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CAIVANO. Smantellate le grate al Parco Verde ma l’assenza dello Stato resta

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Un grande spiegamento di forze dell’ordine per smantellare le grate abusive che blindavano gli appartamenti del Parco Verde di Caivano, diventati veri punti di smercio di sostanze stupefacenti.

Gli uomini del Commissariato di Polizia di Afragola, i militari della Tenenza di Caivano e della Compagnia di Casoria, congiuntamente al Reparto Prevenzione Crimine Campania, del Reparto Mobile di Napoli, del X Reggimento dei Carabinieri, dei Vigili del Fuoco e della Polizia Municipale di Caivano, hanno lavorato intensamente per lanciare un segnale chiaro alla criminalità organizzata, individuando e smantellando le opere abusive quali grate e impianti di videosorveglianza.

Un segnale chiaro lanciato ai narcotrafficanti: LO STATO C’E’!

Peccato che ad esserci ci sono solo isolate operazioni di repressione ordinaria, che tutto ripristinano tranne che la legalità.

Il Parco Verde di Caivano è indubbiamente la più importante piazza di spaccio d’Europa, fulcro di ogni tipo di attività illecita e criminale, ma è anche un agglomerato urbano dove il diritto all’istruzione, il diritto alla casa, il diritto alla salute, il diritto allo sport, il diritto al gioco sono costantemente negati ai tanti anziani, ai tanti giovani, ai tanti bambini, ai tanti uomini e donne perbene che popolano quelle case.

Un agglomerato dove lo Stato si fa sentire solo con arresti e attività repressive, uno Stato che si fa sentire solo ai criminali, lo stesso Stato che è completamente assente per i cittadini perbene, per quei cittadini che chiedono che vengano ripristinati i requisiti minimi di abitabilità e di salubrità degli immobili, di vivibilità dei pochi spazi verdi presenti all’interno dell’area e degli impianti sportivi.

Si faccia attenzione, non stiamo muovendo una critica nei confronti di quanto fatto stamane, anzi ce ne fossero di più di operazioni simili, vogliamo solo evidenziare che uno Stato non può essere presente solo in questi momenti.

Il Comune di Caivano nel 2019 effettuò alcuni lavori di ripristino dei locali ex Ig.i.ca. con l’intenzione di metterci all’interno, come suggerito dal Dott. Pietro De Rosa (delegato della Commissione Straordinaria), il Forum dei Giovani o, in alternativa, una sezione distaccata della Polizia Municipale. Da allora, effettuati i lavori e sperperato il danaro pubblico, i locali giacciono completamente chiusi. Una delle solite farse di questa amministrazione commissariale.

Bisogna rendere vivibile l’intero parco, riportando servizi e presenza quotidiano dello Stato. Urge riappropriarsi di ogni centimetro quadrato, perché solo sottraendo spazio al degrado si può ripristinare un forte senso d’identità e di legalità.

Antonio Annavale, Presidente dell’Associazione “Diritti Sociali”, ai nostri microfoni dichiara: “Ben vengano operazioni di ripristino della legalità come quelle di questa mattina, ma il Parco Verde ha bisogno di sentire lo Stato presente ogni qual volta i cittadini perbene che pagano regolarmente i canoni al Comune di Caivano lamentano la presenza di tetti di amianto mai bonificati, di infiltrazioni d’acqua dalle soffitte e dalle pareti, di immobili fatiscenti e deperiti. I cittadini chiedono allo Stato di intervenire sugli immobili permettendo di vivere in una maniera dignitosa. Come Associazione abbiamo sempre denunciato tale assenza e continueremo a denunciarla ogni giorno. Il Parco Verde non può e non deve balzare alle cronache solo per queste operazioni”.

Anche Luigi Sirletti, dell’Associazione “Un’Infanzia da Vivere”, ci tiene a precisare “non posso che compiacermi del fatto che le istituzioni compiano il loro dovere sul territorio, per salvaguardare il pubblico interesse, ma il Parco Verde ha bisogno di  azioni di bonifica all’impianto fognario, della riparazione delle perdite d’acqua, la riqualificazione di punti di aggregazione per i giovani, tutte attività che infondono fiducia nei cittadini che possano finalmente credere che sia possibile migliorare la qualità di vita del nostro quartiere”.

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