Editoriale

Il Governatore De Luca vuole mettere le mani sulla città di Napoli e lo farà con il suo cavallo di Troia

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NAPOLI – Ho ascoltato con attenzione la diretta web del governatore De Luca nel suo consueto appuntamento del venerdì e tralasciando le valutazioni sul tempo sprecato passato a commentare i fatti di Capito Hill, la mia attenzione è ricaduta sulle parole di aiuto che il governatore ha usato nei confronti della città di Napoli.

Ovviamente il brand “Napoli” è l’obiettivo più prezioso da raggiungere, dopo quello regionale, che a breve termine si presenterà ed è, guarda caso, anche il prossimo traguardo che si è prefissato l’ex sindaco di Salerno, dopo aver condotto una campagna elettorale basata sul terrorismo da Covid e sui famosi posti di terapia intensiva fantasma.

Ieri nella sua conferenza stampa senza contraddittorio il governatore De Luca ha dichiarato: “Ci sarà l’impegno della Regione verso città di Napoli che andrà al voto. La Campania dovrà assumere la bandiera per la battaglia per Napoli, oggi siamo l’unica istituzione che ha la forza di interloquire con il Governo Nazionale e il Parlamento”. Poi sposta l’argomento su quello che lui ha intenzione di fare per la città di Napoli: “Dobbiamo chiedere nuove risorse per la città di Napoli data la situazione di disastro finanziario nella quale versa il comune. Questa battaglia dovrà farla la Regione in prima linea. Sappiamo che sarà una battaglia difficile visto che non è la prima volta che chiediamo al governo di ripianare debiti fatti dal Comune”. Infine pone in essere il suo ricatto politico elettorale: “Dobbiamo garantire a Napoli tutte le risorse necessarie per una rinascita della città. Senza l’aiuto della Regione, questa battaglia diventa disperata”. 

Insomma con queste tre principali dichiarazioni lo sceriffo da Salerno sta dicendo ai napoletani: “O votate chi dico io o dalla Regione non faccio arrivare mai un euro alla città di Napoli e visto che il governo centrale, da sempre vi boicotta, il risanamento delle casse comunali ve lo potete pure sognare”.

Il governatore campano vuole mettere le mani sulla città e questo non è mai stato un mistero né tanto meno ha fatto mai nulla per nasconderlo. Il famoso sgambetto tentato dal PD in aula al margine dell’approvazione del Bilancio ha una matrice ben definita.

L’unico dubbio, ma su questo c’è ancora tempo per pensarci, è come ma soprattutto con chi partecipare alla competizione elettorale. Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo pare che il cavallo di Troia dello sceriffo sia proprio la candidatura a sindaco di Lucia Fortini. Laddove il vicenzino regionale non dovesse raggiungere un accordo di massima col PD nazionale che è già in accordi col M5S sulla candidatura del Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico, non si disdegnerebbe la formazione di una coalizione civica capitanata dall’assessore regionale. D’altronde tutti sanno che la Fortini deve le sue fortune politiche al governatore De Luca, quindi quale miglior pedina per avere pieno controllo della Regione e anche del suo capoluogo che è anche considerato la capitale del merdione d’Italia?

Le mire del Presidente della Regione Campania non sono neanche così celate e ieri è uscito allo scoperto. Il suo intento è quello di fare il salto di qualità e passare da sceriffo direttamente a “Imperatore” senza passare dal luogotenente.

Ovviamente i napoletani sperano, almeno, che la sua campagna elettorale non sia basata sulle bugie così come fatto per quella regionale, dove ha fatto credere a milioni di persone di essersi finalmente liberati dell’emergenza sanitaria e che la Campania non avrebbe mai più subito il disagio delle chiusure sbandierando la creazione di più di mille posti di terapia intensiva per tutta la durata della sua campagna elettorale.

Non lo possiamo biasimare sulle sue ambizioni limitate ai confini regionali, poiché lo sceriffo salernitano ai vertici della Politica ci è arrivato in tarda età, la sua deriva quasi totalitaria ha sempre fatto in modo di essere personaggio inviso all’interno del suo stesso partito e quindi sono proprio i suoi metodi i suoi principali nemici ma soprattutto sono proprio i suoi metodi ad impedirgli di poter ambire, un giorno, a diventare Premier. Sogno da lui sempre covato e che rimarrà il suo unico rimpianto.

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