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Pizzo a imprenditori di Caivano, spunta una lista tramandata da clan a clan: arrestati due reggenti del clan Angelino

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Erano inseriti in una lista tramandata da clan a clan, gli imprenditori del Napoletano, precisamente di Caivano, risultati essere vittime di estorsioni per mano di due indagati, che hanno ricoperto il ruolo di reggenti nel clan, arrestati dai carabinieri per associazione a delinquere di tipo mafioso ed estorsione aggravata.

A scoprirlo sono stati i militari del nucleo investigativo di Castello di Cisterna, nell’ambito di indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea.

Dall’inchiesta sono emersi diversi episodi estorsivi ai danni di imprenditori di Caivano, dove i due avevano assunto ruoli apicali nell’ambito di un’organizzazione malavitosa.

Le misure cautelari in carcere sono state notificate a Giovanni Barra, detto “Giovanni o’ scucciato”, 39 anni, e a Roberto Alfio Maugeri, 33 anni, ritenuti stretti collaboratori del boss Antonio Angelino, detto “Tibiuccio”, che hanno assunto la guida dell’organizzazione camorristica nel periodo in cui il capo era irreperibile in quanto destinatario di un arresto.



(fonte: Ansa)

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CAIVANO. Al di là delle passerelle. Le vere risposte arrivano dai settori interni all’ente comunale

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CAIVANO Eppur si muove: da cronisti imparziali, quali ci riteniamo essere, questa volta dobbiamo dare atto. Dalla notte del 3 luglio u.s., quando il nostro direttore ha pubblicato l’ennesimo incendio di un autoveicolo procurato presso il campo nomadi, qualcosa si è mosso. Per onestà intellettuale non ci riteniamo gli artefici promotori, ma semplici osservatori.

Ad eccezione della ennesima passerella del 7 luglio delle varie figure della Commissione Parlamentare d’Inchiesta a Caivano, accompagnati dalle solite illustri figure di spicco locali, che hanno sfilato dove tutto sembra già legalizzato. Come si dice a Napoli: hanno “pulezzato ‘ncopp ‘o pulito”. Non un accenno alla problematica dei campi nomadi (periferia della periferia) né una visita di striscio!

Un vento amico noi cittadini l’abbiamo percepito però dagli uffici comunali: dopo l’ennesima rimozione dei rifiuti, in parte combusti, presso quell’area da sempre deturpata da rifiuti e da incendi, abbiamo notato che il Responsabile del Settore Ambiente, ing. Francesco Dell’Aversano, ha voluto dare un segnale di presenza. Forse non risolverà la problematica, ma il messaggio ha una sua valenza. Infatti, a protezione dell’ingresso incontrollato aperto nel muro di recinzione, ha posto in opera delle barriere cementizie, arginando l’ingresso di automezzi che scaricavano all’interno dell’area comunale (vedi foto). Ciò non vieterà lo scarico ed i roghi dei rifiuti, vedasi le due carcasse incendiate da poco. Ma è il messaggio ai malintenzionati che qualcosa sta cambiando.

L’altra lecita risposta ce l’aspettiamo nei prossimi periodi dalle Forze dell’Ordine locali. La determinazione dirigenziale n° 1063 pubblicata l’8/7/2025 del Comandante Dott. Espedito Giglio, ci dice che la Polizia Locale rafforzerà la prevenzione ed il contrasto al fenomeno dell’abbandono dei rifiuti e dei roghi tossici, con fondi finanziati dal Governo. Bellissima notizia, bravo il Comandante che ha saputo ottenere questo supporto dal fondo Unico Giustizia!

Ciò significa: non più una semplice osservazione e segnalazione di dove sono stati abbandonati i rifiuti. Questo lo vediamo anche noi cittadini facendoci una passeggiata nelle zone periferiche e nelle campagne. Ci aspettiamo una presenza concreta ed operativa soprattutto nelle ore extra servizio ordinario: che ci portino lo scalpo dei reali artefici dei reati in materia ambientale, con sanzioni esemplari.

Se fate un giro in campagna nelle ore serali, si vedono circolare mezzi che trasportano scarti di demolizioni (guaine, eternit, cartongesso, etc) prodotti da imprese edilizie sommerse, scarti di ritagli di fabbrichette, trasporto di autoveicoli cannibalizzati e poi dati alle fiamme, furgoni pieni di frigoriferi e lavatrici consegnate ai nomadi, o altro materiale che, chi lavora in modo illecito, smaltisce in modo illecito.

Che ben vengano questi progetti e questi finanziamenti, ma i cittadini, ancora fiduciosi in un cambiamento, cercano risposte concrete, dei RED CARPET ne abbiamo le scatole piene!

Buon lavoro a tutti

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Caivano, Parco Verde: 41 condanne in Appello per il clan Sautto-Ciccarelli

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Il sistema criminale del Parco Verde regge anche in Appello.
Dopo la maxi-retata del 2022 e le pesanti condanne inflitte in primo grado, si è concluso nei giorni scorsi il processo di secondo grado nei confronti del clan Sautto-Ciccarelli, ritenuto responsabile della gestione capillare dello spaccio nel cuore di Caivano. La Corte d’Appello ha confermato la solidità dell’impianto accusatorio, pronunciando 41 condanne per un totale di oltre 330 anni di reclusione.

Nonostante le attenuazioni riconosciute a diversi imputati – tra patteggiamenti, benefici per la continuazione con altre sentenze e concessione delle attenuanti generiche – il verdetto certifica l’esistenza di un’organizzazione ben strutturata, in grado di gestire un flusso costante di sostanze stupefacenti: cobret, cocaina, crack, eroina, hashish e marijuana, smerciate non solo nel Parco Verde ma anche in diverse aree delle province di Napoli e Caserta. Centrale, come emerso nel corso delle indagini, anche il ruolo operativo delle donne.

Nel dettaglio, tra le condanne più significative:

  • Nicola Sautto, considerato vertice dell’organizzazione, ha visto la sua pena aumentata da 20 a 24 anni di reclusione;
  • Rosa Amato, condannata a 18 anni in continuazione;
  • Cristofaro Iuorio, 18 anni;
  • Pasquale Spatuzzi, 12 anni in continuazione;
  • Salvatore Spatuzzi, 14 anni e 8 mesi in continuazione;
  • Giulio e Vincenzo Angelino, confermate le condanne a 6 anni;
  • Sonia Brancaccio, 10 anni e 8 mesi (difesa dall’avv. Leopoldo Perone);
  • Antonio Cozzolino, 12 anni e 8 mesi (difeso dall’avv. Rocco Maria Spina);
  • Mariano Vasapollo, collaboratore di giustizia, ha ottenuto 14 anni in continuazione;
  • Vincenzo Iuorio, altro pentito, ha ricevuto 4 anni e 6 mesi;
  • Anna Sportiello, condannata a 2 anni e 8 mesi.

    Molti imputati hanno ottenuto riduzioni consistenti rispetto al primo grado, ma nessun colpo di spugna: la mappa del narcotraffico delineata dalla DDA resta pressoché intatta. La Corte ha disposto il deposito delle motivazioni entro 60 giorni.
  • L’indagine ha disvelato un sistema affaristico-criminale fortemente radicato nel territorio, capace di operare con efficienza imprenditoriale, reclutando giovani, donne e soggetti già condannati, pur di mantenere attive le piazze di spaccio. Un’organizzazione che, nonostante i colpi subiti, si dimostra ancora una minaccia concreta per il tessuto sociale dell’area nord di Napoli.

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CAIVANO. Cosa c’è ancora da capire? La vecchia classe dirigente continua a fallire!

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CAIVANO – Venerdì scorso si è registrato l’ennesimo fallimento della vecchia politica e non certo quello dello sprovveduto e ingenuo Pasqualino Penza, come qualcuno vorrebbe far credere. All’interno del Palazzo Capece si è consumato l’ennesimo boicottaggio, un’ulteriore strategia della vecchia classe dirigente che di farsi da parte e di non determinare successivi fallimenti proprio non ne vuole sapere. Ma cosa c’è ancora da capire per questi dinosauri della politica? Andiamo per gradi.

Dopo essere stato l’unico a fare ferma e convinta opposizione all’Amministrazione Enzo Falco, denunciando attraverso le pagine di Minformo tutto quanto poi scoperto all’indomani degli arresti dell’ottobre 2023, senza avere neanche l’appoggio dell’opposizione che fino ad ora si rivela silente, ignava ed omertosa, il sottoscritto si è ritrovato solo anche nel lottare contro i procurati allarmi basati su delle menzogne atroci per la nostra comunità e anche durante la lotta intrapresa sulle scelte scellerate adottate dal Governo Meloni, facendo risultare Caivano come il bancomat della fiamma tricolore senza che il modello tanto decantato avesse portato un benché minimo beneficio al territorio. Completamente isolato poi, nel vero senso della parola, quando sul territorio, inspiegabilmente, si è sparsa la voce di un’ipotetica velleità personale verso una candidatura a Sindaco di Caivano.

Premesso che la candidatura a Sindaco non la si impone ma caso mai la si porge come disponibilità in maniera del tutto autorevole, ancora una volta mi ritrovo a fare “scuola” su cose che da tempo propongo ma che il protagonismo della vecchia classe dirigente tenta di insabbiare e/o minimizzare.

Che io abbia avuto ragione su tutta la linea adottata dalla testata giornalistica che rappresento attraverso i miei editoriali a partire dal Febbraio 2022 quando redassi“L’Assessore Carmine Peluso con le mani nella marmellata” lo si è evinto poi con gli arresti e con tutto quanto si legge dai documenti redatti dalla DDA. Che io abbia avuto ragione sul fatto che il modello Caivano non poteva funzionare nella maniera in cui è stato pensato lo si desume anche dalle dichiarazioni del Commissario Ciciliano, colui che lo ha applicato in prima persona, affermando: “Le periferie sono un’anima viva pulsante delle comunità e non è che con la presenza di un commissario si trasformano anni di devastazione sociale in un paradiso terrestre”.

È da un anno e mezzo che attraverso i miei editoriali asserisco che il risanamento di Caivano doveva passare attraverso la bonifica sociale e l’abbattimento e ricostruzione con la redistribuzione di immobili su tutto il tessuto urbano dell’intero Parco Verde e solo alla fine, si poteva pensare a qualche infrastruttura sportiva. Invece no. La riqualifica o la costruzione degli impianti sportivi, ha permesso solo la fuoriuscita di moneta sonante – a prezzi gonfiati presi dal listino del genio civile – che è servita solo a riempire la tasca di imprenditori scelti autonomamente dal Commissario in deroga a qualsiasi norma civile, con la conseguenza che ad oggi di riqualificato abbiamo solo il Centro Delphinia, un teatro abbattuto e non ancora ricostruito e uno stadio fantasma.

Che io abbia avuto ragione, sempre in assenza di supporto da parte di qualsiasi parte politica o civile, sul fatto che la nostra comunità necessitava di un radicale rinnovamento della classe dirigente, lo dimostrano i numerosi tavoli politici saltati, appuntamenti falliti e incontri bilaterali andati a vuoto.

Cosa c’è ancora da capire? La vecchia classe dirigente, quella che ancora cerca di restare a galla boicottando, facendo saltare i tavoli e delegittimando tutto quello che di nuovo voglia nascere sul territorio, deve fare i conti col suo fallimento avvenuto già con la scorsa Amministrazione, deve guardarsi allo specchio e fare piena introspezione sul degrado in cui vive la comunità caivanese e non deve ostacolare, nella maniera più assoluta, la volontà della società civile di scendere in campo e di correre ai ripari prima che l’ente comunale collassi.

Da qualche parte ho letto un articolo di un collega che parlava di continuità amministrativa e di quanti di loro la rappresentino a pieno e con essa anche il pericolo di un terzo scioglimento per ingerenze criminali. Praticamente le stesse cose che ripeto da due anni oramai. Solo che il collega, molto vicino agli ambienti di “Caivano Conta”, in questo elenco risparmia il suo leader Antonio Angelino, dimenticandosi che lo stesso compare tra i tredici nomi indicati dalla Prefettura proprio come continuità amministrativa tra le due Amministrazioni sciolte per ingerenze camorristiche.

La Prefettura non fa differenze tra maggioranza e opposizione. Fare la distinzione tra maggioranza e opposizione fa parte di una narrazione fantasiosa messa su da chi si deve difendere a tutti i costi. La Prefettura sa a cosa servono le dimissioni di un Consigliere seduto tra i banchi della minoranza. Le dimissioni di Antonio Angelino certo non possono essere vendute per quelle di un consigliere che accortisi delle ingerenze criminali poi si va a dimettere, anche perché dopo non sono seguite né dichiarazioni che avessero fatto credere questo né tanto meno sono seguite denunce in tal senso da parte del’ex Consigliere. Se poi a tutto questo aggiungiamo il silenzio triennale del leader di Caivano Conta, credo proprio che ad oggi non si possa proprio parlare di lotta antimafia perpetrata tra i banchi dell’opposizione. Pertanto farebbero bene i giovani di “Caivano Conta”, data la loro estrema potenzialità di cambiare totalmente la nomenclatura della classe dirigente, a scegliere una coalizione che possa rinnovare la classe dirigente e che possa scegliere un leader autorevole, impavido, credibile, lungimirante e militante.

Così come non si spiegano le scelte fatte finora dall’On. Pasqualino Penza di confrontarsi a tutti i costi con la vecchia classe dirigente, con marpioni della caratura di Raffaele Sirico e Franco Marzano per non parlare degli altri prenditori della politica che hanno pensato bene di boicottarlo.

Il Movimento 5 Stelle, insieme a “Caivano Conta” è uno dei pochi gruppi politici sul territorio che potrebbe mettere su una lista di nomi nuovi da offrire a quel rinnovamento tanto agognato dalla popolazione caivanese, eppure entrambi i gruppi continuano ad impantanarsi, forse per sudditanza psicologica, dietro al nulla cosmico rappresentato dalla fallimentare vecchia classe dirigente.

I vecchi hanno tentato in tutte le salse una loro riproposizione. Come hanno tentato di fare capolino, il popolo del web si è ribellato. Perfino la posizione del vicesegretario Iuri Bervicato, che non apre ancora ad un totale rinnovamento, appare in contrasto con i movimenti del suo segretario, al punto tale da non far prendere piena credibilità al proprio progetto basato su un cambiamento tanto pubblicizzato ma poco praticato.

Tutti gli altri, invece, aspettando i movimenti e i diktat dei soliti noti restano incastrati in un limbo. Mancano due mesi alla presentazione delle liste, se non consideriamo il mese di Agosto, ed è giunta l’ora del coraggio. Chi ha la possibilità di creare liste con una nuova nomenclatura si faccia promotore di un tavolo del rinnovamento e vediamo chi ha il coraggio di sedersi a quel tavolo. Solo così si può realmente occupare uno spazio importante nel panorama politico caivanese, solo così si possono andare a catturare i voti persi e lasciati per strada dalla vecchia politica. Solo così Caivano potrà cambiare e forse dopo, solo dopo, avrete il coraggio di darmi ragione. Forse.

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