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I potenti, i servi-potenti e i servi-pastori

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Da qualche mese a questa parte faccio fatica a dare una mia opinione sulle questioni; divento sempre più afona, come se “qualcuno” avesse deciso di togliermi la voce.
Il mio interesse per la Madre Chiesa e i figli di Dio, non è comunque calato; ma se prima era più facile, per me, parlarne e discuterne, adesso sento un silenzio diverso, come fosse la spinta a una nuova ricerca, che esclude il chiacchiericcio e fa spazio alle cose vere, alle cose umane.
Per cui non mi interessa proclamarmi cristiana e cattolica, ne mi interessa se gli altri lo sono, o se sono pentastellati o piddini. Credo che, in fondo, questo viaggio terreno ci stia dando solo e semplicemente la possibilità di stare in pace con gli altri -e che il rapporto con il prossimo sia un’occasione per capire meglio noi stessi, nella buona e nella cattiva sorte.

La Madre Chiesa è santa, unica, universale, ma anche apostolica: significa che non è un’istituzione che vive di ideali, di ideologie, ma di fatti concreti, di esperienze dirette, di sangue e carne, di vita quotidiana. Apostolo, vescovo, cardinale, sacerdote, papa, fedeli: queste sono solo parole. Ma se per un attimo abbandoniamo l’autoreferenzialità e riflettiamo sulle “interazioni” che queste parole comportano, in men che non si dica avremo chiara la realtà, i nostri occhi si risveglieranno da una lunga, pregressa, cecità.

Il cardinale, per esempio, è il cardine intorno al quale gira la Chiesa cattolica. Proprio per questo non è un potente, non è padrone di nulla, non è un attivista e non è un presentatore televisivo, ne un attore che recita negli spot. Allo stesso modo il papa, i sacerdoti, i fedeli, sono prescelti da Dio non tanto perchè grandi illuminati e perfettissimi, quanto perchè deboli peccatori, che si riconoscono in quanto tali.

Io rientro nella “categoria” dei peccatori fedeli, non sono un sacerdote, non sono il papa, non sono un cardinale. Eppure posso essere tutte queste cose insieme, perchè in fondo significano tutte la stessa cosa: servo di Dio.

Figlio, di Dio.
Come tutti coloro che intraprendono una strada difficile e legata a Gesù Cristo, ho ricevuto insulti; parole poco ortodosse; il chiacchiericcio della gente e tutte le critiche di questo mondo, anche costruttive…ma non ho mai denunciato nessuno, mi sono sempre chiesta il perchè delle cose; ho sempre pensato che la pazienza, il dialogo, il perdono, l’amicizia, l’amore fraterno siano una vera medicina per se stessi e per quelli con cui ci si relaziona. Forse perchè ricevere critiche quando sei un personaggio “famoso”, mediaticamente in vista, è diverso che riceverle da semplice fedele, buttato lì, tra puzza di mondezza e un caldo infernale. Dirò di più: quando sei un semplice fedele e non un potente sacerdote, anche le minacce al telefono passano in secondo piano.
Forse perchè questo mondo è proprio ingiusto, disumano, freddo?
No. Non ci crederò solo perchè qualcuno di questi servi ha voluto essere il padrone nonostante fosse conscio che vi è un solo Padrone: il più servo di tutti.
Si può essere “servi-pastori”, ma non “servi-potenti”; ci si può sedere per parlare, confrontarsi, confessarsi; ci si può incontrare per la santa messa e per l’eucarestia – e non dirò che “tutto questo sembra ormai un vano ricordo”; perchè io ci credo: dentro di me vincerà il servo, l’umile; non il potente, non colui che esercita il proprio potere vano e passeggero.
Il potere di questo mondo.

-La Pucelle

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