Cronaca

Napoli, panico al Cardarelli: due gemelline nascono morte, ma i loro corpi non si trovano

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Un vero e proprio dramma quello avvenuto a Torre del Greco, dove due gemelle perfettamente sane, sono morte a causa di un parto prematuro che probabilmente, poteva essere evitato.

Secondo una prima ricostruzione, la madre, all’inizio di novembre, si era recata presso lo studio di Napoli del ginecologo che la seguiva, per sottoporsi all’ecografia morfologica. L’esame evidenziò il rischio di aborto, a causa della cervice molto dilatata della 34enne, che spinse il dottore a fissarle un ulteriore controllo, a distanza di due settimane. Tuttavia, una volta effettuato il secondo controllo, le è stato comunicato che le bimbe erano in salute ma che la cervice, era ancora più dilatata.

Da qui, il ricovero all’ospedale Cardarelli, laddove la donna ha partorito il 23 novembre. Purtroppo, la prima sarebbe nata morta, mentre la seconda nata viva e subito posta in incubatrice, spirando dopo circa un’ora. Inoltre, come se non bastasse il dolore per questa perdita, i neo-genitori furono invitati dai medici a registrare la bimba nata viva e deceduta poco dopo, salvo poi fare dietrofront e dichiararle entrambe nate morte, vittime di due aborti. Due settimane dopo però, arrivano le dimissioni della partoriente e il marito, viene richiamato nuovamente da un medico dell’ospedale, il quale ha spiegato loro che avrebbero dovuto seguire la procedura amministrativa relativa alla bimba nata viva. Pertanto, sono tornati al Cardarelli per registrarla, passando in seguito per il Reparto di Ostetricia per consegnare una busta chiusa in obitorio.

Tuttavia, dopo una serie di altre comunicazioni contrastanti tra ospedale e obitorio, il 19 gennaio la bambina è stata finalmente registrata in Municipio a Napoli, con i genitori che si sono rivolti ad un’agenzia di onoranze funebri per procedere. A quel punto però, accade l’impensabile: infatti, all’obitorio, i due corpicini non c’erano più e non si troverebbero, con i genitori che non sanno nemmeno che fine abbiano fatto. Adesso, dopo essersi rivolti ad uno studio specializzato a livello nazionale nella tutela dei diritti dei cittadini, vogliono la verità e capire se e chi abbia effettivamente sbagliato, e se si configurino responsabilità penali nella vicenda, con il relativo esposto presentato nei giorni scorsi e diretto all’autorità giudiziaria.

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