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AFRAGOLA, il manifesto della maggioranza toglie ulteriore credibilità ai moderati

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AFRAGOLA – Non si è fatta attendere la risposta della maggioranza al manifesto affisso dai sostenitori di Enzo Nespoli, una risposta che denota una bassa conoscenza della comunicazione in entrambi le fazioni. Il manifesto è un mezzo di comunicazione che ha una percentuale bassissima di diffusione rispetto ai più moderni mass media, ma evidentemente chi cura la comunicazione nella maggioranza o chi invece ha la presunzione di capirne qualcosa in chi appoggia tali scelte, non ha mai compreso gli effetti di internet sulla popolazione. Se solo andiamo a sbirciare su Facebook, il principale mezzo di fruizione dell’informazione online, vediamo che le fanpage di due dei tre partiti o gruppi che hanno redatto il manifesto sono completamente abbandonate mentre quella dell’UDC è addirittura inesistente e questa la dice lunga sulla lungimiranza e il senso di innovazione che hanno questi “dinosauri” della politica.

Il manifesto è stato redatto con la speranza che la cittadinanza afragolese potesse recepire quali fossero le reali intenzioni della maggioranza circa l’adozione dello SPRAR in termini di accoglienza di immigrati e/o rifugiati. Con questo manifesto chi governa Afragola ha tenuto a precisare che in realtà non ci sarà alcuna spesa per il Comune di Afragola né tanto meno aumenterà il numero degli immigrati sul territorio, cosa alquanto strana che non giustificherebbe poi l’adozione di tale mezzo.

Ma senza entrare nei meriti della questione perché non vuole essere questo il senso dell’articolo, analizziamo il dato politico che emerge dal Manifesto: I tre simboli sotto riportati sono quelli del PD, “A viso aperto” e UDC. Ora premesso che a più riprese il capogruppo di “A viso Aperto” Gennaro Giustino ha lasciato intendere che la sua avventura in questa maggioranza volgeva al termine, parole giustificate anche dal fatto che si sta cercando di creare a tutti i costi una coalizione di moderati che ingloberebbe anche la consigliera Acri, Caiazzo, De Stefano, Falco e lo stesso Perrino, così come testimoniato da quella famosa cena in un noto ristorante di Torre del Greco, non si capisce da un lato perché si continua ad appoggiare idee non condivise e dall’altro lato con quale idea o pensiero si autorizzi a mettere il proprio logo sotto un manifesto che nella prima parte recita: “Le Menzogne della Destra”.

Partendo dal presupposto che di sinistra quel manifesto ha ben poco, a partire dal logo del PD, che per l’occasione è rappresentato solo da una parte di consiglieri usciti fuori dalle urne, per finire agli altri due logotipi che per quanto riguarda “A viso Aperto” si colloca proprio verso il centro destra più moderato, non a caso si chiamava governo di larghe intese, tanto è vero che si cerca tra le future alleanze quelle di Perrino che rappresenta l’altro logo -UDC- che ha governato Afragola fino all’ultimo con Nespoli e quelle di Acri e Caiazzo anch’essi di destra. Quindi la domanda nasce spontanea: Se Giustino non sta applicando la politica dei due forni (quel tipo di politica che accusava all’ex sindaco Nespoli) a chi si riferisce quando gli dà del menzognero, anche ad Acri, Caiazzo e De Stefano? O i consiglieri diventano di destra o sinistra a seconda se sono alleati o meno? Ma soprattutto, nel momento in cui si scrive “Le menzogne della Destra” si è davvero convinti di essere di sinistra? Se è si come si pretende di essere credibili in una ipotetica alleanza con una parte della destra?

Quindi quello che si chiede maggiormente al consigliere Gennaro Giustino che in più occasioni non ha nascosto di nutrire l’ambizione di candidarsi a sindaco della città, è quello di essere chiaro e trasparente, prendere soprattutto sin da subito posizioni, perché così facendo non si fa altro che perdere credibilità sul territorio. E poi fare questi tipi di giochini non è affatto edificante per colui che si appresta a governare una città di circa 65.000 abitanti.

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