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AFRAGOLA: Contro il sistema, per ribadire il sistema, si può anche saltare la staccionata

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Premetto che quello che sto per scrivere è solo una mia opinione e che non vuole in nessuno modo prevaricare sulla stampa locale afragolese che vive il territorio da anni e, molto meglio di me, potrebbe essere in grado di analizzare il quadro politico attuale nella cittadina di “bassoliniana” memoria.

Si sa, però, che spesso per avere una visione d’insieme bisogna porsi lontano, così che si possa riuscire a inquadrare tutto il panorama per meglio discernere i pro e i contro di ciò che si vuole analizzare.

In pratica, sia per la mia distanza dalla politica della cittadina, sia perché è da poco tempo che provo interesse per il sistema afragolese, userò il binocolo, e non me ne vogliano coloro a cui darà fastidio il mio punto di vista per quanto sbagliato possa essere ai loro occhi.

Si sa, la politica è anche l’arte di convincere un semplice cittadino come me che le cose si fanno per il bene della comunità e non per un mero tornaconto personale in termini di voti, prestigio o potere.

Ma veniamo ai fatti.

L’attuale amministrazione viene dall’aborto elettivo che fu quello di Nespoli, ex Senatore della Repubblica, che pare riciclasse qualche soldino che si ritrovava a caso nelle tasche.  Vincenzo venne condannato a 5 anni di reclusione e ad altrettanti di interdizione dai pubblici uffici.

La maggioranza di allora era rappresentata, tra gli altri, da Cristina Acri, Tommaso Bassolino, Aniello Baia, Raffaele Fusco e Antonio Caiazzo, nomi da tenere a mente perché alcuni di essi li prenderò in considerazione nell’esposizione di questa mia umile opinione.

Il successore di Nespoli si chiama Tuccillo, il quale fu in competizione con Pannone e riuscì a primeggiare grazie all’appoggio “incondizionato” di Gennaro Giustino, esponente e capogruppo di “A Viso Aperto”, lista indipendente moderata del panorama politico-circense della “capitale” dell’area a nord di Napoli, che ebbe a definire gli ormai ex consiglieri della giunta Nespoli come “uomini del sistema”.

Il carrozzone che fu armato includeva tutti, Giustino e i suoi alleati pescarono a destra e a manca, tra le liste civili e barbare, per gareggiare contro quelli che lui stesso distinse come “Sistema Nespoli”.

Oddio, niente di più nobile e dignitoso, onesto e moralmente corretto, roba che solo un politico attento alle esigenze degli elettori, avrebbe potuto ideare.

Tuccillo intanto, preso possesso della fascia tricolore, si da fare per mettere in piedi una giunta che fosse quanto più vicina alle esigenze della città.

La sua mossa intelligente fu quella di chiamare alla sua corte una flotta straniera di Assessori, che a volerne cercare uno a Km zero si deve andare nella vicino Caivano con l’Assessore ai lavori pubblici e al cimitero, un tale Luigi Sirico, eletto consigliere in minoranza nel suo comune per essere stato candidato Sindaco della coalizione di sinistra capeggiata dal PD.

Per carità, gente sveglia e preparata, con tanta voglia di fare ma che, allo stato dei fatti, ben poco hanno dato come valore aggiunto alla cittadina dell’alta velocità.

Tanto per nota, per l’approvazione del bilancio si dovette fare ricorso al’indipendente Raffaele Falco, consigliere, sempre della maggioranza, proveniente dalle fila ci A.N. e fedelissimo di Pina Castiello, salito alla ribalta della cronaca per una brutta storia che non sto qui a raccontare. Falco di nome e di fatto, visto che aveva resistito fino a un attimo prima dell’approvazione del bilancio perché non avevano incluso nel pacchetto promozionale dell’azienda venditrice la prebenda da lui richiesta e che poi, misteriosamente, forse per il gesto involontario di qualche presente di sfregare il pollice l’anulare e l’indice, cedette e pose il suo marchio sulla delibera del consiglio.

Accortosi del fallimento del “progetto“ Tuccillo, Gennaro Giustino, avendo a disposizione un solo anno – l’ultimo – per riparare al danno di una giunta divenuta una vera Babilonia e per evitare di buttare al vento il suo sforzo per radicarsi politicamente sul territorio, inizia a voltare lo sguardo verso gli “uomini del sistema”, gli stessi che il buon consigliere aveva attaccato, in modo anche feroce (Ricordo che definì la Acri “un caso morale”).

Ricordate i nomi che vi ho chiesto di tenere a mente?

Nel caso ve ne foste dimenticati li riscrivo.

Cristina Acri, Tommaso Bassolino, Raffaele Fusco e Antonio Caiazzo, gli stessi che si ritrovarono nell’amministrazione Nespoli e che oggi vorrebbero, insieme a Gennaro Giustino, concorrere al governo della città in contrapposizione a Pannone e Giacco che con Pina Castiello e la regia di Nespoli proveranno a riconquistare il banco della maggioranza.

In pratica per combattere il sistema Giustino si affida agli uomini del sistema, un ossimoro che sotto un certo verso farebbe sorridere se non ci fossero di mezzo le sorti di una città e di un popolo stanco di attorcigli e pianificazioni che portano al nulla in termini di servizi e benessere.

Se non stai da una parte o dall’altra della barricata, sei la barricata, diceva Lenin.

Saltare da una parte all’altra della barricata, aggiungo io, significa che si vuole cercare un posto al sole dove godere dei suoi raggi lasciando il cittadino bisognoso all’ombra.

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