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Terremoto, 20 miliardi di niente

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Non bisogna paragonare i 20 miliardi dati alle banche con i fondi da destinare ai terremotati.

È uno sport facile concepire paragoni, va di moda, è l’effetto del dominio di un’informazione che viaggia alla velocità della luce, che non lascia scampo, spesso è nuda e cruda, altre volte è un fantoccio esposto alla pubblica derisione in modo esplicito, quasi voluto.

Così l’informazione diventa valvola di sfogo, come il calcio e lo shopping, un ammortizzatore sociale che placa la rabbia e la chiude a chiave dentro uno schermo.

Il trastullo del popolo, l’arena del XXI secolo, la cuccagna nella piazza Plebiscito, storiche memorie che ritornano e paventano nuovi totalitarismi.

Conviene fare i conti con la realtà, in questo mondo montato ad arte sul possesso, dove la moneta di scambio non è più la carta straccia del monopoli, ma la carne umana.

I 20 miliardi delle banche sono stati prelavati dal debito pubblico, così  dove verranno presi i soldi per i terremotati, e ci sono, per tutti, per istituti di credito e clochard.

Il problema è comprendere i limiti del sistema che l’uomo ha messo in piedi, un sistema che è contro chi lo ha ideato per la stessa sostanza di cui è composto, il niente!

Una serie di convenzioni che creano e distruggono la ricchezza, dal niente, perché nulla dovrebbe valere se non la vita umana, se non la realizzazione della felicità dell’uomo.

Il terremoto distrugge le famiglie, toglie il lavoro che sfama e nobilita, costringe alla resa un’intera generazione, eppure l’unico sdegno che riusciamo a esternare è quello rabbioso che ci spinge a un paragone impossibile, salvare le banche o gli uomini, come se gli uomini non fossero gli stessi che hanno creato il sistema economico su cui si fonda questa società malata e ormai incurabile.

Guardiamo da lontano, apriamo il borsellino per due euro, oggi è toccato a loro, domani saranno loro a indignarsi per i soldi dati alle banche e non a noi terremotati.

È l’uomo contro l’uomo, quello di sempre, Caino e Abele, e non si tocchi nessuno dei due.

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