POLITICA

Cara Giorgia Meloni, Imagine di John Lennon è solo un’opera d’arte.

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I politici tendono a vedere ogni aspetto della vita in termini di ideologia, appunto, politica. Hanno una deformazione professionale smisurata fino a sembrare spesso tonti. Allora capita che si definisca, per esempio, la canzone “Imagine” di John Lennon come “un inno alla omologazione mondialista”. Che paroloni. Lo ha detto Giorgia Meloni, presidente del partito Fratelli D’Italia, mentre era ospite su La7 alla trasmissione “In Onda” condotta da Luca Telese e David Parenzo.

Ma facciamo un passo indietro, c’è un precedente. Risale al gennaio dell’anno 2016 e riguarda un altro politico, della Lega questa volta. Susanna Ceccardi, europarlamentare ed ex Sindaco di Cascina (Pisa), è stata più esplicita della Meloni e, sempre in qualità di ospite alla trasmissione di Telese e Parenzo, ha chiarito la genesi di un post scritto da lei su Facebook quando era consigliere di opposizione nella sua cittadina, con il quale definiva la canzone di Lennon come “comunista”, aggiungendo che “le parole sono aberranti“.

Questo il post della Ceccardi.

Ora, la questione che mi pongo è questa: è mai possibile che un’opera d’arte, sia essa una scultura, un quadro, una poesia o una canzone, debba essere vista in termini di ideologia politica?

Divertito dall’episodio della Meloni e anche dalla simpatica canzoncina che gira in rete (la trovate a questo link) ho deciso di chiamare Michelangelo Iossa che qualche competenza in merito (lui) ce l’ha per esprimersi sulla questione, poiché oltre ad essere un professore universitario presso il Suor Orsola Benincasa di Napoli, oltre ad essere uno scrittore e un giornalista, è fra i massimi esperti dei Beatles in Italia, avendo pubblicato ben sette libri sull’argomento.

Prima di proseguire, però, voglio chiarire un concetto: lo scrivente ha delle idee politiche proprie ben lontane dalle ideologie di sinistra, anzi, tutt’altro. Ciò per spegnere sul nascere eventuali deliri di tifosi invasati, seguaci dell’una o dell’altra parte.

E insomma, all’amico Michelangelo, ho chiesto cosa ne pensasse delle affermazioni di Giorgia Meloni. Vi riporto direttamente quanto ha detto.

«Nella sua ultima intervista rilasciata proprio la mattina del giorno in cui poi sarebbe stato assassinato, l’8 dicembre del 1980, andata in onda alle 10:00 del mattino su RKO Radio, John Lennon, fra le altre cose, parla anche di “Imagine”.  L’autore spiega la genesi del famoso brano, dicendo che esso nasce fondendo i contenuti già presenti in altre due sue due canzoni, Give Peace a Chance” e “Working Class Hero”, con alcuni componimenti poetici haiku giapponesi, elaborati dalla moglie Yoko Ono nel suo libro “Grapefruit”, pubblicato in prima edizioni nel 1964 e, infine, per sua ammissione, il manifesto del partito comunista marxista. Ma è chiaro che poi ne ha tratto un’opera d’arte che non ha nulla di politico».

Sempre secondo Michelangelo, difatti, ma condivido in pieno il suo punto di vista, «non è possibile analizzare una canzone con il metro della politica poiché non esprime indicazioni ideologiche ma soltanto un punto di vista individuale, ossia, quello dell’artista Lennon che guarda alla vita artisticamente e non politicamente. Probabilmente – spiega meglio Michelangelo – se a Lennon avessero detto di aver composto un “inno pacifista”, anche in quel caso, si sarebbe messo a ridere. Imagine è semplicemente una riflessione personale dell’autore sull’umanità, null’altro».

Fra le altre cose, Imagine, è diventata una icona, un inno alla pace, e lo stesso Lennon indicato come un pacifista. Ma Lennon non aveva alcuna intenzione di essere considerato un “santo” o un guru”, semplicemente perché non lo era.

Michelangelo, poi, nel ribadire questo concetto, mi spiega che lo stesso Paul McCartney ha sempre invitato chiunque a non considerare John Lennon come un “Martin Luther Lennon” perché lui, John, non lo avrebbe né voluto né apprezzato.

«Dunque, Imagine» riprende Iossa con un tono divertito «sembra essere una canzone buona per ogni occasione: cadono le Torri Gemelle e suonano Imagine come sottofondo; si inaugurano le Olimpiadi e suonano Imagine in sottofondo; si parla del Covid19 e mettono Imagine come sottofondo nei servizi giornalistici. Hanno creato un grande equivoco poiché Imagine è, molto più umilmente, l’espressione, il sogno di un artista. In sintesi, Giorgia Meloni, sbaglia totalmente nel considerare un brano, che ha una genesi anche molto complessa, come se fosse un manifesto politico. La sua considerazione è proprio fuori fuoco, sfocata».

A queste parole mi sento di aggiungere: miope, ristretta. E Michelangelo opportunamente aggiunge: «Ma anche inutile al vero dibattito politico che deve occuparsi di leggi, di decreti, di altro».

Beh, cosa dire ancora? Ci auguriamo solo che i politici, tutti i politici, leggano di più e si occupino maggiormente di cultura, della loro cultura personale, evitando scivoloni davvero fuori luogo.

Ma per il resto lasciamo parlare direttamente l’ex Beatles con le sue parole. Vi riporto di seguito il testo tradotto in italiano della sua canzone tanto discussa, sperando che Giorgia Meloni, e tutti gli altri politici, lo leggano con uno spirito libero dal fanatismo ideologico.

(© Andrea Auletta)

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Imagine, di John Lennon – Testo tradotto in italiano.

(Immaginate)

Immaginate che non ci sia alcun paradiso
Se ci provate è facile
Nessun inferno sotto di noi
Sopra di noi solo il cielo
Immaginate  tutta le gente
Che vive solo per l’oggi

Immaginate che non ci siano patrie
Non è difficile farlo
Nulla per cui uccidere o morire
Ed anche alcuna religione
Immaginate tutta la gente
Che vive la vita in pace

Si potrebbe dire che io sia un sognatore
Ma io non sono l’unico
Spero che un giorno vi unirete a noi
Ed il mondo sarà come un’unica entità

Immaginate che non ci siano proprietà
Mi domando se si possa
Nessuna necessità di cupidigia o brama
Una fratellanza di uomini
Immaginate tutta le gente
Condividere tutto il mondo

Si potrebbe dire che io sia un sognatore
Ma io non sono l’unico
Spero che un giorno vi unirete a noi
Ed il mondo sarà come un’unica entità.

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