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La Lega si affida a Vincenzo Nespoli. L’ex senatore mette le “mani” sul partito in Campania

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La Lega “torna” nelle mani di Vincenzo Nespoli. Nella giornata di ieri il coordinatore regionale Nicola Molteni (o chi per lui) ha nominato i nuovi coordinatori provinciali. Basta dare uno sguardo ai nomi per valutare il “volto nuovo” del Carroccio in Campania. E comprenderne la collocazione politica. Ma andiamo con ordine. Partiamo dalla provincia di Napoli. Qui il partito di Salvini si affida a Vincenzo Catapano. Sindaco di San Giuseppe Vesuviano al secondo mandato, il primo cittadino sangiuseppese è un fedelissimo dell’ex senatore afragolese nell’area vesuviana. All’indomani della rielezione avvenuta nel 2017, Catapano aderì ufficialmente al Carroccio. E da quel momento, inutile nasconderlo, è cominciata una scalata nel silenzio all’ombra dell’ex parlamentare An. Dopo il tracollo elettorale alle Europee nell’hinterland napoletano (un misero 13% rispetto alla media regionale e provinciale), la bocciatura sembra un fatto ormai acclarato. Un fallimento elettorale nonostante un partito col vento in poppa. I vertici romani sono (almeno a parole) perplessi e dubbiosi. Ma nonostante tutto, oltre i fallimenti e le mezze verità, la Lega “premia” Catapano nominandolo coordinatore provinciale. Un mistero. Capitolo Caserta.

In Terra di Lavoro è confermato Salvatore Mastroianni. Altro fedelissimo di Enzo Nespoli. Alle ultime elezioni provinciali il Carroccio ha eletto 2 consiglieri in Assise. Di cui uno riconducibile al reggente leghista originario di Santa Maria Capua Vetere (l’altro è espressione del consigliere regionale Alfonso Piscitelli). Sonora bocciatura per Valentino Grant, eurodeputato leghista originario di Casagiove nonché fra i papabili a ricoprire tale carica. Su Salerno il partito si affida a Nicholas Esposito, ex coordinatore della Lega Giovani in Campania e fedelissimo di Gianluca Cantalamessa, deputato leghista napoletano nonché Presidente del partito in Regione. In realtà non si comprende fino in fondo il motivo di tale scelta. Quasi a voler “regalare” la provincia salernitana a De Luca. Nonostante l’elezione al Parlamento Europeo di Lucia Vuolo, eurodeputata leghista originaria di Pagani. Una nomina che puzza di bocciatura per Cantalamessa (e per la stessa Vuolo, estromessa da ruoli politici nella sua area di riferimento) che solamente qualche mese fa era coordinatore campano. Salvo ritrovarsi con una carica onorifica più che politica. Buona solo per le targhette. Un fallimento senza appello, inutile girarci intorno. In provincia di Benevento il nuovo reggente è Luca Ricciardi, ex consigliere comunale An a Benevento ed ex consigliere provinciale Pdl.

Alle ultime elezioni europee il Carroccio è stato il primo partito in provincia. Un dato importante che ha indirizzato Molteni a confermare Ricciardi alla guida del timone leghista. Ad Avellino arriva il senatore Pasquale Pepe (Vice Presidente della Commissione Antimafia). Originario della Basilicata, Pepe è attualmente sindaco di Tolve, suo paese natale di circa 3mila abitanti situato in provincia di Potenza. Anche qui risulta difficile comprendere il criterio di selezione. La Lega si affida ad un senatore lontano dalla provincia avellinese. Probabilmente sconosciuto persino ai militanti della Lega stessa. Anche se la frittata è fatta. Le nomine di Molteni (o chi per lui) stabiliscono alcuni criteri politici difficili da sconfessare. Oltre le chiacchiere e le ombre. Nonostante i risultati discutibili in terra napoletana, il Carroccio in Campania si affida a Enzo Nespoli. Napoli e Caserta sono nelle mani di due fedelissimi (Catapano e Mastroianni) dell’ex leader di An. Le due province insieme circa 4 milioni di abitanti (oltre un milione a Napoli e quasi un milione a Caserta). Ovvero il 60% dell’intera popolazione campana (6 milioni circa). In altre parole il vero bacino elettorale che storicamente determina le elezioni regionali. Che rappresentano il vero obiettivo a medio termine del partito di Salvini.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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