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CAIVANO. Dura poco la felicità della fascia. Grane in vista per il neosindaco Enzo Falco

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CAIVANO – In questo momento è terminata la seconda riunione di maggioranza per decidere le modalità per mettere su la prossima giunta comunale.

Come avevamo anticipato il nodo da sciogliere è l’adozione o meno del manuale Cencelli che dalle richieste avanzate da “Orgoglio Campano” e “Noi Campani” si direbbe che i gruppi politici che hanno preso più voti preferiscono l’adozione mentre agli altri la deroga ma veniamo ai fatti.

I due gruppi “Noi Campani” e “Orgoglio Campano” chiedono a gran voce la divisione di otto cariche – compreso quella del Presidente del Consiglio – diviso per quattro gruppi (PD, Italia Viva, Noi Campani e Orgoglio Campano) mentre il sindaco Enzo Falco risponde con la propria visione e cioè quella di assegnare una carica a ciascun gruppo rappresentato in Consiglio Comunale con l’eccezione di dare due assessori al PD che rappresenta la prima lista eletta con quattro consiglieri in aula e il Presidente del Consiglio, oltre l’assessore, a Italia Viva. Inoltre il sindaco mette subito le cose in chiaro, il sindaco è lui ed è lui ad assegnare le deleghe e pertanto ha chiesto ai suoi gruppi politici di fornirgli i nomi il prima possibile.

Ovviamente non sono d’accordo i partiti richiedenti dell’adozione del manuale Cencelli che non accettano di essere rappresentati in giunta alla stregua del M5S e Articolo1 che in aula sono rappresentati da un solo consigliere.

Non è d’accordo neanche “Italia Viva” che da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo risulta che Francesco Emione non ha intenzione di accettare la carica di Presidente del Consiglio che lo relegherebbe ai margini di eventuali successi e traguardi da conquistare in Consiglio comunale visto che il Presidente del Consiglio è una figura istituzionale super partes che ha il compito di regolare i lavori del consesso pubblico. Italia Viva, inoltre, non sarebbe neanche d’accordo perché alla fine l’elezione del Presidente del Consiglio avviene in aula e le sorprese sono sempre dietro l’angolo.

Il dato politico che esce fuori è che è in atto un piccolo braccio di ferro tra il sindaco e i gruppi politici. È in questi casi che si modella la pianta dell’amministrazione. In questi momenti il sindaco deve decidere se essere autorevole o autoritario. Dall’inizio bisogna impostare bene il rapporto con i gruppi politici e far capire che tutto quello che è di competenza del primo cittadino decide il sindaco in piena autonomia, ovviamente se tutto questo è sempre stato oggetto di patti pre-elettorali.

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