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Sandro Ruotolo e Italian Leaks, quando si cerca la Camorra nei posti sbagliati

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NAPOLI – E’ dello scorso 1 Febbraio, l’incontro che si è tenuto in Via Mezzocannone con il giornalista Sandro Ruotolo che attraverso il Progetto Veritas, organizzato da Fanpage nell’auditorium occupato dedicato a Carla e Valerio Verbano, e presentando la prima puntata di Italian Leaks, lo stesso giornalista tenta di dimostrare il collegamento tra Camorra e Servizi segreti, un’inchiesta che, almeno stando a quanto visto nel primo episodio, non dimostra nulla di tutto ciò ma nella quale, non si fa altro che alimentare i tanti dubbi e le tante paure che la popolazione campana già nutre nei confronti della Camorra e dell’inquinamento in generale.

Nella prima puntata di Italian Leaks, si dà voce ad un condannato in primo grado a 5 anni per disastro ambientale sul caso della RESIT a Giugliano, l’ex subcommissario alla gestione dei rifiuti in Campania Giulio Facchi e il figlio del boss della mafia casalese poi pentito Carmine Schiavone. Sulle dichiarazioni di questi due personaggi è montato il caso di Italian Leaks, almeno la prima puntata, dove praticamente, per credere al collegamento stato-camorra ci si deve affidare a gente di cui non si può garantire il massimo della credibilità, visto che chi in un modo, chi in un altro, presenta grossi conflitti d’interesse sulla vicenda.

Il post di Sandro Ruotolo pubblicato su Facebook

Nella nostra intervista allo stesso giornalista si è cercato di far uscire fuori il proprio credo riguardo un altro mistero campano, il nesso tra terreni inquinati e malattie neoplastiche, visto anche la gaffe che lo stesso Ruotolo ha commesso sul suo profilo social, ha destato scalpore tra la comunità scientifica. Il giornalista ha pubblicato delle immagini di limoni attaccati da un acaro che causa la malformazione, dicendo invece che fosse stato colto in un terreno inquinato, alimentando ancor di più il terrore sull’uso dei prodotti agricoli campani.

Dall’intervista, come potete anche vedere nel video, il giornalista Ruotolo è propenso a far scattare l’allarme anche in assenza di prove, poiché giustamente, come dice lui, il dolore di una mamma che ha perso un bambino o la lotta intrapresa da alcune persone non deve essere vana, allora meglio far scattare l’allarme, anche se, come già successo, a rimetterci sono le intere filiere agricole e tutte quelle famiglie che con i prodotti della nostra terra ci campano.

A tal proposito, si cerca la testimonianza di cosa si pensa dappertutto, anche in un’inchiesta fatta ad hoc per dimostrare che la Camorra ha le mani ovunque, persino nei servizi segreti che agevolano le aziende del nord, basta che non si dica che siano i Campani a permettere lo scempio, basta che non si dica che il nostro stile di vita sia del “cazzomenefrega” e che le nostre idee siano di stampo camorristico, basta che non si dica che la Camorra è napoletana, piuttosto è più facile lavarci la coscienza dicendo che la “monnezza” ce la esportano dal Nord.

 

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