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Napoli. Pazienti trasferiti dal Cardarelli al Pascale. La rivolta dei dirigenti

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Rivolta dei dirigenti medici dell’Istituto tumori Pascale sul trasferimento di pazienti dal Cardarelli disposto dall’Unità di Crisi Covid della Campania da metà giugno per fronteggiare l’aumento degli accessi dei pazienti nei Pronto Soccorso di Napoli, dopo il calo dei contagi di Coronavirus.

Manca personale al Pronto Soccorso oncologico istituito con nota regionale. Si chiedono servizi di assistenza ai malati oncologici H24 tutti i giorni. Problemi anche al dipartimento di emergenza, perché il Pascale che è centro regionale per la cura del cancro non è ancora attrezzato per le emergenze” hanno dichiarato i dirigenti.

I sindacati Federazione Cimo Fesmed, Cisl, Annao Assomed, Aaroi Emac, Cgil, Uil hanno convocato un’assemblea sindacale dei dirigenti per domani, giovedì 15 luglio dalle 10 alle 12 negli spazi esterni del Pascale, nel rispetto delle normative anti-Covid19 per discutere del percorso assistenziale per il trasferimento di pazienti ricoverati in urgenza presso altri nosocomi.

Tra le altre tematiche sarà inoltre affrontato il tema dell’Ascalesi e quello degli incarichi professionali dirigenza medica e sanitaria nel piano aziendale non assegnati.

Le problematiche sono emerse dopo la nota dell’Unità di Crisi Covid del 16 giugno scorso che ha scritto ai direttori generali di Asl, Ospedali, Irccs Pascale, 118 sulle criticità della rete ospedaliera della Città Metropolitana di Napoli.

Tra le altre cose, è stato disposto che l’Azienda dei Colli Monaldi-Cotugno, l’azienda Ospedaliera Universitaria “Luigi Vanvitelli”, il Policlinico Federico II e il Pascale debbano garantire quotidianamente una disponibilità ciascuno di 5 posti letto di area medica per pazienti stabilizzati provenienti dal Cardarelli fino al superamento dell’attuale fase critica.

Per migliorare la presa in carico dei pazienti fragili e soprattutto oncologici, infatti, è stato chiesto agli ospedali di garantire ai pazienti accesso h24 tutta la settimana presso le proprie unità operative di oncologia per la gestione delle complicanze legate al trattamento chemioterapico, al peggioramento della malattia, compresa la correzione delle anemie con eventuale trasfusione. Evitando così di aumentare gli accessi ai Pronto Soccorso.

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