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Afragola

Perchè proprio a me

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Afragola– Grande partecipazione da parte delle famiglie del territorio afragolese e non solo, ieri presso la Parrocchia San Giorgio Martire di Afragola. Il Parroco: don Massimo Vellutino con due psicologi esperti in campo familiare ed educativo: Mariano Iavarone e Amalia Rodontini con tanta empatia, fulcro dell’incontro di ieri, hanno lanciato un appello a tutti i genitori: diventare protagonisti attivi nella salvaguardia e nell’educazione dei ragazzi. Un Patto Educativo per “prendere in carico”, anzi “prendersi cura”, di ogni singola persona e contesto, mobilitando intorno ad esse competenze ma soprattutto un’infinita umanità. Perciò il patto non potrà che essere persona per persona, famiglia per famiglia, quartiere per quartiere, municipalità per municipalità. Con una capacità di affrontare i numerosi aspetti del disagio di ogni singolo minore “a rischio” con uno sguardo integrato e approfondito.

L’incontro di ieri è stato un grande test di sussidiarietà e democrazia partecipativa. Fondamentale è la regia, di cui deve farsi carico l’ente pubblico, il Comune, con uno sforzo di dialogo e ascolto che precede qualsiasi impiego di risorse. Tutti gli attori coinvolti hanno poi una parte chiara di corresponsabilità e devono essere corresponsabili sia nei diritti sia nei doveri. La regia è essenziale, ci si raccordi, ci si parli, ci si intenda su obiettivi e visione.

Radici forti…ali leggere! Rappresentano la base solida, la stabilità e la connessione con la famiglia e la comunità. Sono le radici che permettono di rimanere ancorati alla realtà, e di sentirsi parte di un gruppo, ma allo stesso tempo la leggerezza delle ali per mantenere l’autonomia, la libertà di espressione, la capacità di prendere decisioni e di volare verso il futuro. Le ali rappresentano l’indipendenza, la possibilità di esplorare nuove esperienze e di raggiungere i propri obiettivi. 

Il patto educativo formalizza l’impegno di tutte le parti (scuola, famiglia e alunno) a collaborare per la crescita armoniosa del bambino basandosi su una visione condivisa dell’educazione, con l’obiettivo di creare un ambiente di apprendimento positivo e sostenibile. 

Le “radici forti e ali leggere” rappresenta l’equilibrio ideale tra la stabilità e l’autonomia, per favorire la crescita armoniosa e lo sviluppo di individui resilienti e capaci di affrontare il futuro con fiducia.

Genitori non isoliamoci, ritorniamo ad essere uniti perchè il confronto e la collaborazione sono gli unici mezzi a nostra disposizione per aiutare i nostri ragazzi in questo mondo troppo veloce, globalizzato e contorto.

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Afragola

Orgoglio e Merito afragolese: la 5^O classico del Liceo “Filippo Brunelleschi” trionfa all’Esame di Stato

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AFRAGOLAIn un tempo in cui troppo spesso si parla dei giovani con toni cupi e scoraggiati, la classe 5^O del Liceo “Filippo Brunelleschi” di Afragola offre una smentita luminosa, incarnando un esempio concreto di impegno, maturità e straordinaria riuscita. I risultati dell’Esame di Stato, pubblicati oggi, raccontano una storia collettiva di valore e tenacia: su venti studenti, ben nove hanno raggiunto il traguardo del massimo punteggio, ovvero 100 su 100; cinque hanno meritato anche la Lode, sigillo d’eccellenza e testimonianza di un cammino scolastico condotto con rigore e passione. Dietro questi numeri ci sono i volti, le voci, le ore insonni, le prove silenziose ed il coraggio quotidiano di venti ragazzi che, in cinque anni, hanno costruito non solo competenze, ma soprattutto legami, identità, visioni. Ogni nome, da Beatrice Alghiri a Giada Russo, racconta un percorso fatto di crescita, di sfide affrontate, di amicizie custodite. C’è chi ha imparato a superare la timidezza, chi ha trasformato in risorsa una fragilità, chi ha saputo essere per gli altri una presenza discreta ed indispensabile. Nessuno è rimasto indietro, tutti hanno camminato insieme. Una simile armonia non nasce per caso. È il frutto di un contesto formativo solido ed ispirato, costruito giorno dopo giorno grazie alla guida del Dirigente Scolastico, Professor Architetto Giuseppe Cotroneo, la cui visione educativa, lucida e lungimirante, ha saputo coniugare cultura e cittadinanza, autorevolezza ed ascolto. Il Liceo “Filippo Brunelleschi” si conferma, così, non solo una scuola di qualità, ma un autentico presidio di educazione, in cui ogni studente può trovare spazio, valore e direzione. Un plauso speciale va alla Professoressa Giusy Capone, docente di riferimento per la classe e guida instancabile lungo l’intero quinquennio. La sua dedizione, la competenza rigorosa, unita ad una rara capacità di empatia, hanno fatto di lei non solo un’insegnante, ma una vera figura di riferimento: presenza affettuosa e sostegno costante. Accanto alla Scuola, però, è doveroso ricordare un’altra presenza, più silenziosa, ma non meno decisiva: le famiglie. I genitori, con il loro appoggio quotidiano, la fiducia riposta, la capacità di “esserci” nei momenti difficili, senza mai sostituirsi, hanno rappresentato il terreno fertile su cui questi giovani hanno potuto crescere e fiorire. A loro va un ringraziamento profondo: perché educare è sempre un gesto corale! Il successo della 5^O è, allora, qualcosa di più di un risultato scolastico: è un messaggio. È la dimostrazione che, quando Scuola, studenti e famiglie camminano insieme, credendo nel valore dello studio e nella forza dell’educazione, il futuro smette di far paura e comincia a splendere. A questi ragazzi straordinari va il nostro augurio più grande: che portino con sé la luce accesa in questi anni, e che non smettano mai di credere nella bellezza della conoscenza, nella forza delle idee e nella responsabilità di costruire il domani. La 5^O si congeda, lasciando dietro di sé una traccia nitida e generosa: quella di chi ha saputo trasformare l’aula in una piccola patria del pensiero e del cuore.

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Afragola

Genitori connessi per figli “robusti”

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Sembra azzardato, ma i nostri ragazzi “liquidi” chiedono implicitamente punti di riferimento, una visione prospettica profonda, rapporti “pesanti” e solidi, veicolati dalla fisicità e dai discorsi e dalle parole… Questa richiesta da “leggere tra le righe” conferma il loro bisogno di identità. Questa si costruisce su terreni fermi, ma rassicuranti. In una relazione dove la verticalità ( il rapporto con un adulto) non diventi mai distanza, ma accompagnamento.

Diversamente il ragazzo rischia di scivolare, franare e di non mettere radici. Questa “liquidità”, però, non ha la forza di imbrigliare definitivamente il suo bisogno di identità. Le sue radici assetate di “case identitarie” si volgeranno verso territori colonizzati dalle “leggi del mercato” o attraverso la relazione orizzontale tra i coetanei, che non hanno molto da proporre.

Questo è venuto fuori dagli incontri genitori e ragazzi presso la parrocchia San Giorgio Martire di Afragola, grazie al Patto educativo al parroco Massimo Vellutino e grazie alla collaborazione di due professionisti in ambito educativo e psicologico, la dottoressa Amalia Rodontini e il dottore: Mariano Iavarone che hanno lavorato in sinergia per offrire interventi mirati alla comunità.

Ieri 30 giugno altro incontro in parrocchia, la risposta è stata positiva sia da parte dei genitori che dei ragazzi, i quali hanno, attraverso questionari anonimi, espresso i loro bisogni e le loro esigenze in questa società troppo veloce e globalizzata.

Da una parte i ragazzi che chiedono più confronto con le loro figure di riferimento, più comunicazione e sinergia e dall’altra i genitori, spaventati per le responsabilità che hanno nei confronti di questi ragazzi troppo diversi, apparentemente, dalla loro generazione passata, ma che chiedono alla fine cose semplici che in questa società frenetica si sono perse, come la comunicazione e la comprensione.

La dottoressa e il dottore, rispettivamente: Amalia Rodontini e Mariano Iavarone si sono soffermati ad ogni punto per sbrogliare quelle che per noi adulti sembrano delle matasse, ma che attraverso la collaborazione e la rete che Padre Massimo sta cercando e sta tessendo nel nostro territorio, sono risultati semplicemente dei blocchi ingigantiti dal non confronto con i ragazzi e tra noi adulti.

Bisogna uscire dal concetto di Isola, immagine fortificata anche dal Covid e ritornare ad essere persone connesse. Presso la parrocchia San Giorgio Martire è nata la possibilità di poter lasciare un proprio contatto per partecipare da Settembre ad una serie di incontri per restare tutti connessi e uniti nell’affrontare le problematiche che ogni giorno angosciano e tormentano i genitori vittime di questa società troppo convulsa.

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Afragola

Afragola. Violenza contro le donne: bisogna partire dal basso

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Afragola– Una risposta concrea e corale: Patto educativo per Napoli, presso la parrocchia San Giorgio Martire è stata organizzata un’assemblea pubblica come risposta alla violenza ingiustificata e insopportabile nei confronti del prossimo. Quella di san Giorgio Martire è una parrocchia molto attiva sul territorio con a capo il parroco Massimo Vellutino sempre in prima linea nel sopperire alle esigenze altrui. L’incontro ha visto la presenza dell’arcivescovo di Napoli Cardinale Mimmo Battaglia, della presidente della Corte di Appello di Napoli Maria Rosaria Covelli, del procuratore generale presso la Corte d’Appello di Napoli Aldo Policastro.

Sono intervenuti inoltre, la sociologa Raffaella Palladino, la direttrice della Caritas di Napoli, suor Marisa Pitrella il coordinatore del Partito educativo Gennaro Pagano e lo psicologo Mariano Iavarone, presente all’evento con la psicoterapeuta Amalia Rodontini.

Questo è stato un primo passo verso una progettualità più ampia e condivisa, capace di unire istituzioni civili, comunità ecclesiali e realtà educative nella costruzione di una nuova cultura della prevenzione, fondata sul rispetto, sulla parità di genere, sulla non violenza e sulla cura delle nuove generazioni.

Deve essere, questo un impegno, un compito educativo da assumere insieme, perchè ogni ferita infitta ad una donna e non solo, è una ferita inflitta all’intera umanità.

Quando ci prendiamo cura degli altri con gentilezza e rispetto, non solo aiutiamo loro a crescere, ma anche noi stessi diventiamo persone connesse ed è proprio grazie a questa connessione che potremo avere un mondo più armonioso.

E come afferma la sociologa Raffaela Palladino: “La violenza non è destino”

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