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AFRAGOLA. La maggioranza si dimette ma la Segretaria non accetta. Montefusco ultimo fedele del Sindaco

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AFRAGOLA – Siamo arrivati alla follia. Oramai le riunioni di maggioranza si sono ridotte a diventare dei veri e propri ring di wrestling. Non c’è più dialogo che tenga o prospettiva di risolvere una crisi diventata ormai atavica. Questa maggioranza deve rendersi conto che è arrivato il momento di liberare la città dalle proprie visioni personalistiche e consentire ad una nuova classe dirigente di mettersi in gioco e cercare di fare solo ed esclusivamente il bene collettivo.

Questa sera si sono riuniti di nuovo i tredici cavalieri di Grillo e come sempre accade da più di un anno, l’occasione è stata solo motivo per ribadire le proprie condizioni. Terminata con un nulla di fatto stavolta si è anche arrivati al rinfacciarsi le origini di ognuno di loro, giusto per rendere l’idea del livello che si è toccato.

Il detonatore della lite aggressiva tra i consiglieri di maggioranza sono state le accuse che il Consigliere Ausanio, ribadendo ancora la sua volontà di far azzerare la giunta a tre, ha rivolto nei confronti dell’Assessore Camillo Giacco reo secondo il consigliere della civica del Sindaco di essersi allontanato dal gruppo dello zio senatore. Forse il Consigliere avrà le idee confuse, visto che è la Lega ad essere passata all’opposizione e non il contrario o  forse il pompiere afragolese ha solo cominciato a prendere una strada filonespoliana, questo lo scopriremo sicuramente nella prossima tornata elettorale.

La riunione è degenerata fino al punto che dodici su tredici hanno firmato un documento per rassegnare le proprie dimissioni da consegnare nelle mani della Segretaria comunale che pur di non accettare tale documento, ha dichiarato di non poterlo ratificare perché era privo di motivazioni e da lì è cominciato il fuggi fuggi di Sindaco e Segretaria, diventati improvvisamente irreperibili.

Il tredicesimo cavaliere, l’unico a non voler firmare, l’highlander afragolese è Biagio Montefusco che pur di restare incollato alla poltrona, la stessa che gli consente di continuare nel suo modus operandi a dare risposte politiche a se stesso, ha tentato l’ultima carta, quella di proporsi come tramite della pace tra la Lega e la maggioranza.

Insomma idee confuse per tutti e il dato politico che esce fuori e che in realtà non c’è un’unione di intenti nemmeno sull’idea più accettabile per porre fine a questa crisi. Chiunque è padrone di pensarne una e di buttarla nel mucchio con la speranza che qualcuno la approvi e nella peggiore delle ipotesi ci si intestardisce a portarla avanti in maniera individuale. In poche parole, proprio come non si dovrebbe fare in politica. Credo che realmente si è arrivati ai titoli di coda.

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