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Tanti auguri,ma anche no…

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Oggi è il tuo giorno,Donna: hai ragione a storcere il naso,perché ogni giorno è il tuo giorno.Ma è come il Natale,la Pasqua,il Giorno della Memoria: per chi ha davvero fede,la resurrezione del Cristo non è mica la scampagnata fuori porta? Il ricordo, quello doloroso del tempo infausto, è monito della Storia impresso nella coscienza collettiva,non una scadenza del calendario… Dunque l’otto marzo è solo una buona occasione per riflettere; è sbattere i pugni contro il muro del silenzio,per scuotere le coscienze,o almeno una scrollatina…     Voglio allora farti dono, nel giorno della tua festa,della sincerità di un cuore semplice,dei dubbi banali che assalgono la mente dell’ uomo qualunque.Perché un uomo è piccolo:             affettivamente immaturo,emotivamente scontato,fondamentalmente stupido,non ce lo nascondiamo mica…                                                                                             Comprendo la tua esigenza di sentirti donna, il piacere di piacerti,la tua legittima pretesa d’essere giudicata per chi tu sia realmente  e ciò che davvero rappresenti, e non certo per come ti presenti: ma se mi mostri il perizoma, le tette,lo squarcio inguinale,la boccuccia a culo di gallina,ho serie difficoltà,poca testa e troppo testosterone, a pensare che ci sia ben altro, che si possa andare oltre la vanitosa ostentazione.Ti chiedo allora di fare uno sforzo,di non ignorare che esista quel linguaggio non scritto,banale e insulso,eppure così reale( e con la realtà bisogna pur confrontarsi): fatto di associazioni futili, di cliché lesivi della tua dignità, che conduce a giudizi affrettati e superficiali:un linguaggio che svela tutti i limiti emotivi,intellettivi e morali del maschio. Dovresti tener conto di quanto sia stupido il tuo interlocutore di diverso genere, e che se gli mostri le terga,se sminuisci il significato della conoscenza per estrema disinvoltura all’approccio,pur sforzandosi,questi  non riuscirà mai a giudicarti per la bellezza del tuo spirito,l’avvenenza del tuo pensiero.È desolante,lo so!         Non prenderne atto però non ti fa onore. Pretendere altro,consentimi,è condotta sprovveduta,o forse solo un atteggiamento ipocrita quanto autolesivo.                                   Non vorrei assolutamente mancarti di rispetto,ma assecondare l’uomo nella sua pretesa di mercificare il tuo corpo,di trasformalo in una desolante vetrina e mezzo per ottenere profitto, o tentare la scalata sociale,ti rende senz’altro corresponsabile di questo comune degrado: e non mi riferisco tanto alla pornografia ( che sfrutta donne che forse non hanno scelta… o forse esiste sempre una scelta?), ma ad ambiti “più nobili” della prostituzione, come l’industria dell’immagine,il mondo dello spettacolo,ad esempio, in cui la donna avvinta dalle proprie velleità artistiche,non indugia al più facile dei compromessi, e finisce per consegnare alla già distorta,gretta coscienza collettiva l’immagine della donna come oggetto all’incanto  ( e tante altre ad incensarla,o solo ad additarla per invidia…).                                               E quella donna,mettendo in vendita il proprio corpo, stabilisce inevitabilmente un prezzo alla dignità di ogni altra donna. La necessità del pudore, la coerenza del contegno, la consapevolezza del proprio ruolo sociale, la difesa della propria identità di genere non rappresentano dei meri imperativi etici,ma una drastica misura di autotutela in un mondo popolato da tanti maschietti insulsi.Donna, bella, straordinaria,sempre unica, amica o compagna di vita, guida e madre,tuo è il ruolo più complicato,il compito più arduo: crescere il maschio,(figlio, amico, marito) educarlo, e far di lui un uomo vero:che conosca la sintassi dell’amore e la grammatica del rispetto,e  sappia rivolgersi a te con nuova dignitosa consapevolezza.  Perché forse,dietro  ogni piccolo maschio che pensa sia giusto  mancarti di rispetto, si cela il fallimento di  una donna.

 

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