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Flop del M5S alle amministrative, noi di MINFORMO ve l’avevamo detto!

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Ci siamo presi improperi di ogni genere, solo per aver esternato un’opinione sulla mancanza di competenze di quella che dovrebbe essere la classe dirigente del Movimento 5 stelle sui territori locali campani, specialmente quelli a Nord di Napoli. E’ impensabile che un movimento o un partito possa governare tranquillamente il Paese senza esprimere abbastanza sindaci sui territori locali, è quanto sta accadendo proprio al Movimento 5 stelle che stenta a selezionare reali competenze all’interno delle istituzioni e la dimostrazione di quello che diciamo è sotto gli occhi di tutti con il risultato ottenuto ieri alle amministrative.

La Democrazia partecipata all’interno del Movimento 5 stelle si è andata a far benedire, ma questo non è detto che la stessa non funzioni anzi, il risultato di ieri testimonia proprio che la massa è intelligente, al contrario di quello che asseriscono i tifosi talebani del Movimento, l’elettorato passivo non ha premiato il Movimento proprio perché lo stesso non esprime abbastanza competenze sui territori, per la maggior parte dei comuni i candidati del Movimento nessuno li ha mai visti per strada, nessuno li ha mai visti fare un’azione politica degna di nota e la storiella del “contano i programmi e no le persone” vale fino al punto che chi deve attuare un programma, deve dimostrare, sul campo, di saperlo attuare, di saper amministrare, ma soprattutto, almeno per le nostre zone, deve dimostrare di aver abbastanza “cosiddetti” da non aver paura di ritorsioni o minacce. Purtroppo la mancanza di Politica sui territori campani si sentiva e la gente lo avvertiva, il Movimento oggi, purtroppo attinge la propria classe politica ancora dai meetup che un tempo dovevano essere fucine di idee innovative da mettere in atto solo ed esclusivamente per il bene pubblico, oggi invece, con l’avvento del famoso 30%, sono diventati fucine di selfisiti e leccaeletto, vere e proprie vetrine per deputati e senatori, l’azione politica più pericolosa che un meetup possa mettere sul campo è un evento dedicato alla pedofilia o al bullismo, invitare l’eletto di turno che nel frattempo è passato ad uno stato di grazia per merito della distinzione fatta dal duo Fico-Di Battista nella lettera del 25 Luglio 2015, leccarlo abbastanza e accreditarsi come futuro candidabile per una certificazione della lista certa, avallata dal regionale, deputato o senatore che sia. Per carità nulla in contrario al fatto che si vuole informare il territorio su problemi seri come la pedofilia o il bullismo, ma purché queste persone che li organizzano, abbiano almeno quei famosi “cosiddetti” di individuare tale problema sul territorio, raccogliere testimonianze, formulare denuncia in Procura e organizzare un meeting per comunicare azioni politiche fatte ed eventuali soluzioni ideate.

Tutto questo sui territori campani non succede, l’eletto o elevato, fate vobis, di turno arriva sul territorio si fa la sua bella campagna elettorale per le prossime politiche sul blog, parla delle cose che fa o non fa sugli scranni di Roma, del territorio nel quale è stato invitato non conosce una beata mazza, la poca gente presente lo ascolta e si domanda: Ma cos’ha detto che farà per la nostra città? Ecco sono tutti questi vuoti, queste incongruenze che non riescono a far si che il Movimento conquisti i voti degli indecisi, degli scettici o dei neutrali.

Un’altra pecca del Movimento è che la gente comune, che poi è quella che alla fine si vede tra i candidati, non riesce ad avere un’analisi critica oggettiva e non riesce a creare un discernimento, addirittura sui social alcuni tifosi inneggiano alla vittoria, solo perché fanno il confronto con quello che non c’era, è come se io ad un anno di età festeggiassi la maggiore età solo perché nell’anno precedente non esistevo, è da stupidi più che da grillini fare questo tipo di analisi, addirittura ci sono stati pseudoattivisti che il massimo che fanno e azionare le dita sulla tastiera, che scimmiottando le nostre tesi asserirono che il Movimento a Nord di Napoli avrebbe stravinto solo perché i candidati delle liste erano preparati e rispondevano a tono su quello che faceveno i Di Maio e Di Battista a Roma. Ecco questo è il suicidio del Movimento se subito non si corre ai ripari e non si ritorna a quel famoso 1 vale 1 dove l’eletto era il portavoce e non era altro che un semplice cittadino entrato nelle istituzioni senza vincolo di mandato e che doveva portare avanti le istanze della base, a tal proposito mi domando: che fine ha fatto il tanto agognato recall? Il Movimento non avrà mai abbastanza numeri per governare i comuni.

Bisogna fare un bagno d’umiltà, quel 30% ha dato alla testa a tutti, ha permesso che oltre i cittadini nella classe politica del Movimento entrassero anche ignoranti e fannulloni, bisogna invertire questa rotta, l’idea di Casaleggio è troppo bella per darla in pasto ai porci, è ora di cambiare assolutamente modalità di selezione della propria classe dirigente.

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