Afragola

AFRAGOLA. Dimissioni farsa della dott.ssa Picardi. Cosa si nasconde dietro il suo comportamento?

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AFRAGOLA – All’ombra della statua di Ruggiero il normanno nulla appare ciò che è e nulla si regola perché a tutto si deroga. Come non ha alcun valore la fascia tricolore indossata dal primo cittadino dato che può essere indossata da qualsiasi “pazziariello” di turno, allo stesso modo le dimissioni rassegnate da un dirigente possono essere disattese o addirittura fasulle.

Come avviene nel caso della dirigente dell’Azienda speciale consortile delle Politiche Sociali dell’ex Ambito n°19 dott.ssa Carla Picardi che nel lontano 26 Marzo 2023 protocolla le sue dimissioni e tutt’ora è ancora in sella al suo posto di comando nella stanza a fianco a quella del Sindaco Antonio Pannone. Quest’ultimo fattore rappresenta il fallimento del Presidente dell’Azienda – il Sindaco di Crispano Michele Emiliano – che, giustamente, si battè affinché la sede amministrativa dell’Azienda fosse ubicata lontana da Afragola onde evitare ingerenze della politica normanna all’interno della gestione dei servizi sociali che interessano i quattro comuni consorziati.

Le indiscrezioni di allora volevano la Picardi ferma nelle sue precisioni, quelle di non sottostare ai diktat calati da via Oberdan che la volevano far taroccare le carte del bilancio dell’Azienda per mettere una toppa ai guai del comune di Afragola.

I vertici dell’Amministrazione e i fidi dirigenti del Comune di Afragola pretendevano dalla dottoressa Picardi di farsi carico attraverso l’Azienda speciale dei costi per il convitto e semi convitto del Comune di Afragola che ammontano a circa € 1.200.000,00, ma la dirigente pur disponibile a gestire i servizi attraverso l’azienda aveva chiesto al Sindaco Pannone le risorse economiche necessarie. La risposta invece è stata secca: devi risolverlo tu!

Insomma, l’ente afragolese pretendeva che i costi dei suoi servizi fossero scaricati sull’Azienda e quindi automaticamente ripartiti anche sui comuni di Cardito, Crispano e Caivano.

Ovviamente, se ad oggi la Picardi avesse preso baracche e burattini e fosse andata via all’istante sarebbe stato un comportamento encomiabile volto al bene dell’interesse pubblico. Ma cosa, in realtà, ha trattenuto la dirigente generale ancora al suo posto?

C’è da dire anche dell’altro. Oramai l’abbandono del timone da parte della Picardi sarebbe inutile quanto offensivo per quei cittadini intelligenti che si occupano ancora della res publica.

Alla fine dei conti, il bilancio è stato redatto, forse come volevano i massimi esponenti politici afragolesi, tutte le gare pubbliche dei servizi sociali sono state espletate e affidate secondo logica di lottizzazione e spartizioni politiche. I numerosi ricorsi fatti dalle aziende perdenti ne sono la dimostrazione.

Cosa dovrebbe venire a fare un nuovo dirigente se non a riscaldare la sedia, dato che tutto quanto previsto in epoca pre elettorale è stato portato al termine dalla dirigente de facto? Forse a dare un altro contentino, di inesistente valore, a qualche forza politica che ne sta facendo richiesta?

A cosa sono servite, in realtà, quelle dimissioni protocollate? Forse la dott.ssa Picardi ha ritenuto opportuno costruirsi un paracadute giudiziario laddove qualche procedimento o affidamento potesse risultare dubbio? Ai posteri l’ardua sentenza.

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