindaco. Ma come si può pensare di far amministrare una città allo stesso gruppo di partiti e persone che hanno rappresentato la coalizione sciolta per camorra, che al loro primo incontro per le prossime amministrative al posto di fare una seria introspezione, capire quali sono state le loro lacune che hanno permesso l’ingerenza della criminalità organizzata e dopo aver individuato causa e colpevoli iniziare a ragionare sui criteri di aggregazione, vogliono tracciare non solo il profilo del candidato a sindaco che dovrebbe essere il penultimo tema da affrontare al tavolo prima del nome, ma addirittura il carattere. E indovinate un po’ parte di quel tavolo come lo vuole? Lo vuole mite, moderato che non abbia mai fatto politica o si sia mai interessato ma acculturato. Insomma un bamboccio da poter manovrare con i fili ma che alla cittadinanza possa essere venduto come una mente pensante difficile da manovrare.

In poche parole quelli della sinistra caivanese, quelli sciolti per camorra, per intenderci, continuano a fare i “draghi” della politica. Solo loro riescono a partorire queste idee geniali, credendo che tutto il resto del mondo abbia l’anello al naso. Questo tavolo si aggiornerà domani stavolta nella sede del Movimento 5 stelle e il tema sarà di nuovo la scelta della sintesi. Da un lato col PD che spinge per una figura politica autorevole ma comunque appartenente alla vecchia classe dirigente, dall’altro lato Verdi, M5S e Italia Viva spingono per il burattino di turno. Staremo a vedere chi la spunta, fermo restando la mia opinione di fare prima seria introspezione sui reali problemi che persistono in questo gruppo di partiti e che sono forieri di ingerenze criminali.

Ma se Atene piange Sparta non ride. Dal centro destra, il silenzio della parte sana e la memoria corta dei cittadini hanno dato vita a una forma di gerontocrazia pesante. Se a sinistra si parla di vecchia classe dirigente, a destra si può benissimo parlare di antica e longeva classe dirigente. Tutto quello che è successo, in assenza di nuove proposte, scaturisce il sentimento del “si stava meglio quando si stava peggio” e i vari Carofilo, Castelli e Del Gaudio si sentono in diritto di rappresentare anch’essi il “nuovo” che avanza. Tanto è vero che da indiscrezioni raccolte in esclusiva sul territorio, si sono consumate già più di una riunione tra di loro con la speranza di unire il centro destra insieme a Giovanna Palmiero e Maria Fusco di Fratelli d’Italia, e Giuseppe Mellone di Forza Italia. Riunioni che per ora non hanno sortito alcun effetto perché non si riesce ancora a capire da quale criterio intendono far partire i lavori del tavolo programmatico. Resta alla finestra per ora l’ex Sindaco Simone Monopoli che ai più fa sapere di voler stare fuori dai giochi della politica che per troppo tempo l’ha reso solo una vittima del sistema.

Al centro invece regna la confusione più totale. Scompare la figura di Antonio Angelino dalle varie testate giornalistiche amiche per far spazio al vero nuovo di Caivano Conta. Infatti al netto del suo leader e della figlia d’arte Orsella Russo, la lista che davvero potrebbe rappresentare ciò che ho sempre auspicato è proprio quella di Caivano Conta, dato che i vari Peppe Grande, Tobia Angelino, Pasquale Licito, Giuseppe Leodato etc. potrebbero impersonare perfettamente la base della nuova classe dirigente.

A tal proposito da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo pare che anche in questa fazione ci sia più di una spaccatura. Da un lato alcuni fedelissimi del topiano Angelino pare stiano consigliando allo stesso di fare un passo indietro per fatti già conclamati e illustrati dalla stampa e dall’altro lato Luigi Esposito coordinatore cittadino di Azione pare stia tentando di essere promotore di un altro tavolo di centro, invitando allo stesso quelle forze liberali e popolari non ancora decisamente collocate per poi valorizzare la propria stessa figura come leader dell’intera coalizione. Su questo versante vi terremo aggiornati.

Insomma, il dato politico che ne esce fuori è alquanto raccapricciante ed è determinato proprio da quanto detto in premessa. Gli scenari appena illustrati non sono altro che figli dell’immotivata assenza della società civile a far parte della prossima competizione elettorale, la quale poteva in un certo senso sbaragliare i programmi atavici di alcuni politicanti e aprire la strada alla creazione di una nuova classe dirigente. In parole povere: mala tempora currunt.

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Caivano

CAIVANO. 1°Memorial Carmine Semplice. Un riconoscimento dovuto ad un uomo promotore dei sani principi dello sport

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CAIVANO – Il tre maggio dell’anno scorso ci lasciava un personaggio illustre della comunità gialloverde Il Prof. Carmine Semplice, docente di chimica presso l’Isis “Attilio Romanò” di Miano. Stimato e voluto bene da tutti, egli, oltre ad essere un professionista dedito e amante del proprio lavoro e della propria famiglia, amava anche lo sport, in particolare il tennis.

Iscritto e socio sostenitore del Club Tennis Campiglione, insieme al direttorio del club era solito promuovere questo sport sul proprio territorio.

Così l’ASD Tennis Campiglione con un memorial, nella sua prima edizione, attraverso un torneo di terza categoria, ha voluto ricordare la sua splendida persona.

Il torneo si svolgerà presso la sede dell’ASD Campiglione in via Colanton Fiore Caivano dall’1 al 14 giugno e prevede un montepremi di € 500,00 per i vincitori.

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