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CAIVANO. Altri misteri e altri soldi pubblici sprecati sulla gestione dei buoni pasto

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CAIVANO – Il mistero intorno alla gestione dei ticket buoni pasto si infittisce sempre di più. Dopo la determinazione di € 1600 circa per la stampa dei buoni cartacei, due giorni fa spunta un’altra determinazione di € 1220,00 compreso Iva per l’acquisizione di una licenza d’uso della piattaforma web “unbuonoperte.com” e per il caricamento massivo dei beneficiari ed esercenti. (scarica qui la determina)

Praticamente è la stessa piattaforma acquistata dal Comune di Cardito e grazie alla quale si è portata avanti l’assegnazione e la distribuzione del buoni pasto nella totale trasparenza e senza polemiche. Evidentemente qualcuno avrà fatto notare l’esistenza di tale piattaforma alla dirigente Ponticelli, peccato però che la segnalazione sia arrivata in ritardo, dopo aver speso 1600 euro di stampa cartacea. Meglio tardi che mai potrebbe dire qualcuno. L’importante è risolvere la questione e distribuire i buoni pasto lontano da ogni sospetto.

Peccato però che i buoni pasto, chissà per quale motivo, si è deciso di non distribuirli per via telematica così come fatto a Cardito ma consegnare a domicilio i ticket stampati.

Perché quest’ennesimo dietrofront? Perché dopo che si è permesso di fare assembramenti fuori il cancello del settore Politiche Sociali, dopo aver affisso una graduatoria prima di pubblicare il disciplinare solo con numeri di protocollo e consentito un’ulteriore coda con conseguenti assembramenti all’ufficio protocollo per quelle persone che non avevano mai ricevuto o dimenticato il numero, quando si aveva la facoltà di fare le cose senza uso di persone o consegne a mano si è invece deciso di consentire la strumentalizzazione sul territorio alla vista di alcune figure in giro, oltre le guardie ambientali, a distribuire i buoni pasto?

Alcuni dubbi sorti sul territorio

Confusione ai massimi livelli dettata da cosa? Inefficienza, incapacità o visione distorta di un’emergenza senza precedenti? Una sola cosa è certa, al di là dei sospetti di clientelismo che possono accompagnare tale procedura, c’è stato uno spreco di denaro pubblico e un ritardo che si poteva evitare.

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