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CAIVANO. Casa famiglia distribuisce cibo e bevande ai bisognosi ma il codice dei contratti non lo prevede

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CAIVANO – Unico baluardo di vigilanza sul territorio, a quanto pare, è rimasta solo una parte di stampa che non si arrende al “sistema”. Un sistema marcio che alimenta commistioni tra politica e clientele ha fatto si che non nascesse un nuovo modus operandi sul territorio e a raccogliere consensi fossero sempre gli stessi personaggi che hanno saputo mettere le mani all’interno dei settori.

Nel mio ultimo editoriale, ho già avuto modo di evidenziare come alcuni politici sul territorio, in barba all’emergenza che stiamo vivendo, fossero tutti attenti a propagandare la propria candidatura a mezzo Facebook, in dispregio anche alle più banali regole di buon senso che questo periodo drammatico richiede.

Questa volta invece, alcuni interrogativi, nascono proprio da un settore molto avvezzo alle clientele e del quale la magistratura già se ne è occupata svariate volte, ossia le Politiche Sociali.

È notizia di pochi minuti fa, quella nella quale la Coop sociale “Il Tempio della Felicità di Mary” di via Risorgimento, dove ragazzi e responsabili stanno organizzando una distribuzione di beni di prima necessità per le persone bisognose e che a partire da domani sarà avviata la distribuzione presso la propria sede.

Premesso che distribuire beni di prima necessità a persone bisognose, specie in questo periodo, è un gesto encomiabile ma c’è anche da dire che le cose dovrebbero essere fatte con metodo e nei termini della legalità ed è proprio in base a questi due valori che ci sorgono vari dubbi.

La cooperativa gode di autorizzazione per servizio residenziale minori (casa famiglia) e non per somministrazione di cibo e bevande. Gli assistenti sociali hanno solo l’obbligo di vigilanza sul territorio associato. Tutto questo è regolato dall’Ambito 19 di cui la cooperativa sociale di cui sopra ne fa parte.

Ora le domande che sorgono spontanee sono: Premesso che il codice dei contratti dell’Ambito 19 non deroghi sotto questo punto di vista, con quali deroghe la cooperativa è autorizzata alla somministrazione di cibi e bevande? Chi e secondo quale criterio si stabilisce chi sono i bisognosi? Siamo sicuri che nell’iter adottato dalla cooperativa sociale non si va ad intaccare la privacy di qualcuno? Chi controlla la conformità dei cibi e con quale autorità?

Ecco, questi sono solo alcuni dei tanti interrogativi che possiamo porci, onde evitare che da una giusta causa ne possa scaturire un’altra che potrebbe far più male che bene al territorio, specie se dietro queste azioni, si dovesse scoprire che ci sono ben altri interessi.

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