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CAIVANO: Le eco-balle di Cesaro ritornano a furore di dissidenti

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La polemica è scoppiata puntuale, un orologio dal meccanismo perfetto quello messo in piedi alle e sulle spalle dei caivanesi, colpevoli, secondo alcuni, di non sapersi ribellare allo status di sversatoio dei rifiuti campano, tutto, a onor del vero, contro l’ex Sindaco Monopoli reo di non aver fatto la voce grossa nei confronti del governatore campano De Luca esercitando le pressioni del caso.

Monopoli viene anche accusato dalla ex parte amica di Forza Italia e, ovviamente, dai quattro dissidenti che hanno permesso il commissariamento del comune, di non aver dato ascolto al parlamentare Luigi Cesaro.

Roba da far accapponare la pelle se non fosse che il Cesaro  è sotto la lente di ingrandimento della giustizia italiana per alcuni intrecci non molto chiari riguardo proprio la gestione dei rifiuti e lo smaltimento delle ecoballe.

Gia nel 2015 il sospetto di “un’alleanza” tra Forza Italia del Cavaliere Berlusconi e il PD del Governatore De Luca, così come paventato dal giornale Repubblica, per spartirsi (i partiti) i 300 milioni di euro messi a disposizione per lo smaltimento e la differenziazione delle ecoballe  stipate in quel di Giugliano e di Caivano.

“Secondo quanto scrive Repubblica nel business della rimozione delle ecoballe ha provato a infilarsi il consorzio Cite, che ha avuto un subappalto dalla Regione Campania la bonifica di due lotti di ecoballe. Cite, un nome che spunta in un’altra inchiesta sulla smaltimento rifiuti in alcuni comuni dell’hinterland napoletano. La stessa inchiesta su Cite evidenzierebbe legami del consorzio con due esponenti di spicco di Forza Italia: il coordinatore campano Domenico de Siano e il parlamentare Luigi Cesaro”.  (fonte)

Ricordiamo inoltre che lo stesso Luigi Cesaro fu indagato per presunti legami con la camorra, accusa di cui venne chiesta l’archiviazione.

I fratelli, Aniello e Raffaele, vennero arrestati con l’accusa di aver stretto un patto con un clan camorristico del casertano per orientare l’aggiudicazione di appalti con intimidazioni mafiose e reimpiego delle ingenti risorse economiche provenienti dai traffici illeciti del clan.

Non ultime le dichiarazioni di Gaetano Vassallo, l’imprenditore che per vent’anni ha gestito il traffico di rifiuti tossici per conto dei boss casalesi , chiama direttamente in causa i vertici campani di Forza Italia, quelli a cui Silvio Berlusconi aveva affidato proprio la pulizia di Napoli. Oltre al sottosegretario Nicola Cosentino, uomo forte del Pdl nella regione, il gran pentito dei rifiuti ha accusato anche il coordinatore del partito, l’onorevole Luigi ‘Gigi’ Cesaro. 

Ovviamente è fuori ogni dubbio che Luigi Cesaro fino a prova contraria sia una persona oltre ogni sospetto, almeno fino a quando non verranno provati intrecci e si avranno prove di quello che i giornali hanno affermato dal 2015 ad oggi.

Non voglio entrare nel tecnicismo della questione rifiuti, non sono un esperto e non interessa all’economia di questa mia riflessione, ci sono persone ben più preparate di me che possono meglio descrivere il funzionamento di un tritovagliatore  e il suo impatto sull’ambiente.

Fatto sta che, durante la campagna elettorale per le comunali, il presidente De Luca fu invitato dai suoi fans caivanese a discernere proprio sull’argomento e di promesse ne furono fatte più di una e nessuna è stata mantenuta, a iniziare dalla rimozione di quella vergogna esistente sul nostro territorio da più di una decina di anni.

In questo scenario, dove un “povero” Sindaco deve districarsi tra dirigenti comunali poco trasparenti, dissesto finanziario creato in anni di mala politica e mala amministrazione, avrebbe dovuto anche disbrigare le pratiche di una bagarre tra politici e affaristi che giocano con sulla pelle della gente.

Bene ha fatto, dunque, a tenere lontani i sospetti di interazioni poco chiare anche se intessete con la sua parte.

Le ecoballe restano un problema irrisolto  per Caivano, almeno fino a quando i detrattori della verità avranno voce in capitolo e proveranno a tirare il popolo per la giacca cercando di arrivare al loro stomaco con notizie e accuse che nulla hanno di autentico.

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